(Teleborsa) – L’OCSE porta a casa una riforma fiscale planetaria, che segue l’accordo raggiunto a inizio giugno in sede G7, ed annuncia che ben 130 paesi, che rappresentano il 90% del PIL mondiale, hanno aderito allo schema della global minimun tax, che garantirà una tassazione equa delle multinazionali quali , , e ovunque esse operino. Solo un piccolissimo gruppo di 9 Paesi firmatari dell’Inclusive Framework non ha ancora aderito alla Dichiarazione.
Il documento innova le regole secolari del sistema fiscale internazionale, che non sono più adatte nel contesto di un’economia globalizzata e digitalizzata del 21° secolo.
Il pacchetto a due pilastri punta a garantire che le grandi imprese multinazionali paghino le tasse dove operano e realizzano profitti, garantendo certezza e stabilità del sistema di tassazione internazionale. Nello stesso tempo, garantirà un supporto ai governi che necessitano di aumentare le entrate necessarie per risanare i loro bilanci pubblici e investire in servizi pubblici essenziali, infrastrutture e misure necessarie alla ripresa post-Covid.
Il primo pilastro garantirà una distribuzione più equa dei profitti e dei diritti di tassazione fra i paesi in cui operano le multinazionali, ripartendo il diritto di tassazione rispetto ai mercati in cui svolgono attività commerciali e realizzano profitti, indipendentemente dal fatto che abbiano una presenza fisica lì. Il secondo pilastro cerca di porre fine alla concorrenza relativa all’imposta sul reddito delle società, attraverso l’introduzione di un’aliquota minima globale.
Nell’ambito del primo pilastro, ogni anno saranno ricalcolati i diritti di tassazione su oltre 100 miliardi di dollari di profitti. Il secondo pilastro prevede un’aliquota minima del 15%, che si tradurrà in circa 150 miliardi di dollari di entrate fiscali globali aggiuntive all’anno. Ulteriori benefici deriveranno anche dalla stabilizzazione del sistema fiscale internazionale e dalla maggiore certezza della tassazione.
“Dopo anni di intenso lavoro e negoziati, questo pacchetto storico garantirà che le grandi multinazionali paghino ovunque la loro giusta quota di tasse”, ha affermato il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann, aggiungendo che “questo pacchetto non elimina la concorrenza fiscale, ma fissa dei limiti”.