7 Aprile 2025

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    Tamburi prosegue il buyback e raggiunge l’11% del capitale sociale

    (Teleborsa) – Tamburi Investment Partners nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, dal 31 marzo al 4 aprile 2025, complessivamente 248.240 azioni ordinarie (pari allo 0,135% del capitale sociale) al prezzo medio ponderato di 7,2441 euro, per un controvalore di 1.798.271,82 euro.Al 4 aprile quindi, Tamburi ha in portafoglio 20.303.490 azioni proprie, pari all’11,012% del capitale sociale.A Piazza Affari, oggi, chiusura negativa per l’Aazienda attiva nei servizi di consulenza di finanza aziendale, con un ribasso dell’1,75%. LEGGI TUTTO

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    Wall Street e il “giallo” sui dazi: borsa tenta recupero, poi sfuma. Casa Bianca, ipotesi pausa “una fake news”

    (Teleborsa) – Regna la volatilità sui mercati azionari statunitensi. La partenza di Wall Street ha segnato nuovi forti cali di tutti gli indici statunitensi che successivamente hanno tentato di recuperare terreno, dopo le ipotesi di stampa, poi rivelatesi prive di fondamento e smentite dalla Casa Bianca, secondo cui il presidente USA, Donald Trump, avrebbe valutato una sospensione di tre mesi ai dazi commerciali. Tanto è bastato che il mercato americano è tornato a scendere, sfumando così più volte i vari tentativi di recupero. Al momento, la Borsa di New York affonda con una discesa del 2,69%, portando avanti la scia ribassista di tre cali consecutivi, avviata giovedì scorso; sulla stessa linea, si abbattono le vendite sull’S&P-500, che continua la giornata a 4.963 punti, in forte calo del 2,19%.Pesante il Nasdaq 100 (-1,8%); sulla stessa tendenza, depresso l’S&P 100 (-2,15%).Dopo l’annuncio dei dazi decisi dall’amministrazione Trump, gli investitori sono spaventati dalla prospettiva di una recessione, che potrebbe essere innescata dalla guerra commerciale. Gli economisti, infatti, hanno rivisto al rialzo le probabilità di recessione per l’economia a stelle e strisce. Nel weekend anche Bill Ackman, fondatore del fondo Pershing Square e noto sostenitore del Tycoon, ha dichiarato che il mondo rischia “un inverno nucleare economico”, auspicando che la Casa Bianca metta “in pausa” le tariffe per 90 giorni e negozi accordi commerciali con i paesi partner.Intanto l’attenzione degli investitori si concentra sulla riunione del board “a porte chiuse” oggi della Federal Reserve, alle 11.30 (le 17.30 in Italia). Al centro dei colloqui, ci saranno i tassi d’interesse. Tra i punti all’ordine del giorno, infatti, c’è solo la voce “questioni da considerare”: revisione e determinazione da parte del Consiglio dei governatori dei tassi di anticipo e di sconto da applicare alle banche della Federal Reserve.Nel frattempo, aumentano le scommesse degli investitori sui tagli dei tassi di interesse da parte della Fed: addirittura 5 riduzioni entro la fine dell’anno. Prima del “Liberation Day”, la Fed era settata su due tagli dei tassi quest’anno, ma la situazione è radicalmente cambiata a causa dell’estensione dei dazi annunciati, che fanno temere per una frenata dell’economia e, allo stesso tempo, per una impennata inflazionistica. Una crisi da manuale che prende il nome di stagflazione e costringe le autorità monetarie a procedere con cautela ed analizzare più a fondo la situazione. LEGGI TUTTO

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    Philogen, buyback per oltre 160 mila euro

    (Teleborsa) – Philogen, con riferimento al programma di acquisto di azioni proprie, ha comunicato di aver acquistato, dal 31 marzo al 4 aprile 2025 inclusi, complessivamente 8.199 azioni proprie, pari allo 0,0202% del capitale sociale, al prezzo medio unitario di 19,7878 euro per azione, per un controvalore di 162.240,01 euro.Dall’inizio del programma, Philogen ha acquistato 49.656 azioni ordinarie, per un controvalore complessivo di 936.279,05 euro.Al 4 aprile, il Gruppo ha in portafoglio complessivamente 326.030 azioni ordinarie, pari allo 0,8028% del capitale sociale.Intanto, sul listino milanese, l’Azienda biofarmaceutica che sviluppa farmaci per il trattamento del cancro e delle malattie infiammatorie croniche si muove al ribasso, con i prezzi allineati a 19,6 euro, per una discesa dell’1,51%. LEGGI TUTTO

