(Teleborsa) – “Le trasformazioni delle nostre economie avranno successo solo se saranno socialmente accettabili, bisognerà mettere enfasi sul ridurre le disuguaglianze di redditi e proteggere e aggiustare il nostro mercato, adattandolo alla realtà”. Lo ha detto il Vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis intervenendo al Porto Social Summit sottolineando che “quando saremo fuori dalla crisi dovremo muoversi gradualmente dalle misure che proteggono i posti di lavoro verso politiche attive, per accompagnare le transizioni green e digitale”.
Con l’appropriata diplomazia, il Vicepresidente della Commissione europea ha sollecitato i Governi a passare “gradualmente” con la ripresa economica dalla difesa dei posti di lavoro esistenti a politiche del lavoro attive per accompagnare le transizioni verde e digitale. Che significa cambiare posto di lavoro, piuttosto che difendere quello che c’è. Ma appunto, lo ha fatto usando toni “morbidi”.
Dombrovskis ha sottolineato che in questi anni l’UE ha lanciato 75 iniziative sul pilastro dei diritti sociali e guardando avanti sono tre le grandi direttrici sui cui muoversi. “Primo, le competenze – ha detto – il mondo del lavoro sta cambiando, dobbiamo dotare le persone delle competenze adeguate per partecipare al mercato. Le competenze diventano anche piu’ importanti, e con la trasformazione green e digitale la natura del lavoro cambierà anche più rapidamente”. Evocato il “life long learning”, la formazione continua che è un’altra delle fissazione dei policy maker negli ultimi anni.
“Secondo elemento – ha proseguito – è fare che in modo che il lavoro ripaghi, che avvenga a condizioni eque. Oggi ci sono una molteplicità di nuovo contratti atipici e dobbiamo assicurare che chi vi lavora contribuisca al sistema sociale e ne abbia la tutela. Servono salari decenti e salari minimi adeguati e condizioni di lavoro buone. E poi c’è il problema della disoccupazione dei giovani che è aumentata più rapidamente con la pandemia”.
“Terza e ultima direttrice, l’adeguatezza e la sostenibilità dei nostri sistemi di protezione sociale, specialmente per coloro che ne hanno più bisogno. Le trasformazioni delle nostre economie avranno successo solo se saranno socialmente accettabili. Dobbiamo proteggere e adattare il nostro mercato del lavoro – ha concluso il vicepresidente della Commissione – a una realtà che cambia”.