24 Aprile 2025

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    UE, il 6 maggio in arrivo la roadmap per l’addio all’energia russa

    (Teleborsa) – “Abbiamo tagliato i finanziamenti per l’economia di guerra russa e rafforzato la nostra sicurezza energetica. Ma c’è ancora molto da fare. Tra due settimane il commissario Ue per l’Energia, Dan Jorgensen, presenterà una tabella di marcia con misure concrete per eliminare gradualmente tutte le importazioni di combustibili fossili russi. In modo da non dipendere più da una potenza ostile per il nostro fabbisogno energetico”. È quanto ha affemato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al summit sulla sicurezza energetica a Londra, citando la tabella di marcia attesa il 6 maggio. “All’inizio di questo decennio, dipendevamo eccessivamente da un unico fornitore per il nostro fabbisogno energetico – ha detto von der Leyen –. La Russia forniva il 45% del nostro gas, il 50% del nostro carbone e quasi un terzo del nostro petrolio. Per decenni, non siamo riusciti a riconoscere i costi derivanti da questa dipendenza. Il rischio di ricatti, coercizioni economiche, shock dei prezzi; questa realtà è emersa dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina”.Mosca – ha aggiunto la presidente della Commissione europea – “ha cercato di sfruttare la nostra eccessiva dipendenza tagliandoci il gas, ha cercato di causare turbolenze economiche e indebolire la nostra determinazione per l’Ucraina e ha fallito”. Von der Leyen ha ricordato che l’Ue ha “risposto con il RePowerEu diversificando gli approvvigionamenti” e “accelerando la transizione verso l’energia pulita”. “Siamo passati dal 45% delle nostre importazioni di gas provenienti dalla Russia al 18% – ha spiegato – Siamo passati da un barile di petrolio su cinque a uno su cinquanta, una riduzione di dieci volte. E siamo arrivati a zero carbone dalla Russia”. LEGGI TUTTO

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    Europa, UNRAE: “Mercato auto in leggera crescita, marzo a +2,8%”

