(Teleborsa) – Si apre oggi il Consiglio europeo che avrà come tema clou la Brexit, in vista della scadenza di oggi 15 ottobre per portare a termine i negoziati. Questo è infatti l’ultimo Consiglio utile per poter approvare un accordo, ma anche il Regno Unito ha fissato questa data limite per avviare l’iter legislativo interno per l’approvazione dell’accordo.
Lo spauracchio del “no deal” è dietro sempre dietro l’angolo, anche se le parti hanno già acconsentito a portare avanti i negoziati ad oltranza, anche dopo la data odierna, fino al termine ultimo del 31 dicembre, quando di fatto scadrà l’anno di transizione e scatterà la separazione.
I negoziati si sono intensificati negli ultimi giorni, ma non si intravede alcun passo avanti nelle trattative. I nodi restano essenzialmente tre: l’Irlanda, la pesca e le relazioni commerciali.
Sul fronte Irlanda, l’oggetto del contendere riguarda la frontiera fisica e l’Internal Market Bill”, che il Premier Johnson ha voluto far approvare dal Parlamento britannico. Quanto alla pesca, l’UE ed in particolar modo la Francia, vorrebbero mantenere tutti i privilegi avuti sinora. Sulle future relazioni commerciali, l’UE pretenderebbe che il Regno unito accettasse una serie di vincoli per mantenere relazioni commerciali privilegiate, recependo regolamenti e direttive comunitarie in materia commerciale e soprattutto una disciplina sugli aiuti di Stato che limiterebbero la sovranità di Londra. E tema dell’ultimo minuto, secondo Bloomberg, una legge che consentirebbe al governo britannico di estromettere le società straniere dalla gestione di imprese strategiche per l’economia.
Le parti restano arroccate sulle rispettive posizioni ed il capo negoziatore europeo Michel Barnier ha ribadito che serve un accordo, “ma non sarà ad ogni costo”.
Una posizione ribadita anche dal Premier Giuseppe Conte, mentre tenta di mediare la Cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale ha affermato che “l’Ue è unita nel tentativo di raggiungere un accordo”, ma ha ammesso che “dobbiamo anche prepararci al caso in cui non ci sarà accordo”.