(Teleborsa) – La crisi pandemica non ferma il processo di condolidamento del settore bancario, culminato con l’aggregazione –, che ha dato nuova linfa ad un settore bancario un po’ opaco. Una operazione che ha aperto a nuovi scenari di fusione, coinvolgendo diverse banche e soprattutto , la controllata dal Tesoro che si è appena liberata del fardello degli NPL con la creazione di una bad bank e la cessione ad AMCO.
E proprio sul Montepaschi tornano le indiscrezioni delle ultime ore, indicando la direzione di un accordo che da Roma porta direttamente a Milano, in Piazza Gae Aulenti. Secondo Bloomberg, che cita fonti anonime vicine alla situazione, l‘Ad di Unicredit, Jean Pierre Mustier sarebbe stato sentito al Ministero delle Finanze sul tema della possibile vendita della quota del 68% di MPS in mano allo Stato.
Si sarebbe trattato di contatti informali, ma il Tesoro vedrebbe la vendita a Unicredit tra le possibili opzioni per la dismissione della quota nella banca senese. Il Ministro Roberto Gualtieri avrebbe già firmato una bozza di decreto che autorizza la vendita di MPS.
Il Ceo di Unicredit, scrive ancora l’agenzia internazionale, non sarebbe però disposto a prendere in considerazione alcun accordo che non fosse almeno neutrale in termini di capitale e che non protegga la sua banca da rischi legali, che ammontano a circa 10 miliardi. A questo proposito sarebbe stata anche condotta da Unicredit un’analisi interna per valutare rischi e benefici dell’operazione di aggregazione con MPS.