(Teleborsa) – I prezzi del petrolio sono in calo per il secondo giorno consecutivo. A incidere è la recrudescenza dei casi da coronavirus in Asia, che potrebbe incidere sulla domanda globale di petrolio, e i timori per l’impennata dell’inflazione, che potrebbe spingere la FED a rivedere la propria strategia sui tassi.
Alle 15, i future sul greggio Brent di luglio hanno raggiunto i 66,78 dollari al barile, in ribasso di 1,93 dollari o del 2,79%. I future sul greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) di luglio scambiano in ribasso di 1,97 dollari, o del 3,02%, a 63,55 dollari al barile.
Soltanto 36 ore fa il Brent aveva superato per la prima volta quota 70 dollari al barile da metà marzo, grazie alle riaperture di vari Paesi europei. “L’andamento della giornata di ieri ha dimostrato ancora una volta che la quota 70 dollari al barile segnala un’esuberanza irrazionale“, ha commentato a Reuters Vandana Hari, analista energetico di Vanda Insights. “La valutazione del quadro della domanda globale rimane difficile poiché le riaperture e le restrizioni in tutto il mondo sono probabilmente le più diverse dall’inizio della pandemia”, ha affermato Hari.
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