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    Dazi, von der Leyen annuncia task force per vigitale su import

    (Teleborsa) – La Commissione europea intende procedere alla creazione di una “task force” con il compito di vigilare sulle importazioni, allo scopo di evitare che l’Unione europea venga investita da merci dirottate da paesi terzi a seguito dei dazi commerciali impostidall’amministrazione Trump. Lo ha annunciato la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen nel corso di una conferenza stampa assieme al premier della Norvegia, Gahr Stoere. Nel frattempo le trattative con Washington proseguono e Von der Leyen ha riferito che in questo ambito la Commissione ha proposto agli Usa di passare a un meccanismo di dazi a zero sugli scambi di beni industriali, un accordo di libero scambio in pratica, “come abbiamo già fatto con molti altri partner commerciale”. “Quindi restiamo al tavolo – ha detto – ma siamo anche preparati a rispondere tramite contromisure e a difendere i nostri interessi”.”Quello che stiamo facendo è stabilire una task force per la vigilanza delle importazioni con cui guardiamo quali sono state a livello storico le importazioni”. Per vedere “se c’è qualunque specifico aumento improvviso in qualche settore – ha spiegato Von der Leyen – su cui dobbiamo intervenire”Intanto, poche ore fa sono arrivate le parole dell’investitore miliardario Bill Ackman, che aveva appoggiato Donald Trump durante le elezioni: “Imponendo dazi massicci e sproporzionati ai nostri amici e ai nostri nemici e lanciando così una guerra economica globale contro il mondo intero in una volta sola, stiamo distruggendo la fiducia nel nostro paese come partner commerciale, come luogo in cui fare affari e come mercato in cui investire capitali”, ha scritto sulla piattaforma social X.”Il presidente ha l’opportunità di chiedere un time out di 90 giorni, negoziare e risolvere accordi tariffari asimmetrici ingiusti e indurre trilioni di dollari di nuovi investimenti nel nostro paese – ha aggiunto – Se, d’altra parte, il 9 aprile lanciamo una guerra nucleare economica contro ogni paese del mondo, gli investimenti aziendali si fermeranno, i consumatori chiuderanno i loro portafogli e portafogli tascabili e danneggeremo gravemente la nostra reputazione con il resto del mondo che richiederà anni e potenzialmente decenni per essere riabilitata”. LEGGI TUTTO

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    De’ Longhi, Mediobanca taglia a Underperform

    (Teleborsa) – Ribasso per De’ Longhi, che tratta in perdita del 7,11% sui valori precedenti, allineandosi alla debolezza dell’intero listino milanese colpito da vendite generalizzate sui persistenti timori di conseguenze economiche sulla scia dei dazi annunciati dall’amministrazione Trump.A ciò si aggiunge la revisione al ribasso del giudizio sul titolo da “neutral” a “underperform” con target price a 25 euro. Lo scenario tecnico visto ad una settimana del titolo rispetto all’indice FTSE Italia All-Share, evidenzia un rallentamento del trend della big degli elettrodomestici rispetto all’indice azionario italiano, e ciò rende il titolo potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.Il quadro tecnico di De’ Longhi suggerisce un’estensione della linea ribassista verso il pavimento a 23,48 Euro con tetto rappresentato dall’area 26. Le previsioni sono per un prolungamento della fase negativa al test di nuovi minimi individuati a quota 22,12. LEGGI TUTTO

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    Dazi e crollo mercati, Fed convoca riunione oggi a porte chiuse

