(Teleborsa) – Nella loro valutazione sui rischi, i membri del Consiglio direttivo della Banca centrale europea ribadiscono “la dicotomia tra il costante aumento dei rischi per le prospettive a breve termine e gli sviluppi più positivi a medio termine”. È quanto emerge dai verbali della riunione di marzo della BCE, nella quale i banchieri centrali hanno anche deciso di aumentare gli acquisti del programma PEPP nei mesi a venire.
Nell’analizzare i rischi a breve termine, la BCE sottolinea che sebbene “l’incertezza della pandemia sia diminuita, è rimasta comunque elevata”, prende atto della lentezza della vaccinazione dell’Europa rispetto ad altre parti del mondo e si interroga “su quanto sia realistico presumere che le misure di contenimento saranno ridotte già nel secondo trimestre“. È stata inoltre espressa una certa preoccupazione sul fatto che la reale situazione di interi settori dell’economia e delle famiglie sarà evidente solo una volta che i regimi di sostegno e garanzia dei governi saranno gradualmente eliminati, con “in particolare, il rischio di insolvenze e il loro impatto sui bilanci bancari”.
Guardando oltre la debolezza a breve termine, la BCE prevede che l’attività economica dell’eurozona riacquisisca slancio nel corso dell’anno e sottolinea che “nel medio termine la ripresa dell’economia dell’area euro dovrebbe essere sostenuta da condizioni di finanziamento favorevoli, da un orientamento di bilancio espansivo e da una ripresa della domanda con il progressivo allentamento delle restrizioni”.
In una relazione introduttiva di Philip Lane, componente dell’Executive Board della BCE, sulle condizioni finanziarie nell’area euro, viene osservato che c’è stato un aumento dei rendimenti nominali dei titoli di Stato all’estremità lunga della curva, un miglioramento dell’attitudine al rischio, un aumento dei tassi swap indicizzati all’inflazione, un calo dei premi al rischio delle obbligazioni sovrane e un leggero deprezzamento dell’euro. Riguardo al sell-off nei mercati obbligazionari, viene evidenziato che è stato sincronizzato e diffuso nelle principali economie avanzate, indicando quindi un importante fattore globale.
Guardando ai rischi che circondano le prospettive di crescita dell’area euro a medio termine, la BCE afferma che sono diventati più equilibrati, seppur influenzati dai già citati rischi al ribasso nel breve termine. “Da un lato, le migliori prospettive per l’economia globale, che sono sostenute dal considerevole stimolo fiscale, e i progressi nelle campagne di vaccinazione sono incoraggianti – si legge nelle minute della riunione – D’altra parte, la pandemia in corso, inclusa la diffusione di mutazioni del virus, e le sue implicazioni per le condizioni economiche e finanziarie hanno continuato a essere fonti di rischio di ribasso”.
Per quanto riguarda le aspettative di inflazione, quelle a più lungo termine sono rimaste a livelli contenuti, sebbene gli indicatori di mercato continuino ad aumentare gradualmente. “È stato osservato che parte di questa tendenza al rialzo potrebbe riflettere aspettative di inflazione “importata” dall’esterno dell’area euro, ma anche che le aspettative di inflazione a lungo termine sono aumentate più fortemente nell’eurozona che negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno”.