(Teleborsa) – L’Italia è ancora ferma e, al di là delle misure previste dal Dl Agosto, si avverte sempre più l’esigenza di garantire un “patto” governo-parti sociali ed avviare un dibattito chiaro e trasparente sul tema cruciale del lavoro. L’imput è arrivato sia dalla leader della Cisl, Annamaria Furlan, sia dal Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
La Furlan, in una intervista a La Stampa, in vista del vertice imprese-sindacati in programma lunedì 7 settembre, ha auspicato un “patto forte” tra chi rappresenta il mondo del lavoro (imprese e sindacati) per indicare al Governo le “priorità” e per “utilizzare bene le risorse del recovery fund”, partendo dal rinnovo dei contratti e dal patto di fabbrica del 2018.
Un messaggio inequivocabile diretto al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che in un’altra intervista a La Stampa ha contestato le accuse mosse a Confindustria sui contratti, ribadendo “siamo i primi a volerli rinnovare”, ma rimarcando “noi chiediamo che chi sottoscrive i patti poi si impegni a rispettarli” a partire dall’agganciamento dei contratti agli aumenti di produttività. Ed ha aggiunto “vogliamo dare più soldi ai lavoratori per welfare aziendale, previdenza integrativa, formazione e assegni di ricollocazione. Ai lavoratori, non alle casse sindacali”.
Dicendosi deluso di come sono andate le cose ad agosto, perché è ancora “tutto fermo”, a partire dal “piano per le riforme UE” ai “progetti sanitari per attivare il prestito del MES”, il leader degli industriali ha parlato di “giorni decisivi” per determinare le sorti dell’Italia, altrimenti si entrerà “in una crisi drammatica, dalla quale rischiamo di non uscire più”.
Bonomi ha contestato i “bonus a pioggia” del Dl Agosto, mentre “le esperienze del passato dimostrano che misure del genere danno sempre risultato zero”. Il nodo cruciale – afferma – sono la riforma degli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, ma le proposte di confindustria non hanno ricevuto alcuna risposta. Senza interventi sul lavoro – ha aggiunto – “rischiamo una gigantesca macelleria sociale” e sono a rischio oltre un milione di posti di lavoro.
Bonomi ribadisce anche il no delle imprese al prolungamento del blocco dei licenziamenti.”Noi abbiamo detto che nella prima fase dell’emergenza l’allargamento della CIG e il blocco dei licenziamenti erano interventi giusti – afferma – ma abbiamo aggiunto che contestualmente dobbiamo ragionare tutti insieme su una graduale exit strategy dall’economia assistita e su un nuovo sistema di protezione sociale”.