    (Teleborsa) – Il mercato dell’auto in Europa registra a marzo un incremento del 2,8%, con 1.422.628 immatricolazioni rispetto alle 1.383.423 dello stesso mese 2024 (ma -19,7% sul 2019). Questo riduce a un lieve calo dello 0,4% la perdita del primo trimestre – con 3.382.057 immatricolazioni – rispetto a gennaio-marzo 2024. Andamenti estremamente differenziati nel mese fra i 5 Major Market: +23,2% la Spagna, +12,4% il Regno Unito (il miglior marzo dal 2019), +6,3% l’Italia, -3,9% e -14,5% rispettivamente Germania e Francia.Meno ampio il divario nel trimestre: +14,1% la Spagna e +6,4% il Regno Unito, in rosso Italia, Germania e Francia, che perdono rispettivamente l’1,6%, il 4,3% e il 7,8%. L’Italia si colloca al terzo posto in Europa per volume totale sia nel mese che nel trimestre.Per quanto riguarda le auto “con la spina” (ECV), l’Italia resta invece fanalino di coda sia a marzo sia nel trimestre, nonostante la quota sia in crescita rispetto al 2024. Nel mese, il 9,8% italiano (BEV 5,4% e PHEV 4,4%) è molto lontano dal 28,9% del Regno Unito (BEV 19,4% e PHEV 9,5%), dal 27,3% della Germania (BEV 16,8% e PHEV 10,5%) e dal 24,4% della Francia (BEV 19,0% e PHEV 5,4%), ma anche la Spagna fa meglio con le ECV al 14,1% (BEV 6,9% e PHEV 7,2%). Nel totale del mercato europeo le ECV coprono il 25,5% di share: BEV al 17,1% (+2,9 punti percentuali) e PHEV all’8,4% (+1,2 p.p.). Nel trimestre l’Italia è ultima tra i cinque mercati con una quota di ECV al 9,4% (BEV al 5,2% e PHEV al 4,2%), rispetto a: Regno Unito 29,9% (BEV 20,7% e PHEV 9,2%), Germania 26,6% (BEV 17,0% e PHEV 9,6%), Francia 23,0% (BEV 18,2% e PHEV 4,8%) e Spagna 14,2% (BEV 6,9% e PHEV 7,3%). Nel totale del mercato europeo nel primo trimestre 2025, le ECV coprono il 24,9% di share: BEV al 17,0% (+3,8 p.p.) e PHEV al 7,9% (+0,4 p.p.).UNRAE esprime preoccupazione per l’inasprimento delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Se da un lato, per favorire un contesto negoziale più efficace, si è registrata la parziale sospensione di 90 giorni dei dazi annunciata dagli Stati Uniti e la simmetrica sospensione delle contromisure varate dall’Unione Europea in diversi comparti produttivi, dall’altro sono stati esclusi dalla proroga proprio i dazi al 25% per il comparto automotive.L’Associazione sottolinea che per l’automotive l’interscambio tra i 27 Paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti vale complessivamente 38,9 miliardi di euro in esportazioni e 8,4 miliardi in importazioni, mentre per l’Italia il valore delle esportazioni verso gli USA si attestaa 3,4 miliardi, a fronte di appena 0,1 miliardi di importazioni, con un conseguente impatto negativo a dispetto di qualsiasi contromisura di natura tariffaria. Il rischio maggiore, tuttavia, riguarda la componentistica italiana destinata all’export verso la Germania e utilizzata nell’assemblaggio di veicoli destinati al mercato statunitense: un flusso che da solo vale 5 miliardi di euro.UNRAE sottolinea inoltre il clima di forte incertezza per il settore dovuto alle conseguenze di una guerra commerciale transatlantica, che restano al momento difficili da stimare, ma potrebbero ripercuotersi su più fronti: dai mercati finanziari, alla crescita globale per effetto di una maggiore inflazione statunitense, fino a un calo della domanda di auto, penalizzata dall’incertezza diffusa.Sul piano normativo, restano sotto osservazione le recenti iniziative della Commissione Europea: il Piano d’Azione per l’Automotive presentato a marzo e la proposta di decarbonizzazione delle flotte aziendali, che prevede la progressiva conversione a veicoli esclusivamente elettrici. Entrambi i dossier sono attualmente oggetto di valutazione da parte dei singoli Stati membri, che dovranno definire modalità applicative e possibili implicazioni attraverso il confronto con gli stakeholder, al fine di costruire una posizione comune che consenta all’Europa di accelerare il percorso di transizione energetica.”UNRAE auspica che Parlamento e Consiglio Europeo possano esprimersi velocemente sull’emendamento ai Regolamenti vigenti presentato dalla Commissione Europea – ha dichiarato il Direttore Generale Andrea Cardinali –. La proposta introdurrebbe una maggioreflessibilità per il rispetto degli obiettivi di emissione di CO2 fissati per il 2025, consentendo di calcolare la media delle prestazioni su tre anni (2025-2027) e compensare eventuali scostamenti in uno o due anni con risultati migliorativi negli altri. In ambito nazionale – ha aggiuntoCardinali – l’UNRAE denuncia la mancanza di elementi strutturali necessari ad accompagnare la transizione energetica. Mancano infatti sia un piano di sostegno pluriennale alla domanda di vetture a zero e bassissime emissioni, sia un programma vincolante per il parallelo e capillare sviluppo delle infrastrutture di ricarica. Inoltre è sempre più urgente la revisione del regime fiscale delle auto aziendali, quale fattore abilitante per lo sviluppo della nuova mobilità. Si tratta di un comparto che, grazie al veloce tasso di ricambio dei veicoli,consentirebbe di immettere sul mercato del nuovo e dell’usato un numero consistente di vetture a zero e bassissime emissioni. Non si può continuare a sottovalutare e rinviare interventi che l’UNRAE richiede da anni per queste vetture, quali la maggiorazione di detraibilità dell’IVA e deducibilità dei costi e la riduzione del periodo di ammortamento a 3 anni”.Sul tema delle auto aziendali, l’UNRAE segnala l’approvazione da parte della Camera della modifica normativa che esclude dalle nuove disposizioni sui fringe benefits i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e consegnati entro il 30 giugno 2025: un intervento temporaneo che seppur utile – sottolinea UNRAE – non risolve in modo strutturale le criticità che la nuova normativa ha creato per imprese e, soprattutto, dipendenti. LEGGI TUTTO

