(Teleborsa) – Al Vertice internazionale per l’Azione sull’Intelligenza Artificiale a Parigi, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito la visione italiana di un’intelligenza artificiale etica, regolamentata e inclusiva. Secondo Urso, l’Europa deve seguire una via autonoma, sicura e antropocentrica, in cui la tecnologia rimanga al servizio dell’uomo.
“L’Europa ha il dovere di costruire un modello di sviluppo dell’IA che segua una strada autonoma, equilibrata e sicura, secondo la propria visione antropocentrica, in cui la scienza resta sempre al servizio dell’uomo. È questa la strada indicata dall’Italia nel disegno di legge del governo Meloni che anticipa il Regolamento UE definito proprio su impulso del nostro Paese. In questo contesto – ha affermato Urso nel corso del panel sulle migliori applicazioni dell’IA nel mondo produttivo – si è caratterizzata anche la presidenza italiana del G7 che ha dato avvio all’AI Hub per lo Sviluppo Sostenibile, in linea con il Piano Mattei promosso dal Presidente Meloni”.
Il Ministro ha ricordato come l’Italia stia costruendo un ponte tra Europa e Africa attraverso il Piano Mattei, favorendo investimenti e innovazione. “L’IA non deve essere uno strumento di diseguaglianza, ma un motore di crescita inclusiva. Per questo abbiamo creato l’AI Hub for Sustainable Development, lanciato insieme all’UNDP sotto la nostra presidenza del G7″.
L’AI Hub è un’iniziativa pionieristica destinata ai Paesi emergenti, con particolare attenzione all’Africa, e opererà in sei settori chiave: energia, agricoltura, salute, acqua, istruzione e infrastrutture. “Vogliamo accompagnare le piccole e medie imprese africane – ha spiegato Urso – verso un utilizzo sicuro e produttivo dell’intelligenza artificiale, che risponda alle loro esigenze locali”.
Urso ha inoltre sottolineato la leadership italiana nei supercalcolatori e nelle tecnologie quantistiche, essenziali per l’evoluzione dell’IA e la sicurezza dei dati. “L’Italia è consapevole che il controllo dell’IA passa dalla capacità di processare grandi quantità di dati in modo rapido e sicuro. Per questo, abbiamo due tra i più potenti supercalcolatori al mondo: il Cineca a Bologna e, soprattutto, il Davinci di Genova, che oggi è il terzo più performante a livello globale”.
L’importanza dei supercalcolatori non riguarda solo la ricerca scientifica, ma anche la sicurezza dei dati e l’autonomia digitale dell’Europa. “I data center sono le miniere del futuro, e l’Italia è al centro della connettività globale, con una posizione strategica tra Europa, Africa, Penisola Arabica e Indo-Pacifico. Investire in supercalcolo significa garantire che i nostri dati e il nostro know-how rimangano sotto il controllo dell’Europa, senza dipendere da altri attori globali”.
L’AI Act europeo rappresenta un passo avanti, ma Urso avverte: “Non bastano le regole, servono strumenti che abilitino gli investimenti e diano all’Europa un ruolo di primo piano a fronte dell’azione degli altri grandi attori a livello globale”.