(Teleborsa) – SURE, lo strumento di sostegno alla cassa integrazione dei Paesi UE varato per rispondere alla crisi economica da coronavirus, ha sostenuto tra i 25 e i 30 milioni di persone nel 2020 (un quarto degli occupati nei 18 Stati membri beneficiari) e tra 1,5 e 2,5 milioni di imprese colpite dalla pandemia. È quanto emerge dalla prima valutazione preliminare dell’impatto di SURE pubblicata oggi dalla Commissione europea.
SURE fornisce sostegno finanziario, sotto forma di prestiti concessi a condizioni favorevoli dall’UE agli Stati membri, per finanziare regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo e altre misure per preservare l’occupazione. Finora la Commissione ha proposto un sostegno finanziario complessivo di 90,6 miliardi di euro a 19 Stati membri. Una volta completate tutte le erogazioni nell’ambito di SURE, l’Italia avrà ricevuto 27,4 miliardi di euro, risultando il primo Paese per importo complessivo erogato.
“Grazie all’elevato rating di credito dell’UE, utilizzando SURE gli Stati membri hanno risparmiato, secondo le stime, circa 5,8 miliardi di euro di interessi rispetto a quanto avrebbero dovuto pagare se avessero emesso essi stessi debito sovrano”, ha sottolineato oggi la Commissione UE.
Inoltre, la domanda da parte degli Stati membri è stata forte: è già stato stanziato più del 90% della dotazione totale di 100 miliardi di euro disponibile nell’ambito del programma. Altrettanto forte è stato l’interesse degli investitori per le obbligazioni SURE: alla data di chiusura della relazione la Commissione aveva raccolto 53,5 miliardi di euro nelle prime quattro emissioni, con richieste di sottoscrizione in media più di dieci volte superiori alla disponibilità.
“Nell’attesa dell’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, SURE offre un esempio incoraggiante di ciò che la solidarietà europea può fare per i nostri cittadini”, ha commentato Paolo Gentiloni, Commissario UE per l’Economia.
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