(Teleborsa) – Valorizzare la qualità delle produzioni in un’ottica interprofessionale e stimolare un dialogo costruttivo capace di anticipare le esigenze del settore e qualificare l’intera filiera. Con questo obiettivo Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e Assosementi aderiscono formalmente al Consorzio per la valorizzazione delle sementi Convase, che riunisce 23 aziende rappresentanti il 40% della produzione nazionale di sementi certificate di cereali a paglia, rafforzando così la sinergia tra il mondo sementiero e quello agroalimentare. L’intesa – si legge in una nota congiunta – è stata annunciata oggi durante l‘incontro “Il settore sementiero e agricolo: sfide e opportunità nello scenario post-Covid”.
L’accordo raggiunto permette, inoltre, – sottolineano le associazioni – di dare gambe alla creazione del disciplinare “Seme di Qualità”, presentato un anno fa ed elaborato dal Convase, con il supporto Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, per dare agli agricoltori la possibilità di conoscere le informazioni sulla tracciabilità delle sementi, offrendo garanzie sulla qualità del seme acquistato e indicazioni utili per il corretto impiego, con maggiori possibilità di ottenere produzioni elevate e di qualità.
“La filiera agroalimentare – hanno sottolineato i rappresentanti di Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – parte dal seme. Non a caso gli agricoltori operano in stretto e costante contatto con i produttori di sementi, testando direttamente in campo i risultati del loro lavoro e indicando le richieste e le esigenze che arrivano dal mercato, con particolare riferimento alle problematiche agronomiche, fitosanitarie, di resa e di carattere qualitativo. Proprio per tali ragioni – aggiungono le sigle – è fondamentale poter disporre di uno strumento in grado di assicurare la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità del processo produttivo sin dall’inizio del ciclo, partendo dalla semente”. Una tracciabilità che – come ribadito durante l’odierno confronto – ha inizio dal seme, primo e fondamentale elemento per assicurare la qualità del prodotto al consumatore finale. Nel 2020, a fronte di un calo su base annua del 2% circa delle superfici produttive destinate alla coltivazione di grano duro, grano tenero e orzo, cresce sempre di più l’impiego di seme non certificato, che secondo un’elaborazione di Assosementi ha superato anche nel 2020 il 50% delle superfici coltivate a grano duro. In tale contesto, l’intesa raggiunta servirà a rafforzare e confermare la volontà dei principali attori di vincere le sfide comuni che il settore è chiamato ad affrontare. Secondo le associazioni, inoltre, la riduzione della burocratizzazione annunciata dal nuovo governo potrà certamente contribuire ad agevolare il sistema della certificazione del seme, che negli ultimi cinquant’anni non è mai stato rivisto e adeguato.