(Teleborsa) – Nel 2020 ci sarà un calo “forte e diffuso” del reddito pro-capite nel mondo a causa del coronavirus. Lo ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sottolineando che “l’impatto a lungo termine della crisi rimane circondato da una grande incertezza, perchè è difficile dire quanto e in che modo la pandemia ridefinirà il comportamento delle famiglie e i modelli di consumo, quali nuovi bisogni emergeranno e quali abitudini sociali saranno definitivamente abbandonate”.
“La diffusione mondiale del coronavirus – ha spiegato Visco intervenendo al 102esimo Meeting del Development Committee della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale – ha portato a un’emergenza sanitaria estremamente grave e a una crisi economica senza precedenti nella storia moderna. Per contenere la pandemia, molti Paesi hanno dovuto introdurre misure per limitare i movimenti delle persone e le interazioni sociali e sospendere molte attività produttive. Le ripercussioni sulla crescita globale sono già state estremamente gravi“.
Con il riacutizzarsi della pandemia nel mondo “è molto importante limitare la diffusione della crisi all’interno del settore finanziario, per evitare ulteriori “loop” di feedback negativi“, sottolinea ancora il Governatore precisando che “mentre il ciclo economico internazionale è leggermente migliorato durante l’estate, con l’avvio della ripresa in molti Paesi, la pandemia ha continuato a diffondersi. Di conseguenza l’incertezza rimane elevata in tutto il mondo, riducendo consumi e investimenti”.
“Il forte aumento del risparmio – ha aggiunto – in molti Paesi negli ultimi mesi, in gran parte causato da motivi precauzionali, potrebbe frenare a lungo la domanda aggregata, rallentando la ripresa. Un rallentamento prolungato nell’accumulo di capitale può frenare la crescita della produttività, con un impatto sulle prospettive a lungo termine”.
Il Governatore della Banca d’Italia ha anche osservato che “la crisi economica causata dal coronavirus colpisce di più i lavoratori scarsamente qualificati e poco retribuiti”, sottolineando che “le conseguenze economiche e sociali di questa crisi richiedono un’azione continua a tutti i livelli. Bisogna riconoscere che l’impatto della pandemia non è stato uniforme tra i lavoratori, con la perdita di posti di lavoro e la disoccupazione concentrate tra i lavoratori scarsamente qualificati e poco retribuiti”.