(Teleborsa) – Un evento di portata “eccezionale” che, salvo ostacoli politici, potrebbe determinare una vera e propria svolta per il nostro Paese. Commenta così l’economista e docente della Innovation Academy Trentino, Andre Ferretti, la nascita del governo Draghi.
“Avevo considerato questa crisi di governo come del tutto inaccettabile dal punto di vista economico perché temevo si trattasse del solito salto nel buio dettato da motivazioni politico-elettorali. Il tutto nel bel mezzo di una pestilenza e con i 209 miliardi del Recovery Fund forse in arrivo. Ovviamente – sottolinea Ferretti – considero l’arrivo di Mario Draghi, sempre sia lodato, come un evento di portata eccezionale che tra l’altro ritenevo molto improbabile. Mai avrei pensato che la politica rinunciasse a gestire in proprio 209 miliardi abdicando a favore di un tecnico”.
Per l’economista l’importanza dell’avvento di Draghi si evince chiaramente dalle previsioni invernali della Commissione europea dalle quali emergono tre dati salienti. “Il PIL 2020 dell’Italia – afferma Ferretti – è il peggiore dell’Eurozona (-8,8%) e la Commissione prevede che tutti i paesi dell’Eurozona ritorneranno a livelli di PIL ante Covid per la fine del 2022”. Un appuntamento che – questo il terzo dato evidenziato dall’economista – l’Italia mancherà perché “in quella data sarà ancora sotto del 2,4% rispetto ai dati ante Covid”.
Esiste, però, una buona notizia. “Queste fosche previsioni – afferma Ferretti – non tengono conto dell’impatto del Recovery Fund. Di conseguenza, se con l’arrivo di Mario Draghi riusciremo a modificare strutturalmente la nostra economia forse non solo ci salviamo ma, come si dice a Roma, ‘svoltiamo proprio’. Se invece la politica impedirà a Mario Draghi di utilizzare nel migliore dei modi questi fondi, ovviamente – conclude l’economista – ci ritroveremo con una crescita asfittica, con un indebitamento lievitato magari al 170% e senza più carte da giocare”.