(Teleborsa) – Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha dichiarato che “che il piano nazionale deve mirare all’inclusione e non può non puntare a porre rimedio ai divari territoriali. Soprattutto a quello tra il Sud ed il Centro-Nord che deve essere uno degli obiettivi primari“. In occasione del convegno “Sud – Progetti per ripartire” promosso dal ministero per il Sud e la Coesione il ministro ha sottolineato la necessità di un approccio “multidimensionale” del piano evidenziando le “molte sfaccettature delle difficoltà di sviluppo del Sud”: “agire su poche variabili può non portare lontano”.
Naturalmente per ridurre il divario tra Sud e Centro-Nord il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non può bastare. “Non bastano solo investimenti – ha spiegato – servono riforme, interventi organizzativi, misure di parte corrente da affrontare anche con strumenti ordinari. L’obiettivo va visto in uno sforzo più ampio e che deve durare di più dei sei anni del piano europeo”. Le disparità tra le due aree del Paese ha penalizzato soprattutto le donne e le fasce di popolazione più giovani del Sud, ha aggiunto, evidenziate da “indicatori di disuguaglianza particolarmente negativi”. Se chi emigra porta via con sé il proprio capitale umano, coloro che restano devono affrontare “ritardi nelle dotazioni infrastrutturali sia qualitativi che quantitativi, una qualità dei servizi pubblici in media inferiore su rifiuti, giustizia e sanità dove il divario dà luogo a fenomeni migratori molto pesanti per i pazienti e loro congiunti”, ha affermato Franco.
Per questo è necessario un “cambio di passo” che veda il coinvolgimento di tutti gli attori interessati: Regioni, Province, Comuni e parti sociali. Il ministro ha auspicato quindi “un’azione corale che ci deve aiutare ad affrontare i problemi dell’Italia”. Tornando al PNRR, Daniele Franco ha così sottolineato che “può dare risultati molto rilevanti. Per l’Italia è un’opportunità importante che ci consente di affrontare alcuni problemi strutturali che affliggono la nostra economia e uno di questi è il divario tra le regioni. Ma serve un cambio di passo soprattutto nei tempi per la realizzazione degli interventi e serve rafforzare le strutture tecniche ed operative”.