(Teleborsa) – “Sono state presentate le offerte vincolanti per l’acquisizione degli asset industriali di ex Ilva/Acciaierie d’Italia” e “adesso è indispensabile che le organizzazioni sindacali vengano convocate dal governo per aprire la fase di confronto: è urgente conoscere i piani industriali di chi ha presentato offerte”. Lo afferma Usb Industria, aggiungendo che “è necessario evitare la vendita-spezzatino: serve mantenere unito l’intero asset produttivo e dare certezze quel che riguarda la gestione unitaria della forza lavoro, assicurando un trattamento uguale per tutti, a Taranto come a Genova e negli altri stabilimenti”.
“Ci aspettiamo, inoltre, che lo Stato – ribadisce l’Unione sindacale di base – mantenga la sua presenza all’interno della compagine societaria, rivestendo un ruolo attivo di garanzia. Serve, infine, che il governo stili un Piano Taranto per dare risposte chiare a un territorio che ha già pagato tanto sul piano sanitario, ambientale e produttivo-occupazionale”.
Con 10 offerte sul tavolo dei commissari per l’Ex Ilva, di cui tre per l’intero gruppo e le altre per singoli asset la questione ex Ilva entra in una fase decisiva. Come ha sottolineato giorni fa il ministro Adolfo Urso “la partecipazione così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana”. Ma tale passaggio, tuttavia, non rassicura i sindacati che chiedono un tavolo a Palazzo Chigi.
Il progetto per l’ex Ilva dovrà, auspicabilmente, tenere insieme obiettivi complessi e non facilmente conciliabili: la sostenibilità economica e la sostenibilità ambientale, la tutela dei livelli di occupazione e la garanzia sui livelli di produzione, gli investimenti. E non si esclude che dalla rosa iniziale si possa poi arrivare a nuove cordate, eventualmente affiancando un partner italiano ad uno degli attori internazionali che puntano a rilevare il gruppo nel suo insieme. I commissari precisano che potranno essere valutate eventuali altre proposte “esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli”.
Alla scadenza sono arrivate offerte per l’intero gruppo Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, dalla cordata azera Baku Steel Company e Azerbaijan Investment Company, dall’indiana Jindal Steel International, dal fondo statunitense Bedrock Industries Management. Il sistema dell’acciaio italiano si è invece mosso per singoli asset con Marcegaglia che emerge come punto di riferimento anche nell’aggregare diverse alleanze. Il gruppo di Gazoldo degli Ippoliti punta ai tre siti per la produzione di tubi: Socova a Sénas in Francia (dove a Marsiglia ha recentemente acquisito lo stabilimento di Fos-sur-Mer); Racconigi in cordata con Profilmec Group ed Eusider della famiglia Anghileri; Salerno, in cordata con Sideralba che è già partner di Marcegaglia per un sito in Tunisia. Sempre per singole attività, in gioco ancora Eusider, la siciliana Imc, la milanese Vitali, e la cordata creata dalla società beneventana Car Segnaletica Stradale con Monge e Trans Isole,