(Teleborsa) – “Il dato di gennaio disegna un quadro peggiore di quanto atteso. Le restrizioni alle attività produttive e alla mobilità, territoriali e nazionali, hanno ancora una volta fortemente condizionato la domanda. In questo contesto i più penalizzati sono i negozi di piccole dimensioni del non alimentare, soprattutto di abbigliamento e calzature. Non può consolare che andamenti negativi di entità simile si registrino anche in altri grandi Paesi europei. Una caduta della loro domanda può solo amplificare le difficoltà produttive dell’Italia”. Ha commentato così il dato ISTAT sulle vendite al dettaglio nel mese di gennaio l’Ufficio Studi di Confcommercio.
“In estrema sintesi – prosegue l’Ufficio Studi in una nota – è possibile affermare che il 2021, l’anno della ripartenza, è cominciato molto male. Nell’ambito del prossimo Documento di Economia e Finanza osserveremo significative correzioni al ribasso delle previsioni di crescita e al rialzo per i rapporti di finanza pubblica. Nel frattempo, anche sulla scorta dei dati di gennaio, è necessario e urgente progettare un provvedimento di ristoro efficace e non discriminatorio, neppure sulla base di troppo elevate soglie di perdita di fatturato per avere accesso ai benefici”.