(Teleborsa) – Il Comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana ha sottolineare che per “riscrivere le regole di un sistema così articolato e interconnesso come quello fiscale richiede lo sforzo corale di tutti gli attori istituzionali”. In audizione presso le commissioni Finanze di Camera e Senato Zafarana ha garantito il sostegno alla riforma fiscale, “nella convinzione che un fisco più equo, semplice e trasparente, oltre a migliorare la compliance, consentirà di orientare più efficacemente l’azione di controllo sui soggetti che, attraverso l’evasione e le frodi fiscali, alterano le regole della concorrenza e del mercato pregiudicando gli operatori economici rispettosi delle regole”.
Il Comandante generale della Guardia di Finanza ha illustrato i dati raccolti dalle dichiarazioni dei redditi del 2018. “Solo il 6,3% dei contribuenti IRPEF ha un reddito derivante prevalentemente dall’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo e che la maggioranza dei contribuenti detiene, in via principale, reddito da lavoro dipendente o pensione”. Ma all’esercizio di attività d’impresa e di lavoro autonomo è riconducibile – in base alle stime elaborate dall’ultima relazione annuale sull’evasione fiscale e contributiva (e il suo aggiornamento, a seguito della revisione dei conti nazionali apportata dall’ISTAT) – l’evasione dell’IRPEF per 32,6 miliardi di euro, “con una propensione al gap del 67,6%, di cui il 63,9% da omessa dichiarazione dell’imposta e il 3,7% da mancati versamenti”.
Quanto all’evasione dell’IRPEF da lavoro dipendente – impiego di lavoratori “in nero” o irregolari – Zafarana ha spiegato che questa è stimabile in più 4,4 miliardi di euro. L’IRPEF, ha ricordato il Comandante generale della GdF, “assicura un introito annuo pari, nel 2019, a oltre 191 miliardi di euro, corrispondente al 75% delle entrate complessive da imposte dirette e al 40% del totale delle entrate tributarie”. L’imposta però, ha aggiunto, “ha perso le sue caratteristiche originarie, considerato che dalla base imponibile tassata in modo progressivo, dopo i redditi di capitale, sono state eliminate 5 altre componenti specifiche, come i redditi da lavoro autonomo e d’impresa assoggettati al regime fiscale di vantaggio e al regime forfetario, di cui usufruiscono oggi oltre 1 milione di soggetti titolari di partita IVA“.
Zafarana ha posto inoltre l’attenzione sull’ancora “consistente ricchezza detenuta all’estero e non dichiarata da parte dei contribuenti italiani”. “Si potrebbe fare una riflessione sulla possibilità di introdurre un prelievo fiscale atto a contemperare le opacità che caratterizzano taluni paesi offshore con le esigenze di equità del carico impositivo – è la proposta del Comandante generale della GdF per affrontare la questione dei cosiddetti paradisi fiscali – L’ipotesi di studio potrebbe essere quella di un prelievo aggiuntivo sulle disponibilità finanziarie detenute presso le giurisdizioni non collaborative inserite nelle liste periodicamente aggiornate dall’Unione europea, valorizzando, ove disponibili, le risultanze dello scambio automatico delle informazioni relative ai conti finanziari”. Il vantaggio di questo modello, ha sottolineato Zafarana, sarebbe quello di “rendere più onerosa la detenzione di ricchezza” presso questi Stati.