(Teleborsa) – Via libera del Governo britannico e del servizio sanitario nazionale (Nhs) alla terza dose del vaccino anti Covid a partire da settembre. Il richiamo ulteriore, raccomandato dagli esperti del Joint Committee on Vaccination and Immunisation, mira a rafforzare e preservare l’immunità anche di fronte a possibili varianti.
Ne avranno diritto tutti gli ultracinquantenni residenti nel Regno Unito e le persone più giovani cui sia già stata prescritta in passato la vaccinazione anti-influenzale. La campagna, da completare entro inizio inverno, inizierà a partire dai pazienti vulnerabili e in totale coinvolgerà in totale milioni di persone.
Intanto, ancora un picco di contagi Covid nel Regno Unito, alimentati ormai al 99% dall’aggressiva variante Delta importata dall’India: lo certificano i dati di ieri del governo britannico con altri 26.068 casi nelle ultime 24 ore censite (su quasi 900.000 tamponi), record nel Paese dal 23 gennaio. Si tratta d’una nuova impennata, anche se l’effetto dei vaccini (con la somministrazione delle prime dosi salita al’85% della popolazione adulta e i richiami al 62,4%) continua per ora a frenarne l’impatto sull’incremento dei ricoveri negli ospedali e soprattutto sui morti giornalieri: non superiori a 14, in calo rispetto ai 23 registrati ieri.
E in Italia? “Stiamo pensando a una eventuale terza dose, con il ministero della Salute abbiamo già fatto delle opzioni di acquisto, quindi le dosi ci saranno ma sarà la scienza a dirci se e dopo quanto tempo deve essere inoculato il richiamo”. Lo ha detto il Generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, sulla possibilità di procedere alla terza somministrazione, parlando al termine della visita al centro vaccinale di Cascia, confermando che “l’obiettivo è uscire dalla logica dei grandi hub”.