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Liquidità investita delle famiglie, Italia sopra media UE ma lontana da USA

(Teleborsa) – I mercati europei continuano a caratterizzarsi per “dimensioni strutturalmente inferiori” rispetto al mercato statunitense. A settembre 2024, la capitalizzazione complessiva dei mercati azionari statunitensi in rapporto al PIL risultava superiore al 200%, a fronte del 60% osservato nell’area euro (38% in Italia). È quanto emerge nel Rapporto “Tendenze e sfide per il settore finanziario italiano” della CONSOB, dove viene fatto notare che, tra i maggiori mercati azionari per capitalizzazione, (la principale borsa valori europea) si colloca al quinto posto a livello globale, con una capitalizzazione di mercato di circa 5.400 miliardi di euro alla fine di novembre 2024. Tuttavia, i diversi mercati gestiti da Euronext, se considerati singolarmente, presentano dimensioni modeste rispetto ai maggiori attori su scala globale (con una capitalizzazione pari, in media, a circa 900 miliardi di euro).

Entrambe le giurisdizioni registrano una contrazione dei mercati azionari con il numero di società quotate in diminuzione ormai da diversi anni. Il fenomeno del delisting interessa anche l’Italia dove, nel 2024, sono uscite dal mercato 29 società, 15 da EXM e 14 da EGM. Nel medesimo periodo il numero di società di nuova quotazione o ammesse alla negoziazione è stato pari a 23, di cui solo due sul mercato principale EXM e 21 su EGM.

Secondo lo studio, un fattore cruciale è rappresentato dalla partecipazione degli investitori istituzionali ai mercati azionari, che in Europa risulta significativamente più bassa rispetto agli Stati Uniti: a novembre 2024, la capitalizzazione di mercato delle prime 100 società statunitensi attribuibile agli investitori istituzionali risultava pari al 74% circa a fronte del 42% riferibile alle prime 100 società europee. Con riferimento alla partecipazione degli investitori istituzionali ai mercati dei capitali, CONSOB osserva anche che tali investitori possono svolgere un ruolo chiave anche nel finanziamento delle PMI, poiché dotati di risorse consistenti e di orizzonti di investimento a lungo termine. Ad oggi, la loro partecipazione al capitale delle società quotate su EXM risulta piuttosto contenuta e comunque limitata alle società di maggiori dimensioni.

Passando al settore del private equity e del venture capital, CONSOB osserva differenze di rilievo tra il contesto statunitense e quello prevalente in Europa. Stime di analisti mostrano che, nei primi nove mesi del 2024, gli investimenti di private equity e di venture capital negli Stati Uniti sono stati pari a 1,8 e 3,2 volte quelli realizzati in Europa.

L’Europa è indietro anche nell’ambito della partecipazione, diretta e indiretta, degli investitori retail ai mercati dei capitali. Il livello di partecipazione degli investitori retail al mercato dei capitali può essere dedotto dall’analisi delle attività finanziarie detenute dalle famiglie. Il rapporto tra strumenti del mercato dei capitali (azioni quotate e non quotate, quote di fondi comuni, titoli di debito, prodotti assicurativi e quote di fondi pensione) e il totale delle attività finanziarie detenute dalle famiglie può essere considerato un buon indicatore della partecipazione complessiva degli investitori retail ai mercati dei capitali. A titolo di confronto, a giugno 2024 questo rapporto risultava pari a circa il 70% negli USA, rispetto al 54% nell’area euro (57% in Italia). Nello stesso periodo, il rapporto tra liquidità (contanti e depositi) e strumenti del mercato dei capitali detenuti dalle famiglie era pari al 17% negli USA a fronte del 60% nell’area euro (48% in Italia). Affinché nell’area euro tale rapporto si allinei a quello rilevato negli USA, viene calcolato che sarebbe necessario reindirizzare fino a 6.500 miliardi di euro di liquidità presente nel portafoglio delle famiglie europee verso investimenti in strumenti del mercato dei capitali.

“Una delle principali sfide per l’Eurozona, e ancor di più per l’Italia, resta quella di favorire un cambiamento strutturale nell’assetto delle fonti di finanziamento dell’economia reale, al fine di garantire, attraverso la maggiore diversificazione, la resilienza del sistema finanziario nel suo complesso e sostenere una crescita della competitività delle imprese in un quadro globale sempre più complesso – si legge nel rapporto – Accanto a tale obiettivo occorre osservare che il diffondersi di nuove tecnologie, assieme a benefici in termini di efficienza e produttività, implica anche rischi connessi alla sicurezza delle infrastrutture pubbliche e private, che necessitano di un adeguato monitoraggio. Analogamente, anche lo sviluppo dei mercati delle cripto-attività rappresenta un fenomeno che richiede attenzione ai fini della tutela degli investitori”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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