(Teleborsa) – Il maggior ostacolo per le banche centrali nel fare investimenti ESG – ovvero che prendano in considerazione le performance anche in ambito ambientale, sociale e di governance – è la mancanza di compatibilità con i loro mandati. È quanto emerge dal Reserve Management Trends 2021 di , uno studio condotto con sondaggi a funzionari di 57 banche centrali, le quali gestiscono asset per 3,8 trilioni di dollari.
La mancata inclusione degli obiettivi ESG nei mandati è citata come un problema dal 64% degli intervistati, seguita dalla preoccupazione per i rendimenti e la liquidità (57%), la mancanza o il costo per acquisire i dati (38%), la mancanza di criteri chiave per valutarli (38%) e la mancanza di coerenza nell’informativa (21%).
Il 30% degli intervistati, secondo un’anticipazione del rapporto fornita da Bloomberg, ha comunque detto che sta già implementando investimenti socialmente responsabili, il 45% ha dichiarato che li sta considerando, mentre il 25% non li sta attuando e non lo sta considerando.
Il 43% delle banche centrali ha dichiarato di detenere obbligazioni green, una quota superiore a quella delle obbligazioni indicizzate all’inflazione o dei titoli garantiti da ipoteca, ha attestato il Reserve Management Trends, dove viene sottolineato che l’interesse per le obbligazioni verdi è particolarmente forte tra i Paesi ad alto reddito.