    (Teleborsa) – Riunione del board “a porte chiuse” oggi per la Federal Reserve, alle 11.30 (le 17.30 in Italia). Al centro dei colloqui, si legge nel comunicato diffuso, ci saranno i tassi d’interesse. Tra i punti all’ordine del giorno, infatti, c’è solo la voce “questioni da considerare”: revisione e determinazione da parte del Consiglio dei governatori dei tassi di anticipo e di sconto da applicare alle banche della Federal Reserve.Una riunione che causa un po’ di scalpore alla luce del crollo del mercato, dopo l’annuncio dei dazi decisi dall’amministrazione Trump e con gli investitori spaventati dalla prospettiva di una recessione che potrebbe essere innescata dalla guerra commerciale. Gli economisti, infatti, hanno rivisto al rialzo le probabilità di recessione per l’economia a stelle e strisce. Nel weekend anche Bill Ackman, fondatore del fondo Pershing Square e noto sostenitore del Tycoon, ha dichiarato che il mondo rischia “un inverno nucleare economico”, auspicando che la Casa Bianca metta “in pausa” le tariffe per 90 giorni e negozi accordi commerciali con i paesi partner.Aumentano le scommesse su 5 tagli della Fed entro l’annoNel frattempo, aumentano le scommesse degli investitori sui tagli dei tassi di interesse da parte della Fed: addirittura 5 riduzioni entro la fine dell’anno. Prima del “Liberation Day”, la Fed era settata su due tagli dei tassi quest’anno, ma la situazione è radicalmente cambiata a causa dell’estensione dei dazi annunciati, che fanno temere per una frenata dell’economia e, allo stesso tempo, per una impennata inflazionistica. Una crisi da manuale che prende il nome di stagflazione e costringe le autorità monetarie a procedere con cautela ed analizzare più a fondo la situazione. LEGGI TUTTO

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    Vino, rapporto Enpaia-Censis: “Cresce il consumo interno ma dazi USA minacciano il settore”

    (Teleborsa) – Il consumo di vino in Italia e` aumentato dal 55% al 58,9% tra il 2013 e il 2023, a dimostrazione del fatto che resta una costante nella vita quotidiana degli italiani. Uno dei simboli della cultura, dell’identita` e dello stile di vita italiano, che si intreccia con la tradizione gastronomica del nostro Paese, nel corso degli anni e` diventato un vero e proprio ambasciatore del Made in Italy e un pilastro per la nostra economia ma rischia di essere sommerso dall’onda dei dazi Usa. E` quanto emerge dal primo Report Enpaia-Censis 2025.Per quanto riguarda l’export, il vino italiano ha registrato un’impennata negli ultimi vent’anni. Le esportazioni, infatti, sono passate da 2,9 miliardi di euro nel 2003 a 8,1 miliardi di euro nel 2023, mentre la quota sul totale esportazioni e` cresciuta dall’1,01% nel 2004 all’1,30% nel 2024, con gli Stati Uniti che si confermano come il principale mercato di sbocco. Nonostante la recente politica dei dazi imposta dagli Usa, l’italianita` del vino rimane un valore irrinunciabile per il 79,4% degli italiani, che considerano la lotta contro i dazi una priorita` assoluta. Rapporto Enpaia-Censis: i numeri dell’export La graduatoria dei Paesi di destinazione segnala che gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco con un export di vino pari a 1,9 miliardi di euro con un balzo decennale tra 2014 e 2024 del +72,4%. Seguono rispettivamente la Germania con 1,2 miliardi di euro (+21,4% nel 2014-2024), il Regno Unito con 851 milioni di euro (+29,3% nei dieci anni trascorsi) e il Canada con 448 milioni di euro e +62,3% dal 2014 al 2024. Gli statunitensi comprano italiano molto piu` di quanto gli italiani comprano americano. Dai dati emerge la rilevanza dell’export di vino da uve per l’economia italiana e, al contempo, come la matrice import-export italo-americana sia complessivamente segnata da un’articolazione di prodotti in cui visibilmente il consumatore americano e` essenziale per talune produzioni italiane, vino incluso. La lotta ai dazi – rileva il rapporto – non potra` diventare una sorta di braccio di ferro isolato tra Italia e Stati Uniti, per il semplice motivo che non ci sono le condizioni di base, visto il quadro basico di quel che l’Italia importa e quel che esporta verso quel mercato. Colpisce per il vino come nel decennio 2014-2024, mentre cresceva il mercato americano come destinazione, si riduceva il peso relativo dei mercato di numerosi paesi europei e anche della Cina e del Giappone. Rapporto Enpaia-Censis: gli italiani scoprono il turismo enogastronomico tra vigneti e tradizioni Le attivita` legate alla produzione e al consumo del vino contribuiscono a costruire un’offerta di esperienze che coinvolge diversi attori. Il vino, dunque, si presenta non solo come prodotto, ma come una vera e propria esperienza culturale. In questo contesto, il 73,8% degli italiani dichiara di apprezzare gite nei territori vinicoli, visite in cantine e degustazioni, a conferma che il vino e` una chiave d’accesso a un turismo esperienziale che unisce cultura, natura e piacere. Interessante e` anche l’aspetto democratico di queste esperienze, apprezzate a tutti i livelli di reddito: il 75% degli italiani con redditi piu` bassi, il 75,4% della fascia medio-bassa, il 70,2% di quelli con redditi medio-alti e il 74,1% degli alti. In questo scenario, il ruolo degli operatori della filiera del vino, dalla produzione agli esercizi pubblici, e` fondamentale. L’impegno nel costruire pacchetti esperienziali che potenziano l’attrattivita` del vino e rispondono ai desideri dei consumatori e` la chiave per garantire un’offerta capace di rispondere ai bisogni vitali degli italiani, rendendo il vino un’esperienza indimenticabile, capace di arricchire il presente e valorizzare il patrimonio culturale e naturale del nostro Paese. Vinitaly, Rapporto Enpaia-Censis: vino ambasciatore dell’italianita` e motore economico per l’Italia L’italianita`, simbolo di qualita` e bellezza, continua a rappresentare un valore fondamentale per l’economia del Paese. Il marchio Made in Italy e` sinonimo di eccellenza in tutto il mondo, particolarmente nel settore enogastronomico, dove il vino si distingue come uno degli ambasciatori piu` potenti della nostra cultura. Il 90,9% degli italiani concorda sul fatto che il vino italiano contribuisca a migliorare l’immagine dell’Italia all’estero, mentre l’86% crede che il rapporto degli italiani con il vino sia un elemento distintivo del nostro Paese. Inoltre, l’89,3% riconosce l’importanza economica del vino, vedendolo come un motore per la creazione di occupazione, l’attrazione di turisti e la generazione di ricchezza nelle aree di produzione. Spesso il consumo di vino viene associato a eccessi e problematiche legate, tra cui incidenti gli stradali, che ne distorcono l’immagine. Tuttavia, i dati della ricerca rivelano un quadro ben diverso per gli italiani, dove il consumo di vino e` improntato su responsabilita` e una forte attenzione alla qualita`. Secondo l’Osservatorio Enpaia-Censis, l’80,2% degli italiani preferisce ridurre le quantita` di vino consumato, optando per una selezione di alta qualita`. Questo modello di consumo, che si distingue dai comportamenti piu` problematici osservati in altri Paesi europei, testimonia una forte maturita` sociale e culturale, in cui l’acquisto di vini pregiati non e` esclusivo di chi ha un alto reddito, ma diventa una scelta trasversale. Infatti, il 75% delle persone con reddito basso e l’82,4% delle persone con reddito alto, condividono la stessa preferenza: bere meno, ma meglio. Il dato che emerge con maggiore chiarezza e` che ben il 90,1% degli italiani ritiene possibile bere vino in modo responsabile, senza ricorrere agli eccessi. Questo principio non e` limitato ad una classe sociale o culturale specifica, ma e` radicato in tutte le fasce di reddito e livelli di istruzione. LEGGI TUTTO

