(Teleborsa) – Con una nuova stretta sul numero di passeggeri per i mezzi del trasporto pubblico locale (Tpl) si avrebbe un “notevole disservizio” per gli utenti.
È quanto sostiene Asstra, l’associazione delle aziende del trasporto urbano ed extraurbano, secondo cui “in presenza di una riduzione ulteriore del valore del coefficiente di riempimento dei mezzi attualmente consentito (80%) risulterebbe difficile per gli operatori del Tpl continuare a conciliare il rispetto dei protocolli anti-Covid e garantire allo stesso tempo il diritto alla mobilità per diverse centinaia di migliaia di utenti ogni giorno, con il conseguente rischio di fenomeni di assembramento alle fermate e alle stazioni“.
Solo nelle ore di punta mattutine “si rischierebbe di non poter soddisfare da oltre 91mila (ipotesi capienza massima consentita al 75%) a circa 550mila spostamenti ogni giorno (scenario al 50%), arrecando un notevole disservizio quotidiano all’utenza. Esprimendo tale dato in termini di singola persona, significherebbe ad esempio, nell’ipotesi di riduzione al 50% della capienza massima consentita, impedire a circa 275mila persone al giorno di beneficiare del servizio di trasporto sia per motivi di studio che di lavoro”.
La più diretta conseguenza, spiega Asstra, è quella di incrementare il trasporto privato, principalmente con l’automobile – “da oltre 42mila a oltre 250mila spostamenti in auto in più ogni giorno solo nelle ore di punta mattutine” – e quindi le ripercussioni negative in termini di emissioni inquinanti, soprattutto nei grandi centri urbani, ed emissioni climalteranti, “senza considerare gli effetti sulla congestione stradale derivanti da un maggiore utilizzo del suolo e sul tasso di incidentalità”.