(Teleborsa) – “Spetta in linea generale ai ricorrenti” che si ritengono danneggiati “avviare le azioni per ottenere un risarcimento e, in questo caso, spetta ai ricorrenti provare l’esistenza di un legame diretto tra le azioni o le decisioni della Commissione europea e l’eventuale danno subito”. È questa la riposta di una portavoce dell’esecutivo UE a una domanda sul caso Tercas.
Negli scorsi giorni una sentenza della Corte europea di giustizia aveva definitivamente respinto l’impugnazione della Commissione Europea contro la sentenza del 19 marzo 2019 del Tribunale Europeo che già aveva giudicato erronea e annullato la decisione della Commissione Europea di ritenere “aiuto di Stato” l’intervento predisposto nel 2014 dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per il salvataggio di Banca Tercas.
“Abbiamo preso atto della sentenza e rifletteremo sulle implicazioni”, ha aggiunto la portavoce. In seguito alla sentenza, l’Associazione bancaria italiana (ABI), nelle parole del suo presidente Patuelli, ha chiesto che risparmiatori e banche concorrenti italiane siano “adeguatamente e tempestivamente risarcite per i gravi danni subiti per l’errore di diritto compiuto dalla precedente Commissione Europea”.