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Unione bancaria, avanti a piccoli passi: fumata grigia

(Teleborsa) – Sull’Unione bancaria “abbiamo fatto progressi che danno la base per un accordo in una fase successiva”, ma non oggi, come avevano stabilito i capi di Stato e di Governo nel vertice di dicembre scorso.

E’ quanto ha riferito il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, prima dell’inizio dell’Eurogruppo che avrebbe dovuto trovare un accordo da portare al vertice europeo della prossima settimana. “Se guardo al mandato dei leader”, chiede all’Eurogruppo di raggiungere “un accordo ambizioso e credibile. Ci torneremo in una fase successiva, ma oggi ci impegniamo a continuare quel lavoro”, ha detto il presidente.

Sull’Unione bancaria “un accordo globale nelle prossime settimane non mi pare raggiungibile, oggi una soluzione globale non è alla portata”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia della Francia, Bruno Le Maire giungendo all’Eurogruppo. “Invece – ha aggiunto – possiamo rimuovere diversi ostacoli, uno per volta, e penso che un approccio a tappe sia più realistico e probabile”. “Mai perdere la speranza, ma ammetto che il negoziato è difficile e che ci sono molto ostacoli sul percorso”.

L’Eurogruppo avrebbe dovuto trovare oggi un accordo sul piano di lavoro per completare l’Unione bancaria, che avrebbe consentito nei prossimi mesi di portare a termine l’architettura finanziaria della Ue con l’ultimo pilastro mancante, cioè l’assicurazione comune sui depositi (Edis). E’ il tassello che garantirà lo stesso livello di protezione a tutti i correntisti europei, mettendo in comune i fondi nazionali di tutela dei depositi.

Finora la Germania ha sempre frenato, restia a mettere in comune i rischi, e ha preteso che assieme all’Edis (Sistema europeo di assicurazione dei depositi, ndr) si approvi anche la valutazione del rischio sovrano in pancia alle banche, elemento a cui molti, tra cui l’Italia, si oppongono. Con le elezioni tedesche a settembre, la Germania non se la sente nemmeno di approvare un “piano di lavoro”. Il presidente Donohoe spiega che su tutti gli aspetti dell’Edis “c’è ancora lavoro da fare”, perché è “un’area molto sensibile”


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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