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    Avvio pesante per Wall Street

    (Teleborsa) – Partenza in forte calo per la borsa di Wall Street con la volatilità che travolge i mercati azionari dopo l’annuncio dei dazi decisi dall’amministrazione Trump e con gli investitori spaventati dalla prospettiva di una recessione, che potrebbe essere innescata dalla guerra commerciale. Gli economisti, infatti, hanno rivisto al rialzo le probabilità di recessione per l’economia a stelle e strisce. Nel weekend anche Bill Ackman, fondatore del fondo Pershing Square e noto sostenitore del Tycoon, ha dichiarato che il mondo rischia “un inverno nucleare economico”, auspicando che la Casa Bianca metta “in pausa” le tariffe per 90 giorni e negozi accordi commerciali con i paesi partner.Sul fronte macroeconomico, non sono attesi per oggi dati rilevanti, mentre crescono le aspettative di nuovi tagli dei tassi da parte della Federal Reserve con il mercato che si aspetta 5 riduzioni da 25 punti base, quest’anno, e inizia a valutare la possibilità di un intervento di emergenza della banca centrale americana già la prossima settimana.Sulle prime rilevazioni, il Dow Jones affonda con una discesa del 3,50% e prosegue in tal modo una serie negativa, iniziata giovedì scorso, di tre ribassi consecutivi; sulla stessa linea, si abbattono le vendite sull’S&P-500, che continua la giornata a 4.878 punti, in forte calo del 3,87%. In netto peggioramento il Nasdaq 100 (-3,94%); sulla stessa tendenza, pessimo l’S&P 100 (-4,07%). LEGGI TUTTO