(Teleborsa) – Era l’8 novembre 1995 quando partiva dagli uffici torinesi di il primo ordine in Borsa, utilizzando un collegamento dati su linea telefonica tramite modem. Da quel momento la crescita della società, vero e proprio pioniere del trading online in Italia, non si è più fermata, sfondando alla fine dello scorso anno quota 100 mila clienti e 6 miliardi di euro di asset della clientela. Questi numeri sono destinati a continuare a crescere, secondo l’amministratore delegato Andrea Busi, che vede in questi mesi “un fermento che ricorda il boom dell’internet economy per quanto riguarda gli investimenti online“. “Siamo in un momento molto fertile, con rinnovato entusiasmo e attenzione per il mondo degli investimenti online”, ha detto durante la presentazione dei risultati 2024.
Directa SIM ha chiuso l’anno con un utile netto di 11,3 milioni di euro (+38% sul 2023) – “un risultato che fino a qualche anno fa era un miraggio“, ha sottolineato Busi – e poi ha scelto di abbandonare il progetto “Private Banking” (con extra costo di 1 milione di euro) per concentrarsi sul business core. “In questi mesi nuovi player si sono affacciati sul mercato – ha spiegato – E per la struttura esile che abbiamo, alla fine siamo meno di 100 persone, abbiamo più vantaggio a concentrarci sulle attività core, per non disperdere energie e cogliere nuove opportunità”.
Solo per citare le società più in vista, tra fine 2024 e inizio 2025 Revolut ha lanciato l’IBAN italiano, piani di investimento ETF a zero commissioni in Italia e conti deposito, Trade Republic ha lanciato la succursale in Italia con l’IBAN, oltre che un servizio di sostituto d’imposta per investimenti, Scalable Capital ha lanciato una nuova Borsa europea per investitori retail e un proprio ETF.
Non commentando le azioni dei competitor, l’AD di Directa non si mostra comunque preoccupato dalla loro vivacità e afferma che “la crescita nei primi mesi dell’anno è stata superiore alle aspettative“. Secondo Busi, la maggior parte degli operatori ha al momento tre gap: “Directa offre alla propria clientela il regime amministrato con sostituto d’imposta, mentre altri no ed è una scocciatura non da poco; inoltre, abbiamo un servizio clienti in italiano che risolve i problemi in tempo reale; da ultimo, con un po’ di orgoglio, faccio notare che il nostro nome è associato da 30 anni al trading online e credo che nella comunità online degli investitori Directa sia un brand “Top of mind” se si parla di trading online”.
Di sicuro Directa SIM non vuole stare a guardare l’evoluzione del mercato. “Abbiamo alcune novità nel cassetto che sveleremo nel corso d’anno – dice Busi – e nel frattempo stiamo lavorando alacremente per gestire le esigenze della nuova clientela. È vero che abbiamo un modello di business è scalabile, ma è anche vero che più di 100 mila clienti danno un lavoro maggiore”.
Tra le novità del 2025 c’è l’irrobustimento delle funzioni di controllo e dell’area commerciale, per la quale è stato approvato un piano di investimenti che comporterà un aumento dei costi di struttura e di infrastruttura. “Vogliamo un servizio clienti che continui ad essere di persona, in Italia, efficiente come in tutti questi anni, e – benché supportato da processi di automazione – deve gestire 100 mila clienti. Inoltre, stiamo irrobustendo la divisione marketing e per circondarsi di professionisti validi bisogna investire”, dice Busi.
Tra le notizie positive del bilancio c’è l’incremento del dividendo a 30 centesimi per azione (rispetto ai 17 dello scorso anno, ai 16 del 2023 e ai 15 del 2022). “Il dividendo di quest’anno per una pura coincidenza è pari al numero dei nostri anni, però praticamente distribuiamo il 50% dell’utile – ha risposto a chi gli chiedeva se la cedola più elevata fosse una tantum – Mi aspetto che l’anno prossimo sia più alto, perché distribuiremo il 50% di un utile molto più alto”.
Directa SIM si trova intanto a dover fronteggiare l’inchiesta della procura di Torino su presunte frodi nel trading e nelle attività di intermediazione bancaria. “Ci possono essere dei rischi reputazioni, ma non sono preoccupato per la regolare prestazione di servizi ai clienti, che non hanno nulla da temere”, ha detto l’AD, sottolineando che “oggetto dell’indagine sono attività che sono state dismesse da un anno e mezzo, peraltro senza impatti sull’andamento del business, perché erano attività laterali che non riguardano le attività core, quelle sono illese”.
“Da un mese a questa parte abbiamo avuto la possibilità di leggere le carte, confrontarci con i nostri avvocati, e siamo confidenti che avremo la possibilità di chiarire nelle sedi quella che è stata la bontà e la buona fede dell’operato, che è andato avanti per anni e che non abbiamo mai tenuto nascosto – ha aggiunto Busi – Se degli errori sono stati fatti, siamo in grado si assumerci la responsabilità, ma non ci siamo mai nascosti”.