Marzo 2025

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    Unidata si aggiudica tre contratti per la telelettura di reti idriche

    (Teleborsa) – Unidata, operatore di telecomunicazioni, Cloud e servizi IoT quotato su Euronext STAR Milan, si è aggiudicata da parte di SorgeAqua, ASA e Comune di Zeri tre contratti per l’affidamento della progettazione, realizzazione e gestione delle reti di telelettura basate su tecnologia LoRaWan. Tali progetti rispondono all’esigenza di ridurre le perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, digitalizzare e monitorare le reti stesse.Nello specifico, Unidata si è aggiudicata il contratto di SorgeAcqua in RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) che, oltre ad Unidata, vede la partecipazione di IDEA, IDEA Telecontrollo, Idragest, Easy Servizi, Datek 22, Idrostudi, So.Sel e Consorzio Innova Società Cooperativa. Anche l’appalto promosso dal Comune di Zeri è stato aggiudicato tramite un RTI, composto da Unidata, Geomar e Idrostudi.Il valore totale dell’aggiudicazione dei tre contratti destinato a Unidata, che ammonta a circa 1 milione di euro, prevede le attività di progettazione e realizzazione della rete IoT LoRaWan nelle rete idrica della città di Livorno, gestita da ASA, e del Comune di Zeri nella Regione Toscana e nelle reti dei comuni gestiti da Sorgeacqua nella regione Emilia Romagna LEGGI TUTTO

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    In rosso l’equity europeo. A Milano bene Amplifon dopo deal in Polonia

    (Teleborsa) – Tutte in calo le principali Borse europee, con il focus degli investitori che rimane sulle mosse del presidente statunitense Donald Trump. In un’intervista a Fox News di ieri, è emerso che una temporanea recessione dell’economia USA per effetto dei dazi non sarebbe esclusa. Sul fronte geopolitico, Trump ha suggerito la possibilità di imporre ulteriori sanzioni e tariffe statunitensi su larga scala alla Russia, con l’obiettivo di esercitare pressione sulla Russia affinché negozi un accordo di pace in Ucraina. Questa settimana, funzionari statunitensi e ucraini dovrebbero incontrarsi in Arabia Saudita.Per quanto riguarda il contesto macroeconomico, in Cina i dati sull’inflazione di febbraio hanno registrato il primo calo in 13 mesi, con l’indice dei prezzi al consumo (CPI) a -0,7% a/a, poiché il paese affronta una pressione deflazionistica. La produzione industriale in Germania è salita a gennaio del 2% m/m, risultando più robusta dell’1,6% atteso dal mercato e offrendo un segnale di recupero dopo il calo del -1,5% m/m di dicembre (rivisto al rialzo da -2,4%). In Italia, i prezzi alla produzione dell’industria sono risultati in aumento a gennaio. In Eurozona, è migliorato più delle attese il sentiment degli investitori, secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’Istituto Sentix tedesco.Sostanzialmente stabile l’Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,085. L’Oro è sostanzialmente stabile su 2.906,1 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) mostra un guadagno frazionale dello 0,68%.Invariato lo spread, che si posiziona a +109 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si attesta al 3,87%.Tra le principali Borse europee scende Francoforte, con un ribasso dell’1,51%, si concentrano le vendite su Londra, che soffre un calo dello 0,73%, e tentenna Parigi, con un modesto ribasso dello 0,61%.A Piazza Affari, il FTSE MIB è in calo (-0,78%) e si attesta su 38.292 punti; sulla stessa linea, si muove in retromarcia il FTSE Italia All-Share, che scivola a 40.516 punti. Leggermente negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,58%); sulla stessa tendenza, in discesa il FTSE Italia Star (-0,87%).Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, exploit di Hera, che mostra un rialzo del 3,48%. Su di giri Amplifon (+2,97%, che ha raddoppiato la presenza in Polonia con un’acquisizione di 120 punti vendita). Acquisti a piene mani su DiaSorin, che vanta un incremento del 2,72%. Effervescente Enel, con un progresso del 2,27%.Le peggiori performance, invece, si registrano su Banca MPS, che ottiene -4,05%. Crolla Iveco, con una flessione del 3,41%. Vendite a piene mani su Azimut, che soffre un decremento del 3,06%. Vendite su Unicredit, che registra un ribasso del 2,79%.Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, Ferragamo (+6,88%), Digital Value (+2,90%), IREN (+2,20%) e Maire (+1,95%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Carel Industries, che ottiene -5,20%. Pessima performance per Juventus, che registra un ribasso del 5,06%. Sessione nera per Buzzi, che lascia sul tappeto una perdita del 4,43%. In perdita Webuild, che scende del 4,32%. LEGGI TUTTO