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    Sogefi, assemblea approva bilancio e dividendo di 0,15 euro. Eletto nuovo CdA

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di Sogefi, società quotata su Euronext STAR Milan e operante nel settore della componentistica per auto (fa parte del gruppo CIR), ha approvato il bilancio dell’esercizio 2024 e la proposta del CdA di distribuire un dividendo unitario di 0,15 euro a ciascuna delle 119.063.646 azioni in circolazione, per un totale di 17.859.547 euro, utilizzando l’utile netto dell’esercizio. Il dividendo sarà messo in pagamento dal giorno 14 maggio 2025, con stacco della cedola n. 35 in data 12 maggio 2025 e “record date” in data 13 maggio 2025.L’assemblea ha nominato per il triennio 2025-2027 gli amministratori: Patrizia Arienti, Maha Daoudi, Marco De Benedetti, Rodolfo De Benedetti, Mauro Melis, Monica Mondardini, Raffaella Pallavicini, Massimiliano Picardi, Christian Georges Streiff. Otto amministratori sono stati tratti dalla lista presentata dall’azionista di maggioranza CIR – Compagnie Industriali Riunite, titolare del 59,60% dei diritti di voto, e un amministratore, Massimiliano Picardi, è stato tratto dalla lista di minoranza presentata dall’azionista Navig di Giorgio Zaffaroni, titolare del 5,578% dei diritti di voto.Successivamente all’assemblea, il Consiglio di Amministrazione ha confermato Monica Mondardini presidente esecutivo. Il Consiglio ha valutato che sei amministratori su un totale di nove risultano indipendenti e segnatamente: Patrizia Arienti, Maha Daoudi, Mauro Melis, Raffaella Pallavicini, Massimiliano Picardi, Christian Georges Streiff.Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre definito la composizione dei comitati: il Comitato Nomine e Remunerazione è composto dai consiglieri Mauro Melis (Presidente), Massimiliano Picardi e Christian Georges Streiff, il Comitato Controllo, Rischi e Sostenibilità è composto dai consiglieri Patrizia Arienti (Presidente), Maha Daoudi e Mauro Melis e il Comitato per le Operazioni con Parti Correlate è composto dai consiglieri Patrizia Arienti (Presidente), Raffaella Pallavicini e Massimiliano Picardi. Mauro Melis è stato nominato lead independent director. LEGGI TUTTO

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    Tenax International, EnVent abbassa target price e conferma Outperform

    (Teleborsa) – EnVent Italia SIM ha abbassato a 4,50 euro per azione (dai precedenti 5,40 euro) il target price di Tenax International, società quotata su Euronext Growth Milan e uno dei principali produttori in Europa di macchine 100% elettriche per la pulizia stradale ed igiene urbana, e confermato la raccomandazione “Outperform” visto l’upside potenziale del 126% sul prezzo attuale.Gli analisti fanno notare che l’andamento del prezzo delle azioni Tenax è stato in linea con l’andamento del mercato fino a novembre 2024; da allora, il prezzo delle azioni è sceso al livello attuale, inferiore a 2,00 euro. Negli ultimi 12 mesi, Tenax ha registrato una performance inferiore all’indice Italia Growth (-21% contro -6%).Viene sottolineato che le incertezze stanno influenzando il 2025 finora, con un portafoglio ordini a febbraio 2025 di 10,1 milioni di euro rispetto ai 13,9 milioni di euro dello stesso periodo del 2024: l’elettrificazione delle flotte è ancora in corso, sebbene a un ritmo inferiore rispetto alle stime precedenti. I progressi negli investimenti in capacità produttiva e gamma di prodotti sono cruciali per perseguire la crescita: la consegna dei primi ordini di Electra 5.0 sosterrà l’aumento di vendite e redditività dal 2025 in poi, mentre ulteriori sinergie sono attese dall’acquisizione di Esagono (4,1 milioni di euro di fatturato nell’esercizio 2023), che raggiungerà la piena capacità produttiva a partire dal 2026, dopo l’integrazione nel 2025. Quanto sopra delinea una gamma di prodotti più ricca e diversificata, le cui vendite saranno operative principalmente a partire dal 2026.Le linee guida del management per il periodo 2025-2028 sono attese per maggio 2025, con informazioni aggiuntive sull’attuale piano di investimenti, sul portafoglio ordini di Electra 5.0, sui progressi dell’integrazione con Esagono. Tenax è attualmente quotata con uno sconto di oltre il 50% rispetto ai concorrenti, nonostante abbia dimostrato di avere solidi fondamentali tecnici e finanziari, con EBITDA e utile netto solidi, e di aver sviluppato una presenza globale nel corso degli anni. LEGGI TUTTO

