(Teleborsa) – Quella di quest’anno è stata definita un’edizione straordinaria del Welfare Index PMI. Ma quali sono state le evidenze più inattese? “È un’edizione straordinaria – ha spiegato Andrea Mencattini, head of Governance & Institutional Relations Generali Italia – perché la ricerca è avvenuta mentre succedeva il Covid, quindi con tutti gli effetti dirompenti che ha avuto sulle aziende e sull’organizzazione. Il tema della salute è sempre stato importante, ma con l’emergenza Covid è salito al primo posto, sia per gli imprenditori, datori di lavoro, che si sono resi conto che attraverso la difesa della salute dei loro dipendenti e delle famiglie, garantivano la continuità aziendale. Ma anche – ha aggiunto – dal punto di vista dei lavoratori. Se questi ultimi sulle iniziative di welfare aziendale hanno normalmente un gradimento medio, invece sulla salute quasi il 90% dei lavoratori ha apprezzato le iniziative delle imprese che hanno provveduto a tamponi, assistenza, consulti psicologici e medici, mettendo a disposizione una serie di servizi sanitari che sono risultati centrali. L’altro elemento – ha sottolineato Mencattini – è quello della conciliazione vita-lavoro, in cui appunto si è passati da un concetto scontato di presenza di lavoro in ufficio a tante soluzioni, flessibilità negli orari, permessi, remotizzazioni nei posti di lavoro, fino ad arrivare alla revisione dei processi organizzativi attraverso lo smartworking”.
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Commentando l’impatto che l’emergenza Covid-19 ha avuto sul welfare aziendale Enea Dallaglio, ricercatore Welfare Index PMI ha affermato che il “Covid-19 è stato veramente un test per il welfare aziendale. Intanto – ha spiegato – l’emergenza ha dimostrato che le imprese con un welfare robusto sono state più capaci di reagire e si sono poste come punto di riferimento per la comunità. Hanno dato informazioni, diffuso servizi, hanno aiutato molto i lavoratori e le loro famiglie e in molti casi hanno anche materialmente contribuito al servizio sanitario locale, hanno fatto donazioni, hanno offerto il loro contributo alle comunità in tutti i sensi. Inoltre il Covid ha fatto si che le imprese irrobustissero il loro welfare generando un aumento delle iniziative da parte delle imprese”.
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Parlando delle caratteristiche delle 78 imprese Welfare Champion 2020, Dallaglio ha affermato che si tratta di “imprese di tutti i settori e tutte le classi dimensionali, e questo è molto importante sottolinearlo. Ovviamente – ha aggiunto – il welfare è più largo e articolato nelle grandi imprese. Noi abbiamo intervistato imprese che vanno dai 6 ai mille dipendenti e se è vero che le imprese più piccole sono all’inizio di un’esperienza di welfare aziendale sono anche quelle che crescono di più. Quindi il welfare aziendale cresce di più nelle imprese piccole”.