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    Fondazione di Modena e Fondazione Estense verso la fusione

    (Teleborsa) – Nuova aggregazione all’orizzonte per le fondazioni di origine bancaria. Si è intensificato infatti il dialogo tra Fondazione di Modena e Fondazione Estense, che potrebbe portare alla fusione per incorporazione di Fondazione Estense in Fondazione di Modena. Dopo una prima e non vincolante lettera di intenti firmata a fine 2024, che prevedeva l’attivazione di un tavolo paritetico congiunto di confronto, arriva ora l’approvazione dell’Accordo Quadro e delle Linee guida relative alla fusione da parte degli Organi di Indirizzo di entrambi gli enti, per proseguire poi verso la redazione del vero e proprio Progetto di fusione, che dovrà ricevere il necessario benestare del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).Fondazione Estense ha manifestato la volontà di procedere alla fusione in considerazione della complessa situazione economico-patrimoniale in cui versa a seguito della liquidazione coatta amministrativa della Cassa di Risparmio di Ferrara, sua banca conferitaria.Fondazione Estense rientra nel novero delle Fondazioni in gravi difficoltà, come individuate dalla legge n. 197 del 2022 che prevede agevolazioni in caso di fusione. Significa, di fatto, che con la fusione che porterebbe Fondazione Estense ad essere incorporata in Fondazione di Modena, fino al 2027 le somme che l’ente modenese erogherebbe a beneficio del territorio di competenza di Fondazione Estense godrebbero di un credito di imposta del 75%. A questo beneficio e per lo stesso periodo si aggiungerebbe una contribuzione di ACRI di un ulteriore 25% a concorrenza del totale delle somme erogate nel primo triennio 2025/2027.Per le annualità successive al 2027, alla comunità ferrarese verrebbe destinata la specifica redditività del patrimonio incorporato in quello di Fondazione di Modena, con un’operazione di ottimizzazione finanziaria e gestionale che, lasciando inalterato l’ammontare di erogazioni che la Fondazione di Modena destina al proprio tradizionale territorio, consentirebbe per questa via di ricostituire una capacità erogativa rivolta alla comunità territorio ferrarese, da anni di fatto azzerata.Ad occuparsene, attraverso i fondi trasferiti da Fondazione di Modena, sarebbe la neonata Fondazione della Comunità di Ferrara e Provincia (sorta a seguito della fusione di quattro enti collaterali di Fondazione Estense: Fondazione Magnoni Trotti, Fondazione Giuseppe Pianori, Fondazione Lascito Niccolini, Fondazione Conte Olao Gulinelli), individuata quale ente filantropico destinatario delle erogazioni a beneficio della comunità locale, con cui Fondazione di Modena stipulerebbe in via permanente un Accordo di Erogazione. La Fondazione di Comunità, in seguito, potrà attivarsi per raccogliere ulteriori contribuzioni presso la comunità e le istituzioni ferraresi.Con il perfezionamento dell’operazione, Fondazione di Modena garantirebbe la continuità delle attività istituzionali attraverso il sostegno della Fondazione di Comunità e l’efficace gestione del patrimonio, che verrebbe incorporato in quello di Fondazione di Modena. Il rilevante patrimonio artistico di Fondazione Estense sarebbe invece destinato con una donazione ad istituzioni pubbliche ferraresi. LEGGI TUTTO

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    Tesmec migliora redditività e debito a fine 2024. In perdita per attività in dismissione

