(Teleborsa) – L’Italia non ha firmato la dichiarazionecongiunta che afferma che le sanzioni degli Usa alla Corte penale internazionale (Cpi) aumentano il rischio di “impunità”. Il documento è stato firmato da 79 paesi membri dell’Onu tra cui anche Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna e critica le sanzioni Usa all’organismo internazionale, sostenendo che “comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente sotto inchiesta, poiché la Corte potrebbe dover chiudere i suoi uffici sul campo”, oltre ad “aumentare il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciare di erodere lo stato di diritto internazionale”.
L’iniziativa è stata avviata da Slovenia, Lussemburgo, Messico, Sierra Leone e Vanuatu ed è arrivata poco dopo che le Nazioni Unite hanno chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni alla Cpi. “Deploriamo profondamente le sanzioni individuali annunciate ieri contro il personale della Corte e chiediamo che questa misura venga revocata”, ha dichiarato la portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani.
La rappresentante speciale dell’Onu sull’indipendenza dei giudici, Margaret Satterhwaite, ha aggiunto che “il ruolo della Corte penale internazionale è più cruciale che mai”, perché il tribunale “è l’eredità dei processi di Norimberga, per non permettere mai che i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità restino impuniti”.