in

Contenzioso tributario, Ungdcec: “Attestazione di conformità per tutti gli allegati limita semplificazione della digitalizzazione”

(Teleborsa) – L’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec) esprime forte preoccupazione riguardo alla posizione del ministero dell’Economia e delle Finanze sull’obbligo di attestazione di conformità per tutti i documenti depositati nei giudizi tributari, introdotto dal nuovo comma 5-bis dell’art. 25-bis del D.lgs. 546/1992, applicabile ai procedimenti avviati dal 2 settembre 2024. La richiesta di attestazione indiscriminata, secondo l’interpretazione ministeriale, – spiega l’Ungdcec in una nota – rischia di rallentare il processo di digitalizzazione, imponendo oneri sproporzionati sui difensori e limitando il diritto di difesa garantito dall’art. 24 della Costituzione. Tale obbligo, infatti, si estenderebbe anche a documenti per i quali non è richiesta un’efficacia probatoria legale, andando oltre il principio generale che prevede l’attestazione solo per atti con valore legale, come quelli pubblici o autenticati.

“La linea del MEF sull’attestazione di tutti gli allegati nei contenziosi tributari – afferma Francesco Cataldi, presidente Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili – è contraddittoria rispetto alla natura telematica del processo. UNGDCEC chiede con fermezza un intervento legislativo chiarificatore e invita il MEF a riconsiderare l’orientamento espresso, al fine di evitare inutili complicazioni procedurali e garantire un equilibrio tra digitalizzazione e tutela dei diritti delle parti”.

“Chiedere ai professionisti di ricostruire in originale l’intero materiale probatorio che producono digitalmente in atti – sottolinea Federico Giotti, vicepresidente Unione Giovani Commercialisti – è praticamente impossibile. Attestare, inoltre, la conformità all’originale di ogni singolo documento depositato nel fascicolo processuale rischia di creare rilevanti problemi a chi patrocina le cause di natura fiscale”.

Per Francesco Paolo Fabbri, componente della giunta nazionale e delegato al processo tributario, “le norme sono da interpretare con equità e coerentemente con l’ordinamento, sperando in una sempre minore incertezza. C’è la necessità che il legislatore legiferi in maniera più chiara, in special modo dove sono in gioco interessi rilevanti per i destinatari delle previsioni normative, ma anche facendo in modo che le “interpretazioni ufficiali”, siano tali da non porre limiti ingiustificati alla tutela dei diritti dei soggetti coinvolti”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

BCE, Centeno: sono molto preoccupato per l’economia europea

BCE, Schnabel: possibile che politica monetaria cambi con più donne negli organi decisionali