    (Teleborsa) – Tesmec, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel campo della costruzione di infrastrutture relative al trasporto di energia elettrica, dati e materiali, ha chiuso il 2024 con ricavi consolidati pari a 239,5 milioni di euro, rispetto ai 251,9 milioni di euro del 2023, con una positiva contribuzione dei settori Energy e Rail, che presentano volumi in crescita rispettivamente del 14,1% e del 7,4% rispetto all’esercizio 2023. L’effetto dell’attività in dismissione di Groupe Marais ha determinato, al 31 dicembre 2024, una riduzione dei ricavi per 13,2 milioni di euro.L’EBITDA è stato di 41,1 milioni di euro, in crescita rispetto ai 34 milioni di euro al 31 dicembre 2023, con EBITDA margin del 17,2%, rispetto al 13,5% al 31 dicembre 2023, quale risultato delle iniziative di efficientamento gestionale e rilancio strategico. L’utile ante imposte è stato di 3,8 milioni di euro, in incremento rispetto alla perdita pari a 4,6 milioni di euro al 31 dicembre 2023. Il risultato netto dell’esercizio, a seguito della contabilizzazione delle perdite delle attività in dismissione per 5,1 milioni di euro, risulta negativo per 4,8 milioni di euro, rispetto alla perdita per 2,7 milioni di euro dell’esercizio 2023.”Sono soddisfatto del processo avviato nell’ultima parte dell’anno e delle azioni strategiche intraprese – ha commentato l’AD Ambrogio Caccia Dominioni – La joint venture per Groupe Marais in Francia è importante per la crescita e in linea con la strategia di alleggerimento degli asset. Questa operazione rappresenta il primo passo di una politica, che potremmo ulteriormente sviluppare, per liberare il valore inespresso dei nostri asset, migliorare la redditività e ridurre l’indebitamento”. “Le sinergie commerciali generate da Groupe Marais stanno già producendo risultati tangibili, con nuove opportunità di business in Canada e Germania – ha aggiunto – Questo accordo strategico, unito al percorso di efficientamento avviato nel 2023 e proseguito nel corso dell’anno, ha portato a un significativo miglioramento dell’indebitamento e della redditività, rispetto ai primi nove mesi dell’esercizio”.L’Indebitamento Finanziario Netto è pari a 147 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 176 milioni di euro al 30 settembre 2024 e inferiore ai 153,5 milioni di euro al 31 dicembre 2023; escludendo la componente IFRS16, l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2024 è pari a 113,2 milioni di euro, parimenti in miglioramento rispetto sia ai 127,7 milioni di euro al 30 settembre 2024, sia ai 114,3 milioni di euro al 31 dicembre 2023. Il Portafoglio Ordini Totale è di 350,7 milioni di euro, rispetto ai 402,2 milioni di euro al 31 dicembre 2023 e ai 363,5 milioni di euro al 30 settembre 2024. LEGGI TUTTO

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    Officine Maccaferri (Ambienta) lancia joint venture con PSS Global

    (Teleborsa) – Officine Maccaferri, platform company di Ambienta SGR e attiva nelle soluzioni ingegneristiche durevoli e a basso impatto ambientale, ha costituito Prime Synthetic Solutions, joint venture con PSS Global che si propone di imprimere un’accelerazione al mercato dell’energia offshore e onshore attraverso soluzioni composite polimeriche innovative e sostenibili.Obiettivo della nuova società sarà lo sviluppo di prodotti personalizzati che superino gli standard di settore in termini di prestazioni e durabilità, sostituendo le soluzioni tradizionali in metallo, si legge in una nota.L’operazione non solo risponde alla strategia di Ambienta, azionista di maggioranza di Officine Maccaferri, di supportare il Gruppo nel suo percorso di crescita come fornitore di soluzioni innovative e sostenibili, ma si allinea anche agli obiettivi del piano strategico della società. Quest’ultimo prevede sia una crescita organica – attraverso il miglioramento delle operazioni e l’espansione sul mercato – sia una crescita inorganica mediante acquisizioni e partnership strategiche.”Con la nascita di questa joint venture, che fa leva su decenni di esperienza ingegneristica e sul talento tecnologico di due leader del settore, siamo in grado di offrire soluzioni che non solo eccedono gli standard del settore, ma che contribuiscono significativamente alla svolta sempre più sostenibile della transizione energetica a livello globale”, ha dichiarato Stefano Susani, CEO di Officine Maccaferri. LEGGI TUTTO

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    Rc Auto, Ivass: a luglio 2024 prezzo medio più alto del 12,4% rispetto a gennaio 2021