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    TLC, Asstel al Tavolo di Settore Telecomunicazioni con Urso e Calderone

    (Teleborsa) – “L’ecosistema delle TLC sta vivendo una trasformazione importante: attori tradizionali e nuovi collaborano e competono per offrire connettività e servizi di valore al Paese. Le imprese svolgono un ruolo strategico per la transizione digitale in atto e per raggiungere importanti traguardi in termini di innovazione, copertura, velocità e diffusione dei servizi nonché nel conseguire pienamente gli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR”. È quanto ha affermato il presidente di Asstel – Assotelecomunicazioni, Massimo Sarmi, al “Tavolo di Settore delle Telecomunicazioni” che si è svolto oggi alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone.Nel corso dell’incontro, Sarmi ha evidenziato come l’ecosistema delle TLC rappresenti il pilastro del progresso tecnologico e della competitività del Paese. “Il processo di trasformazione delle telecomunicazioni italiane ed europee – ha detto Sarmi – induce ad una articolata riflessione sul futuro dell’ecosistema, sugli interventi urgenti a garantirne la sostenibilità economica e l’occupabilità delle persone e la necessità di dotare il Paese di reti digitali adatte a supportarne la competitività, la sicurezza e l’autonomia”.Sarmi ha sottolineato le criticità che concorrono a determinare lo stato di difficoltà della filiera Tlc: nonostante il saldo di cassa abbia visto una diminuzione pari a -10 miliardi di euro e i ricavi siano scesi di oltre 7 miliardi di euro tra il 2013 e il 2023, gli operatori hanno garantito elevati investimenti, pari a 85 miliardi di euro nel medesimo periodo, relativi in particolare alla realizzazione dell’infrastruttura broadband con reti VHCN e 5G e agli investimenti per l’acquisto e il rinnovo delle licenze. Tale complessa dinamica economica, particolarmente avvertita nel mercato del CRM/BPO, riverbera i suoi effetti anche sul lavoro di oltre 200mila persone, con le imprese impegnate a sostenere la stabilità occupazionale e ad investire sulla formazione permanente e certificata, attraverso percorsi di ampliamento e consolidamento delle competenze delle proprie persone per dotarle degli strumenti necessari ad affrontare le sfide della trasformazione digitale. LEGGI TUTTO

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    Convergenze, ricavi primo trimestre salgono a 6,9 milioni di euro

