(Teleborsa) – Quest’anno il PIL italiano crescerà del 5,3%, una stima al rialzo rispetto al +4,7% delle previsioni a marzo e superiore al tasso di crescita atteso per l’Eurozona nel suo complesso (+4,3%). È quanto indicato da un rapporto Prometeia secondo cui si apre un periodo con grandi potenzialità per l’Italia. “Dopo il recupero dei livelli pre-crisi l’anno prossimo – si legge nel rapporto pubblicato oggi – l’economia potrebbe tornare a crescere nei due anni successivi in media a oltre il 2% l’anno, ritmi doppi a quelli prevalenti nei 10 anni precedenti”.
La spinta decisiva arriverà dal PNRR e dai 205 miliardi del Piano a cui vanno aggiunti i 30 del fondo complementare. “Di questi, 183 miliardi di euro si configurerebbero come spesa addizionale, pari a circa 30 miliardi di euro ogni anno, l’1,7% del PIL – prosegue il rapporto – Una manovra rilevante, soprattutto per la durata del piano e per la tipologia della spesa che coinvolge, destinata per oltre l’80% a investimenti pubblici e al sostegno degli investimenti privati”. Lo scenario Prometeia include interamente questa spesa aggiuntiva, pur con qualche cautela sulla distribuzione temporale, considerando qualche ritardo in più rispetto a quanto programmato già a partire dall’anno in corso. Rispetto a quanto stimato dal Governo, inoltre, Prometeia include un effetto espansivo sul PIL che raggiunge il 2,5% nell’arco del piano al 2026, impatto inferiore di circa 1 punto percentuale rispetto allo scenario alto adottato nel PNRR come di riferimento.
Prometeia ha confermato l’importanza che questi finanziamenti rivestiranno per la nostra economia, come sostegno alla domanda per rendere l’uscita da questa crisi più rapida e con meno lasciti permanenti di quelle del passato, ma soprattutto come occasione per imprimere un’accelerazione alla crescita potenziale, asfittica da oltre 20 anni: in particolare, “gli interventi previsti nel PNRR avranno un ruolo rilevante nel mantenerla, almeno per qualche anno, su ritmi molto superiori a quelli medi storici del nostro Paese – ha sottolineato il rapporto – Ciò consentirà innanzitutto al PIL di recuperare i livelli pre-crisi nella seconda metà del 2022. La ripresa sarà trainata dagli investimenti in costruzioni e dagli investimenti strumentali, entrambi spinti dai progetti del PNRR. Le famiglie, invece, si riallineeranno agli stili di vita pre-crisi con gradualità e, comunque, dovranno fare i conti con una maggiore disoccupazione”.
Infine, gli analisti di Prometeia hanno messo in evidenza che con l’uscita dall’emergenza non si potrà che tornare verso politiche di rientro dell’indebitamento, in un contesto che nel medio termine potrebbe assistere a un cambio negli assetti politici interni (nei prossimi anni si dovrà eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e un nuovo Parlamento), e, sul fronte europeo vedrà una qualche ridefinizione delle regole del Patto di Stabilità, con politiche monetarie che dovranno rientrare dalle condizioni di eccezionalità degli ultimi anni. Il rapporto ha riconosciuto che i prezzi di molti input industriali sono lievitati ma attribuisce alla crisi pandemica questi incrementi che dunque, con il ritorno a condizioni di “normalità”, tenderanno via via a rientrare.
“È l’ipotesi sulla quale sono basate le previsioni di luglio e che sostiene un percorso di rialzo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali molto graduale, tale da garantire a lungo condizioni molto favorevoli al finanziamento del nostro debito – si legge nel rapporto –Se però si deve individuare un rischio per l’economia globale, oltre ovviamente a quelli legati all’evoluzione della pandemia, è proprio quello di un intervento restrittivo da parte delle banche centrali maggiore di quanto ora atteso per smorzare sul nascere un’inflazione potenzialmente insidiosa”.