(Teleborsa) – Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2020, la crisi del 2020 e gli effetti dell’emergenza Covid si fanno sentire sui bilanci familiari con una compressione delle spese libere e un aumento di quelle obbligate che incidono per quasi il 44% sul totale dei consumi delle famiglie (il livello più alto dal 1995) arrivando a pesare per oltre 7.000 euro l’anno pro capite.
Tra le spese obbligate, la voce abitazione è quella che incide maggiormente arrivando a “mangiarsi” – tra affitti, manutenzioni, bollette, e smaltimento rifiuti – oltre 4.000 euro pro capite; all’interno dei consumi commercializzabili (9.095 euro pro capite nel 2020) la componente principale è rappresentata dai beni con una quota sul totale consumi in lieve aumento (dal 38,4% del 2019 al 40,6%), mentre i servizi interrompono la costante crescita dal 1995 con un brusco calo nell’ultimo anno dal 21% al 15,6%; per la prima volta dal 2007, si spende più per gli alimentari che per i servizi.
“L’emergenza Covid ha riportato i consumi ai livelli più bassi degli ultimi 25 anni” – ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – commentando l’analisi dell’Ufficio Studi della Confederazione sulle spese obbligate. “Inoltre – ha aggiunto Sangalli – ci preoccupa l’aumento delle spese obbligate delle famiglie – come affitti, bollette, assicurazioni – che erodono quasi il 44% dei consumi totali”. Se non si interviene con decisione tagliando le tasse “perderemo definitivamente la possibilità di agganciare la ripresa economica“.