(Teleborsa) – Il Presidente della Fed Jerome Powell torna a vestire i panni della colomba ed annuncia una politica espansiva per un prolungato periodo di tempo, proprio mentre dalla BCE arrivano conferme sulla necessità di estendere gli aiuti all’economia per evitare una recessione per il secondo anno consecutivo. Le banche centrali sono dunque d’accordo che i rischi connessi ad un ritiro frettoloso degli aiuti sono maggiori di quelli collegati all’aumento dell’inflazione.
In USA tassi bassi ancora a lungo
“La Fed non ha bisogno di alzare i tassi di interesse per timore di un aumento dell’inflazione”, ha affermato Powell intervenendo alla trasmissione “60 Minutes” della CBS, indicando che i tassi resteranno vicini allo zero almeno per quest’anno.
Ribadendo che il rischio principale è un ritiro prematuro degli aiuti, il Presidente ha chiarito “valuteremo un aumento dei tassi di interesse quando la ripresa del mercato del lavoro sarà completa e quando torneremo alla massima occupazione e all’obiettivo di inflazione al 2%, anche se ci vorrà del tempo”.
Powell ha escluso che le politiche fiscali in deficit ed il maxi piano infrastrutturale da 2.000 miliardi di Joe Biden potranno alimentare l’inflazione, mentre ha confermato che la crescita nella seconda metà dell’anno sarà molto forte. Gli esperti stimano una crescita del PIL del 6-7% nel 2021, la più forte dagli anni ’80.
Il numero uno della Fed ha poi indicato che la ripresa rimane irregolare ed il tasso di disoccupazione è al 20% fra i redditi meno elevati rispetto al 6% della media USA.
Panetta: “Evitare secondo anno recessione e gap Nord-Sud”
Anche la BCE continua a sostenere che gli aiuti andranno mantenuti il più a lungo possibile, per alleviare l’economia dal secondo anno di recessione, giacché il recupero dei livelli pre-Covid non si vedrà prima del 2022. Lo ha detto Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo dell’Eurotower, in una intervista a El Pais.
Per Panetta c’è anche “un significativo rischio di divergenza” fra la ripresa delle economie del nord Europa e quelle del Sud, come Spagna ed Italia, e “ci sono rischi che possono impedire la realizzazione dei miglioramenti pianificati”.
“Ci renderemo conto che il danno all’economia è maggiore di quello che vediamo ora“, ha aggiunto il banchiere, auspicando un prolungamento delle misure di sostegno monetarie e fiscali. “La prudenza ci dice che è meglio iniettare troppi stimoli che non essere all’altezza“, ammette.
Quanto agli strumenti, Panetta auspica di “rendere operativo” lo strumento di Recovery da 750 miliardi di euro e l’impiego di quella parte dei 1.850 miliardi di PEPP non utilizzati sino ad oggi, oltre ad un maggior sostegno delle politiche fiscali.