    (Teleborsa) – Nel periodo 2014-2021 il premio medio della garanzia Rc Auto si è ridotto del 25,3% in termini nominali e del 29,7% in termini reali. Dopo questa lunga fase di contrazione, dal 2022 i prezzi effettivi dell’Rc Auto sono in aumento. Nel 2023 e 2024 gli incrementi sono stati rispettivamente del 6,1% e del 5% in termini nominali. È quanto emerge da un’analisi Ivass sul’andamento dei premi Rc Auto nel periodo 2021-2024. L’incremento complessivo del premio medio pagato a luglio 2024 rispetto a gennaio 2021 è del 12,6%. Il lavoro di ricerca si basa su di un campione rappresentativo di circa 3 milioni di contratti sottoscritti tra gennaio 2021 e luglio 2024 e utilizza i dati della rilevazione Iper. Dall’analisi emerge inoltre che l’aumento dei premi Rc Auto ha interessato anche gli altri paesi europei che, come l’Italia, negli ultimi anni hanno risentito dell’aumento dell’inflazione. Nel nostro Paese è stato registrato un aumento inferiore al +19,6% negli altri paesi UE. Nel ranking l’Italia si posiziona al ventesimo posto. Gli aumenti sono stati eterogenei in funzione delle caratteristiche degli assicurati (età, provincia di residenza, classe di bonus-malus) e della presenza o meno di garanzie accessorie: l’aumento è maggiore per il Centro Italia (+15,5%), segue il Nord (+14%) mentre la variazione è minore al Sud (+11%), dove i premi erano in partenza piu’ elevati. Il premio medio degli assicurati in prima classe del bonus-malus è cresciuto del 13%, mentre l’aumento risulta superiore per gli altri assicurati (+17,8%). Gli assicurati più giovani sono stati maggiormente penalizzati dai rincari Rc Auto, con un incremento del 23,4% per gli under-25 a fronte del +12% per gli over-60. Infine, i premi Rc Auto rispondono con un ritardo di circa 9 mesi rispetto all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo. Gli aumenti analizzati nel 2024 fanno ipotizzare una relazione con il maggiore costo dei sinistri con danno non patrimoniale alle persone per l’aggiornamento delle cosiddette tabelle di Milano.”Un balzo astronomico ingiustificato – ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. L’Ivass conferma le nostre denunce. I prezzi, grazie alla liberalizzazione di Mario Monti e del ministro Passera, che hanno aumentato la mobilità del consumatore togliendo l’obbligo della disdetta, sono da allora calati: -25,3% dal 2014 al 2021″. “L’inversione di rotta si è registrata nel 2023, quando le compagnie hanno voluto adeguare i premi all’inflazione generale invece che all’incremento reali dei costi di riparazione e dei pezzi di ricambio, con l’obiettivo di mantenere inalterato in termini reali il loro profitto, determinando rincari inaccettabili: +6,1% nel 2023 e +5% nel 2024. Aumenti immotivati, non spiegabili né dal costo dei sinistri né dall’incidentalità. Ora, visto che l’inflazione è sotto il 2%, speriamo che nel 2025 i prezzi riprendano il loro cammino virtuoso, scendendo in modo significativo”, ha concluso Dona. LEGGI TUTTO

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    Germania, Intesa: rimbalza la produzione, ma nel breve prevalgono i rischi al ribasso

    (Teleborsa) – A gennaio la produzione industriale tedescaè cresciuta del 2% m/m (-1,6% a/a) dopo il calo di -1,5% m/m (rivisto da -2,4%) di dicembre. Il rimbalzo, spiegano gli economisti di Intesa Sanpaolo, è spiegato soprattutto dai settori che avevano frenato l’output a fine 2024 come il settore auto (+6,4% m/m) e l’assemblaggio e la manutenzione dei macchinari (+15,6% m/m). Anche l’attività nei comparti più energivori è tornata a crescere (+3,4% m/m) anche se rimane su livelli storicamente bassi.La contrazione di dicembre era stata influenzata da alcuni fattori straordinari ed è possibile che anche problematiche stagionali, come è possibile sia stato anche il caso italiano, abbiano giocato un ruolo nell’accentuare la flessione, si legge nella ricerca firmata dall’economista Andrea Volpi. Il rimbalzo di gennaio appare quindi più tecnico che altro ed è possibile che l’output industriale sia tornato a scendere a febbraio.Secondo Intesa Sanpaolo, i rischi sull’attività industriale ed economica nei prossimi mesi restano rivolti verso il basso e derivano principalmente dalla politica commerciale dell’amministrazione statunitense e la relativa incertezza. Riteniamo infatti che, al netto del possibile effetto favorevole sulla fiducia degli agenti economici, l’ingente stimolo fiscale annunciato da CDU/CSU e SPD inizierà a trasferirsi sull’economia tedesca non prima del 2026 e in maniera non lineare. Nel breve termine, infatti, l’aumento della spesa militare si tradurrà prevalentemente in un incremento delle importazioni mentre potrebbe essere necessario più tempo prima che il piano infrastrutturale vada effettivamente a regime. LEGGI TUTTO

