(Teleborsa) – Diverse centinaia di lavoratori metalmeccanici della provincia di Roma, insieme alle organizzazioni sindacali, si sono radunati in piazza Barberini, nella Capitale, in occasione dello sciopero nazionale di otto ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm. L’obiettivo della manifestazione era sollecitare Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica alla ripresa della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto. Il corteo si è poi diretto verso la sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove si è tenuto un presidio.
Tra i manifestanti, che intonavano lo slogan “Contratto, contratto“, erano presenti anche il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, e la segretaria del PD, Elly Schlein. Salario, orario di lavoro, sicurezza e precarietà sono i temi principali delle rivendicazioni sindacali. Manifestazioni analoghe si sono svolte in tutta Italia a livello provinciale e regionale.
Il capogruppo PD in Commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, ha criticato l’atteggiamento del governo, esortandolo a riaprire il tavolo delle trattative: “È una vergogna il silenzio dei ministri Calderone e Urso di fronte alla tracotanza di Federmeccanica”. Anche il segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, ha sottolineato che lo sciopero è stato indetto per ottenere aumenti salariali che preservino il potere d’acquisto dei lavoratori, gravemente eroso negli ultimi anni. “Se non crescono i salari, se non si riduce e redistribuisce l’orario di lavoro, se non si costruisce una politica industriale per lo sviluppo, non c’è futuro per nessuno”, ha affermato Bombardieri.
Maurizio Landini ha rimarcato che la vertenza non riguarda solo il salario, ma anche il modello di sviluppo industriale del Paese. “Le aziende hanno fatto profitti, mentre i lavoratori hanno garantito continuità durante la pandemia. Il rifiuto di Federmeccanica di trattare è un atteggiamento irresponsabile, non solo nei confronti dei lavoratori, ma dell’intero sistema produttivo”. Secondo Landini, per rilanciare la crescita economica è necessario aumentare i salari, ridurre la precarietà e investire nella formazione.
Ferdinando Uliano (Fim), Michele De Palma (Fiom) e Rocco Palombella (Uilm) hanno espresso soddisfazione per la partecipazione massiccia allo sciopero, evidenziando che in totale le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici hanno già effettuato 24 ore di sciopero per ottenere il rinnovo contrattuale. “Nel contesto economico e sociale attuale, il rinnovo del CCNL è fondamentale per la difesa e il rilancio del lavoro industriale”, hanno dichiarato, annunciando che, in assenza di un’apertura delle trattative, nei primi giorni di aprile saranno decise ulteriori azioni di protesta.
Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha ribadito l’importanza della vertenza: “Durante la pandemia abbiamo lavorato per mantenere in piedi il Paese, ora chiediamo un giusto riconoscimento. Abbiamo avanzato una richiesta di aumento salariale di 280 euro, in linea con altri settori, ma Federmeccanica continua a ignorare le nostre istanze”. Palombella ha anche criticato l’atteggiamento del governo, sottolineando che “le giornate di sciopero non sono una scampagnata, ma una lotta per il diritto a un lavoro dignitoso”.
Anche la leader della Cisl, Daniela Fumarola, ha definito inaccettabile il rifiuto di Federmeccanica di trattare: “Il contratto collettivo è essenziale per adeguare i salari al costo della vita e migliorare le condizioni di lavoro. Ignorare le richieste sindacali significa mortificare la dignità di chi contribuisce alla crescita del Paese”.
Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil, ha accusato Federmeccanica di un atteggiamento antidemocratico: “Tutti parlano di bassi salari, ma quando chiediamo di trattare, Federmeccanica si sottrae al confronto. Non ci fermeremo finché non avremo il rinnovo del contratto”.
Infine, Palombella ha evidenziato che la vertenza non riguarda solo il salario, ma anche la transizione ecologica, le crisi industriali e il futuro delle imprese. “I lavoratori difendono l’Italia e la manifattura. Non accettiamo che Federmeccanica ci faccia pagare il prezzo della crisi mentre le aziende continuano a fare profitti“.
Con lo sciopero di oggi, i metalmeccanici lanciano un segnale chiaro: senza un contratto equo e una politica industriale solida, non c’è futuro per il settore e per l’economia italiana.