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Caso GameStop, UE punta a regole più stringenti su app di trading

(Teleborsa) – La probabilità che si verifichi un caso GameStop in Europa è piuttosto limitate, ma i fenomeni di short squeeze che si sono visti a Wall Street il mese scorso devono aprire una riflessione anche nel Vecchio Continente sul modo in cui operano le app di trading e sui rischi per gli investitori al dettaglio. È quanto hanno sostenuto oggi alcuni figure chiave che si occupano di regolare i mercati finanziari in Europa durante un’audizione alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo (ECON).

“La probabilità che eventi simili si verifichino nell’Unione europea sembra limitata”, ha detto Steven Maijoor, presidente dell’Autorità di vigilanza europea sui mercati finanziati (ESMA), sottolineando che i livelli delle posizioni corte europee sono inferiori a quelli degli Stati Uniti (ci sono solo venti azioni con posizioni corte nette superiori al 10%) e che si sono notevolmente ridotti dalla fine di gennaio. “Nessun aumento dell’attività complessiva di vendita allo scoperto nell’UE è stato osservato nel gennaio 2021”, ha puntualizzato.

Maijoor pensa che l’Unione europea dovrebbe interessarsi al fenomeno del trading senza commissioni. Pur ammettendo che avere costi inferiori per gli investitori al dettaglio è un fatto positivo, ha sottolineato che non esiste un “free lunch” e che i pagamenti per il flusso degli ordini da parte di terzi come i market maker possono sostituire le commissioni che sono altrimenti pagate dai clienti, creando conflitti di interesse e minore trasparenza per i clienti al dettaglio.

“Oltre al trading senza commissioni, anche altre pratiche meritano di essere esaminate, come l’uso di app di investimento combinato con un fenomeno noto come la gamification degli investimenti, che ha un potenziale impatto sulla consapevolezza del rischio da parte degli investitori al dettaglio”, ha aggiunto.

Secondo Ugo Bassi, direttore per i mercati finanziari della Commissione europea, i detentori di una posizione corta in azioni dovrebbero comunicarlo alle autorità di regolamentazione dell’UE. Bassi ha affermato che potrebbero essere presi provvedimenti per rendere noto, su base settimanale o bisettimanale, quali titoli hanno posizioni corte. “Potremmo pensare a regole che chiariscano i doveri dei broker o dei consulenti per gli investimenti e delle loro aziende quando partecipano alle chat online”, ha inoltre suggerito Bassi.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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