(Teleborsa) – Gli Stati membri dell’UE dovrebbero dare la priorità agli investimenti pubblici in istruzione, sanità, alloggio, sostegno familiare e assistenza all’infanzia, assicurandosi che questi servizi raggiungano tutti i bambini. In una bozza di risoluzione adottata oggi con 48 voti favorevoli, 7 contrari e 10 astensioni, la Commissione per le libertà civili del PE sottolinea che “un bambino è prima di tutto un bambino, indipendentemente dall’origine etnica, sesso, nazionalità o background sociale ed economico, capacità, migrazione o Status di Residenza”.
Il testo evidenzia le pesanti conseguenze che la crisi Covid-19 sta avendo sui bambini, aggravando ulteriormente il loro rischio di povertà, compromettendo l’accesso all’istruzione, la loro salute fisica e mentale e aumentando il pericolo di violenze e abusi. Gli eurodeputati hanno esortato la Commissione Ue a presentare una proposta legislativa per istituire la Garanzia europea per l’infanzia nel primo trimestre del 2021. I paesi dell’Ue dovrebbero adottare le misure necessarie per garantire il diritto all’istruzione per ogni bambino, prevenire l’abbandono scolastico precoce e garantire un accesso equo di genere all’istruzione inclusiva sin dalla prima infanzia, anche per i bambini rom, i bambini con disabilità ei bambini migranti, si legge nel testo.
C’è poi il capitolo sull’integrazione e inclusione dei bambini migranti e rifugiati. La loro situazione – sia che si trovino all’interno che all’esterno dell’Ue – deve migliorare, hanno messo nero su bianco gli deputati chiedendo di porre l’accento sui ricongiungimenti familiari e su adeguate condizioni di accoglienza, rimuovendo gli ostacoli all’accesso ai servizi di base e alle misure di integrazione. Gli eurodeputati si sono poi detti particolarmente preoccupati per gli abusi sessuali sui bambini, aumentati a causa della pandemia e hanno denunciano il fatto che ben 23 Stati membri dell’Unione europea non hanno ancora implementato la direttiva del 2011 sulla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile.
Chiesto infine di porre fine al lavoro minorile e a facilitare il ritorno nel loro paese di origine dei bambini europei detenuti all’estero ad esempio da gruppi armati (come lo Stato islamico). Ma anche a combattere tutte le forme di violenza e lo sfruttamento, compresi il matrimonio forzato, la tratta, la tortura, il delitto d’onore, le mutilazioni genitali femminili, l’incesto, l’abbandono scolastico forzato e l’uso dei bambini soldati. Il Parlamento Ue nel suo insieme voterà sulla risoluzione non legislativa durante la prossima sessione plenaria (8-11 marzo).