(Teleborsa) – Cresce meno del previsto la ricchezza dei privati e scatta la fuga al risparmio cautelativo, che si traduce in un boom di liquidità infruttifera. La pandemia e le misure di sostegno al reddito hanno provocato degli effetti distorsivi che rischiano di frenare la ripresa post-Covid.
E’ quanto emerge combinando i risultati di due report giunti negli ultimi giorni, il Global Wealth Report del Credit Suisse Research Institute ed il consueto bollettino mensile dell’ABI sulle attività e passività delle banche e sul risparmio delle famiglie.
La ricchezza cresce meno del previsto
Il report di Credit Suisse sulla ricchezza privata rileva che la ricchezza globale totale delle famiglie a fine giugno era cresciuta di mille miliardi di dollari rispetto all’inizio dell’anno, quando ammontava a 36.300 miliardi di dollari e risultava in forte recupero rispetto al crollo registrato in primavera.
Ad incentivare questo aumento hanno contribuito però le misure approntate dalle autorità governative, che hanno consentito un recupero de mercati azionari e dei prezzi delle case.
La crescita della popolazione adulta, più marcata della crescita della ricchezza ha però prodotto una contrazione della ricchezza media per individuo, che si è portata a 76.984 dollari dai 77.309 dollari di inizio anno. Se si considera poi che le aspettative indicavano una crescita fino a 78.376 dollari, il rapporto evidenzia che le famiglie sono più povere e l’effetto del Covid ha pesato per 1.392 dollari.
L’insana corsa ai conti correnti
Gli italiani sono un popolo di risparmiatori, ma i rendimento che tendono verso lo zero e la crisi economica hanno prodotto un’insana corsa alla liquidità, che rischia di bloccare la ripresa economica se non vi si porrà rimedio.
L’ultimo rapporto dell’ABI sul settore creditizio evidenzia infatti che liquidità sui depositi bancari a settembre era balzata dell’8% a 1.682 miliardi, un livello molto vicino a quello del PIL di fine 2019 che ammontava a 1.787 miliardi e, nel frattempo, si è contratto a causa della pandemia. Ciò implica che a fine 2020, le voci liquidità e PIL tenderanno a convergere, fotografando un Paese che non riesce a canalizzare il risparmio su investimenti fruttieri per l’economia reale.
Una tendenza già emersa durante il lockdown, che sta proseguendo con la seconda ondata di pandemia e getta ombre sul futuro e sulle capacità di crescita del Paese.