    (Teleborsa) – Convergenze, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nei settori telecomunicazioni ed energia, ha chiuso il primo trimestre 2025 con ricavi pari a 6,9 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto ai 6 milioni del primo trimestre 2024. Nel dettaglio, la BU TLC ha generato ricavi per 2,8 milioni, in linea con lo stesso periodo dell’esercizio precedente, grazie al consolidamento strategico della base clienti. La BU Energia ha registrato ricavi pari a 4,1 milioni rispetto a 3,2 milioni del 1Q2024, in crescita del 26,9%. La variazione in termini di fatturato della BU Energia è dovuta da un lato all’aumento del costo della materia prima energia in Italia e dall’altro all’aumento di nuovi clienti Convergenze.Con riferimento alla rete in fibra ottica proprietaria, si registra un ulteriore ampliamento dell’infrastruttura, che al 31 marzo 2025 ha raggiunto un’estensione complessiva superiore a 12.000 km, in aumento del21,9% rispetto ai 9.800 km rilevati al 31 marzo 2024. A testimonianza del continuo sviluppo tecnologico, il 52% degli utenti TLC a fine marzo era attivo su rete FTTH e Wi-Fi di proprietà, in miglioramento rispetto al 50% dell’anno precedente.”I risultati conseguiti nel primo trimestre 2025 rappresentano un segnale incoraggiante e confermano la solidità del nostro modello integrato, capace di coniugare performance economica e sostenibilità – ha commentato l’AD Rosario Pingaro – In un contesto in continua evoluzione, la crescita dei ricavi complessivi evidenzia la validità delle scelte strategiche adottate e la capacità di rispondere in modo efficace alle esigenze del mercato”. “Il contributo significativo della nostra Business Unit Energia è un segnale chiaro della crescente attenzione verso soluzioni efficienti, responsabili e orientate al futuro – ha aggiunto – Un altro elemento che ci rende particolarmente orgogliosi è l’espansione della rete in fibra ottica, che rappresenta uno dei pilastri della nostra infrastruttura tecnologica e testimonia l’impegno continuo nell’investire sul territorio per offrire servizi sempre più capillari e performanti. Proseguiamo nel nostro percorso con visione e responsabilità, ispirati dai valori che ci guidano come Società Benefit, con l’obiettivo di generare valore condiviso e promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo”.Convergenze ha fornito delle stime relative alla marginalità conseguita dalle singole BU nel corso dei primi tre mesi del 2025. In merito alla BU TLC, il dato elaborato è in linea con la tendenza registrata nel 2024 ed è collocabile all’interno di un intervallo compreso tra il 30,0% e il 31,0%. Quanto ai risultati della BU Energia, il management stima una marginalità in crescita rispetto all’esercizio precedente, che si colloca in un range compreso tra il 7,0% e l’8,0%. Tali valori confermano il continuo sviluppo della società e riflettono la solidità delle performance raggiunte. Per la BU TLC, i risultati evidenziano la stabilità e l’efficacia della strategia adottata, mentre per la BU Energia, i numeri confermano l’efficienza operativa raggiunta, grazie alle misure messe in atto per mantenere la competitività nel mercato. LEGGI TUTTO

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    Trevi, Polaris Capital Management scende al 9,991%

    (Teleborsa) – Polaris Capital Management, società globale di gestione degli investimenti, è scesa al 9,991% di Trevi, società quotata su Euronext Milan e attiva nell’ingegneria del sottosuolo. È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l’operazione risale al 15 aprile 2025. In precedenza, al 25 novembre 2024, la quota era al 14,961%. LEGGI TUTTO

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    Open Fiber arriva in Abruzzo: 51 comuni coinvolti nell’iniziativa

    (Teleborsa) – La fibra ottica di Open Fiber è arrivata in Abruzzo. La rete ultraveloce, nei 51 comuni coinvolti nell’iniziativa, raggiunge 25mila unità immobiliari attraverso la tecnologia FTTH (Fiber-to-the-home, la fibra ottica stesa fino all’interno degli edifici), unica soluzione in grado di garantire velocità di connessione fino a 2,5 Gigabit al secondo. Si tratta – sottolinea Open Fiber in una nota – di un investimento strategico per la digitalizzazione del territorio che non grava sul bilancio del Comune. L’infrastruttura tecnologica, infatti, è stata finanziata con fondi regionali e statali nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga (BUL) gestito da Infratel Italia, società del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento della Regione Abruzzo. La nuova rete è e resterà di proprietà pubblica.”Grazie alla rete FTTH e al progetto di cablaggio di Open Fiber, la Regione Abruzzo oggi è dotata di una rete ultra broadband in grado di erogare volumi di traffico dati sempre maggiori, consentendo di fare un uso veloce e abilitante dei collegamenti per lo smart working, lo streaming dei contenuti in HD, gli acquisiti online e l’accesso ai servizi da remoto della Pubblica amministrazione”, afferma Stefano Rigano, Regional Manager di Open Fiber nella Regione.Con l’iniziativa “Open Fiber la scelta che ti premia” – si legge nella nota – gli utenti residenziali di 21 comuni delle province di Pescara, Chieti, L’Aquila e Teramo che attiveranno una connessione ultraveloce attraverso gli operatori partner di Open Fiber entro L’1 ottobre 2025, potranno ricevere un voucher da convertire in buoni regalo. LEGGI TUTTO