(Teleborsa) – Nei primi tre mesi dell’anno “in Italia l’attività economica è rimasta pressochè stabile”, dopo un quarto trimestre del 2020 “migliore delle attese”. Lo sostiene la Banca d’Italia nel bollettino economico, secondo cui “si conferma la resilienza dell’economia, ma pesa l’aumento dei contagi”.
“Nel quarto trimestre del 2020 – spiega Via Nazionale – la caduta del PIL, benchè significativa, è stata inferiore alle attese”. A gennaio-marzo “a un rafforzamento nell’industria si accompagna un andamento ancora debole nei servizi”. “Queste stime – aggiunge Bankitalia – restano soggette a elevata incertezza, connessa agli impatti della pandemia”.
Secondo Palazzo Koch, il PIL italiano dovrebbe crescere di oltre il 4% nel 2021 ma questo risultato dipenderà soprattutto dall’andamento delle vaccinazioni e dei contagi. Viene sottolineato che “le prospettive restano soprattutto dipendenti dai progressi della campagna vaccinale e da una favorevole evoluzione dei contagi”. Nel DEF, il Documento di economia e finanza appena approvato dal Governo, si prevede per quest’anno una crescita del 4,5%.
Nel mercato del lavoro “il numero degli occupati è salito, ma resta lontano dal livello precedente la crisi sanitaria”, rileva la Banca d’Italia precisando che “nei primi due mesi dell’anno le posizioni lavorative alle dipendenze sono rimaste stabili. Le condizioni del mercato del lavoro suggeriscono che la dinamica dei salari resti contenuta nei prossimi mesi”.
“Con le misure di distanziamento sociale decise in autunno – sottolinea Via Nazionale – le ore lavorate nell’ultimo trimestre del 2020 sono tornate a contrarsi ed e’ aumentato il ricorso agli strumenti di integrazione salariale. La richiesta è stata tuttavia assai minore rispetto alla prima ondata pandemica”.
Bankitalia stima che l’anno scorso sono stati circa 400mila i posti di lavoro stabili tutelati dal blocco dei licenziamenti e dalla cassa integrazione sottolineando che “la tenuta dell’occupazione permanente e’ stata favorita dal blocco dei licenziamenti, dalla CIG e dalle altre misure di sostegno alle imprese”.
“Dall’inizio dell’emergenza sanitaria – sottolinea Via Nazionale nel bollettino economico – il numero complessivo di posti di lavoro alle dipendenze è diminuito in modo marcato nei servizi privati, tra i giovani e le donne”. Nel 2020, aggiunge Bankitalia, “le posizioni lavorative temporanee si sono ridotte di circa 250mila unità, più che compensate da un aumento di oltre 260mila contratti a tempo indeterminato”.
Quanto al credito alle imprese “seguita a espandersi a un ritmo solido, riflettendo soprattutto una domanda ancora elevata di prestiti garantiti, e le condizioni di offerta sono accomodanti”, segnala Bankitalia secondo cui “le condizioni dei mercati finanziari continuano a essere distese”.
“La spinta al rialzo sui rendimenti dei titoli di Stato italiani – aggiunge Via Nazionale – proveniente dai mercati degli Stati Uniti, e’ stata contrastata dalle decisioni prese dal consiglio direttivo della Bce e dalla riduzione del premio per il rischio sovrano”.
“La prosecuzione – spiega ancora Bankitalia – delle campagne di vaccinazione e il sostegno da parte delle politiche economiche si sono riflessi in un miglioramento delle prospettive globali. Negli Stati Uniti il piano espansivo di bilancio dell’amministrazione Biden ha determinato un aumento delle attese di crescita e dei rendimenti a lungo termine”.
Nel breve periodo però “restano incertezze legate all’evoluzione della pandemia e alle sue ripercussioni sull’economia, per i ritardi nelle campagne di vaccinazione e il diffondersi di nuove varianti”.
L’attività economica nell’area euro “ha risentito di un nuovo aumento dei contagi; nonostante un temporaneo rialzo dell’inflazione, le prospettive dei prezzi restano deboli”.
“Il consiglio direttivo della BCE – aggiunge Via Nazionale – ha deciso di aumentare il ritmo degli acquisti di titoli nell’ambito del programma per l’emergenza pandemica, per evitare che la trasmissione del rialzo dei rendimenti osservato sui mercati internazionali si traducesse in un inasprimento prematuro delle condizioni finanziarie nell’area, che non sarebbe giustificato dalle attuali prospettive economiche”.