(Teleborsa) – La pandemia di Covid-19 “si è diffusa rapidamente anche nel Lazio” lo scorso anno, le misure di distanziamento sociale e la chiusura parziale delle attività, adottate per limitare i contagi, hanno avuto forti ripercussioni sul sistema economico regionale, sebbene con risultati differenziati tra i principali settori. E’ quanto rileva la Banca d’Italia nel rapporto annuale 2020 “L’economia del Lazio” precisando che l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) mostra, per lo scorso anno, una caduta del PIL in termini reali pari all’8,4 per cento, flessione “sostanzialmente in linea con la media nazionale”.
“Profondo e diffuso tra tutti i settori l’impatto della crisi pandemica, sebbene ne abbiano risentito in misura maggiore le aziende dei comparti del commercio, alberghiero e della ristorazione, penalizzate dalle misure restrittive introdotte per ridurre i contagi e dal forte ridimensionamento dei flussi turistici. Le esportazioni e gli investimenti sono diminuiti. Per il 2021 le imprese si attendono una forte ripresa, meno diffusa tuttavia tra le aziende del terziario. Nel corso del 2020 l’indebitamento è aumentato notevolmente, risentendo dell’ingente fabbisogno di liquidità emerso con la crisi sanitaria e di alcune operazioni straordinarie di grandi gruppi. I prestiti, sostenuti dalle misure straordinarie di sostegno alla liquidità e al credito, sono stati in larga parte utilizzati per finanziare il capitale circolante. Anche grazie agli interventi governativi di moratorie e garanzie le condizioni di offerta del credito sono risultate distese e accomodanti!.
Dopo due anni di stagnazione, l’occupazione è significativamente diminuita. Il calo – si legge – ha riguardato i dipendenti a tempo determinato e gli autonomi; l’impatto sul lavoro a tempo indeterminato è stato frenato principalmente dal blocco dei licenziamenti e dall’ampio ricorso alle misure d’integrazione salariale (Cassa integrazione guadagni e Fondi di solidarietà). Il calo occupazionale è stato più pronunciato nei servizi, soprattutto nel comparto degli alberghi e della ristorazione, e ha interessato in misura maggiore i lavoratori più giovani e le donne.
Il Report rileva anche che lo sviluppo digitale di un territorio rappresenta un fattore indispensabile per sostenerne la competitività e per promuovere l’inclusione sociale. In base a un indicatore di performance digitale stimato dalla Banca d’Italia per le singole regioni italiane, nel 2019 il livello di digitalizzazione del Lazio risultava superiore alla media nazionale.
La Regione – si legge – si contraddistingue per un marcato livello di specializzazione nel settore dei servizi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, oltre che per un tasso di adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese che si colloca lievemente al di sopra della media italiana. Durante la pandemia la quota di aziende che ha fatto ricorso al lavoro agile è stata superiore al resto d’Italia e la didattica in presenza più diffusa.