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    BioNTech, perdita di 665 milioni di euro nel 2024. Guidance deludente

    (Teleborsa) – BioNTech, azienda tedesca di biotecnologia e biofarmaceutica che ha sviluppato assieme a Pfizer un vaccino per il Covid-19, ha comunicato che i ricavi totali sono stati di 1.190 milioni di euro nell’ultimo trimestre del 2024, rispetto a 1.479 milioni di euro per il periodo comparativo dell’anno precedente. Nell’intero anno, i ricavi sono stati pari a 2.751,1 milioni di euro, rispetto ai 3.819 milioni di euro del 2023. La diminuzione è stata determinata principalmente dalle minori vendite dei vaccini Covid-19 a causa della ridotta domanda di mercato. Inoltre, le svalutazioni del partner Pfizer hanno ridotto significativamente la quota di utile lordo, il che ha influenzato negativamente i suoi ricavi.L’utile netto è stato pari a 259,5 milioni di euro per i tre mesi conclusi il 31 dicembre 2024, rispetto ai 457,9 milioni di euro di utile netto del periodo comparativo dell’anno precedente. Per l’intero anno, la perdita netta è stata pari a 665,3 milioni di euro, rispetto a un utile netto di 930,3 milioni di euro nel 2023.”Nel 2024, abbiamo fatto progressi significativi verso la nostra visione attraverso importanti progressi nella pipeline oncologica, tra cui l’avvio di studi clinici globali di fase 3 per il nostro candidato anticorpo bispecifico anti-PD-L1/VEGF-A BNT327 e aggiornamenti di dati chiave dai nostri programmi di immunoterapia del cancro a mRNA – ha affermato Ugur Sahin, CEO e co-fondatore di BioNTech – Prevediamo che il 2025 sarà un anno ricco di dati con molteplici aggiornamenti importanti dai nostri programmi prioritari, che riteniamo abbiano un potenziale dirompente e potrebbero migliorare lo standard di cura, se sviluppati e approvati con successo”.La pipeline oncologica avanzata include oltre 20 studi clinici attivi di fase 2 e fase 3 con un focus strategico su due programmi pan-tumorali prioritari: il candidato immunomodulatore di nuova generazione BNT327 e le immunoterapie per il cancro a mRNA. Sono previste molteplici letture di dati nel 2025 e nel 2026 volte a fornire la prova clinica della strategia della pipeline di BioNTech e a far progredire la società verso la trasformazione in una società di portafoglio oncologica multi-prodotto diversificata entro il 2030.”Attraverso investimenti strategici nei nostri programmi prioritari come il nostro candidato immunomodulatore di nuova generazione BNT327, ci impegniamo a migliorare significativamente i trattamenti per i pazienti – ha affermato il CFO Jens Holstein – La nostra solida posizione finanziaria ci consente di alimentare le nostre attività di R&S e di preparare il lancio di più prodotti nei prossimi anni. Con i nostri investimenti mirati puntiamo a creare valore a lungo termine a vantaggio degli stakeholder di BioNTech”.BioNTech prevede che i suoi ricavi per l’intero 2025 saranno compresi tra 1.700 e 2.200 milioni di euro e che la loro ripartizione sarà simile a quella del 2024, concentrandosi principalmente negli ultimi tre o quattro mesi, determinando il fatturato dell’intero anno. La stima media degli analisti era di circa 2,5 miliardi per il 2025, secondo dati LSEG. LEGGI TUTTO