(Teleborsa) – La pandemia da Covid-19 ha causato drammatiche perdite di vite umane e gravi danni all’economia europea, ma grazie a una risposta politica eccezionalmente forte, sono stati evitati risultati più devastanti. È quanto sintetizza il Fondo Monetario Internazionale nel suo Regional Economic Outlook pubblicato oggi anche in base al World Economic Outlook presentato la scorsa settimana.
Lo studio rileva come il Pil reale nel continente sia diminuito di circa il 40% nel secondo trimestre del 2020 – annualizzato trimestre su trimestre – con una contrazione più profonda nell’Europa più avanzata, dove il virus si è diffuso inizialmente, rispetto all’Europa emergente.
Secondo il report i programmi di tutela del lavoro hanno preservato almeno 54 milioni di posti di lavoro. La previsione del FMI è che il Pil reale europeo si contrarrà del 7% nel 2020 – il più grande calo dalla seconda guerra mondiale – seguito da un rimbalzo del 4,7% nel 2021. Ma la forza della ripresa dipenderà in modo cruciale dal corso che seguirà la pandemia: il rischio di una seconda forte ondata, infatti, potrebbe frenare tale ripresa. Per tali ragioni, il report raccomanda, “finché la ripresa non è radicata e le prospettive per un vaccino continuano a migliorare, di “continuare con le varie politiche che tutelano i posti di lavoro” e sottolinea che “per sostenere la ripresa dalla pandemia, le politiche dovrebbero cercare di affrontare sfide di lunga periodo, come la bassa crescita della produttività, la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e la crescente disuguaglianza”.
Lo studio rileva inoltre che questi programmi di sostegno al lavoro, le moratorie sul debito, le sovvenzioni e le garanzie sui prestiti potrebbero essere efficaci per soddisfare le esigenze di liquidità delle imprese, soprattutto nelle economie europee più avanzate. Allo stesso tempo, la capacità delle misure politiche annunciate di frenare l’aumento dei rischi di solvibilità appare più limitata, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI), a causa del previsto aumento dell’indebitamento delle imprese.
La raccomandazione del FMI in questo caso è quindi di “un’attenta calibratura delle politiche per supportare meglio le società ritenute redditizie a lungo termine e per facilitare l’uscita ordinata di aziende che difficilmente avranno successo nell’economia post-pandemica”.