(Teleborsa) – E’ in via di definizione l’accordo con l’Unione europea sull’avvio di ITA, la newco Alitalia. Lo ha detto il Ministro dell’Economia, Daniele Franco nel corso del Question Time alla Camera, aggiungendo che l’obiettivo è quello di massimizzare il Piano industriale della newco per la quale è previsto “un perimetro più contenuto rispetto ad Alitalia, nei termini di rotta, flotta e attività collegate, ma coerente con l’impostazione del Piano della nuova società e capace di assicurare lo sviluppo anche occupazionale”.
Le stime dell’impatto delle misure restrittive sull’economia “non costituiscono una stima del costo del lockdown perchè calcolano la perdita meccanica del PIL rispetto a uno scenario senza pandemia, senza includere gli effetti indiretti delle chiusure. La corretta valutazione di questo costo dovrebbe tener conto del fatto che in assenza di misure di contenimento, e con il conseguente serio aggravamento della situazione epidemiologica, le difficoltà per il funzionamento dell’economia sarebbero state molto significative e sarebbero state necessarie probabilmente misure ancora più restrittive”, ha detto Franco, rispondendo in merito all’impatto delle chiusura sul PIL.
“Dall’inizio pandemia in tutti i paesi – ha osservato Franco – è sempre stato cruciale il bilanciamento tra gli effetti restrittivi immediati delle misure di contenimento da un lato e i costi sanitari e i costi economici futuri della loro mancato adozione dall’altro. Le stime su effetti delle chiusure, inoltre, non tengono conto degli effetti positivi delle ingenti misure fiscali messe in campo: in loro assenza la contrazione del PIL registrata sarebbe stata superiore”. “La maggior parte delle valutazioni quantitative disponibili – ha spiegato – si riferisce all’impatto sul sistema economico prodotto nella prima fase della pandemia. Le stime di Bankitalia relative alla perdita di valore aggiunte territoriali nel primo lockdown mostrano che ogni settimana di blocco dell’attività economica comporta una riduzione del PIL annuale dello 0,5%”. Invece, la quantificazione dell’impatto delle misure restrittive nella seconda e terza ondata “è resa più complessa dalla maggiore articolazione settoriale e territoriale degli interventi e dalla maggior variabilità temporale della loro applicazione”. Tuttavia, ha spiegato il ministro, il MEF “ha sviluppato una valutazione delle restrizioni riguardanti i servizi e del loro impatto diretto sul valore aggiunto del settore: secondo queste stime le restrizioni sui servizi nel quarto trimestre 2020 hanno pesato sul valore aggiunto settoriale per il 6,6%, per poi salire all’8,2% nel primo trimestre 2021; si stima che si ridurrà al 5,9% nel secondo trimestre e all‘1,7% nel terzo trimestre“.
La misura del Superbonus “è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione a giugno 2023 per le casi popolari. Il Governo si è impegnato a inserire nel disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi della sua applicazioni nel 2021 con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati e al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici”, ha detto. Il Superbonus, ha spiegato, “è stato introdotto per rilanciare rapidamente l’intero comparto dell’edilizia e far ripartire i cantieri, è inoltre importante per accelerare la transizione energetica del paese in vista degli obiettivi indicati anche in sede europea. Nell’ambito del PNRR, il Superbonus rappresenta una delle principali proposte progettuali e l’ammontare complessivo delle risorse previste, tra PNRR e fondo complementare, è di oltre 18 miliardi”.
Nel decreto Sostegni bis la soglia di fatturato per ottenere contributi a fondo perduto può salire fino a 15 milioni di euro, ha proseguito Franco ricordando che “la soglia per gli interventi a fondo perduto è stata portata da 5 a 10 milioni” nel dl Sostegni. Tale limite è stato confermato nel dl “ma si prevede che essa possa essere elevato 15 milioni dove emergano risorse non utilizzate” ha ricordato. “Le modalità di determinazione dell’ammontare del contributo e ogni modalità di attuazione saranno definiti con decreto del Ministro dell’Economia”.
Il Titolare del Tesoro ha anche riferito che il gettito dell’imposta sui servizi digitali per il 2020 ammonta a 233 milioni di euro. “Il termine per il pagamento della prima rata per l’imponibile anno 2020 è stato prorogato al 17 maggio 2021, fissando al 30 giugno il termine per invio della dichiarazione annuale – ha spiegato.
A oggi sono stati ripartiti versamenti effettuati con modello F24 fino al 17 maggio per un importo di 98 milioni da parte di 49 soggetti, 40 società di capitali e 9 soggetti non residenti, e sono stati rilevati alla Ragioneria dello Stato bonifici effettuati direttamente in Tesoreria per un importo di 135 milioni, complessivamente quindi risulta un gettito dell’imposta sui servizi digitali per il 2020 ammonta a 233 milioni”.