20 Marzo 2025

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    Unioncamere: corrono le imprese straniere

    (Teleborsa) – In un’Italia che negli ultimi dieci anni ha visto contrarsi il proprio tessuto imprenditoriale, le imprese a guida straniera vanno contro corrente e rafforzano le proprie radici. Oltre un terzo di queste, infatti, ha superato il traguardo dei 10 anni di attività, sostenendo la crescita di un movimento che alla fine del 2024 conta circa 670mila realtà: 140mila in più rispetto alla fine del 2014, pari ad una crescita percentuale superiore al 27% nel decennio. È quanto emerge dai dati Unioncamere-InfoCamere, aggiornati al 31 dicembre 2024, elaborati sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di commercio. Alla forte dinamica delle imprese a guida straniera ha fatto eco, nel periodo considerato, una riduzione del 5,6% delle imprese autoctone, passate dai 5,5 milioni del 2014 ai 5,2 milioni attuali. I numeri raccontano una storia di integrazione economica di successo con oltre 246mila imprese straniere che hanno dimostrato capacità di inserirsi nei territori, costruendo rapporti duraturi con le comunità locali e accreditandosi sul mercato.Il commercio – secondo i dati – si conferma il settore prediletto, con 92.604 imprese straniere ultradecennali (37,5% del totale). Le costruzioni seguono con 54.240 imprese (22%), mentre ristorazione e alloggio rappresentano l’8,3% del totale con 20.393 attività. Significativa anche la presenza nel manifatturiero (17.086 imprese) e nei servizi alle imprese (11.673). Particolarmente rilevante il contributo all’artigianato italiano: quasi il 30% delle imprese straniere di lunga data opera in questo comparto, evidenziando un forte radicamento nelle tradizioni produttive locali.La Lombardia guida la classifica delle regioni con 44.069 imprese straniere di lungo corso (17,9%), seguita da Lazio (27.834) e Toscana (23.102). Completano la top five Campania (21.097) ed Emilia-Romagna (20.523), delineando una presenza distribuita che abbraccia Nord, Centro e Sud del Paese.Un dato che colpisce è la significativa presenza femminile: oltre 54.500 imprese straniere longeve sono guidate da donne (22,1%), confermando il ruolo cruciale dell’imprenditoria femminile straniera nell’economia italiana.Prendendo in esame le sole imprese individuali ultradecennali, l’analisi delle origini del titolare rivela una geografia variegata: Marocco (15,6%), Romania (10,5%) e Cina (9,3%) guidano la classifica dei paesi di provenienza, seguiti da Albania (7,1%), Bangladesh (5,7%), Svizzera (5,2%) e Senegal (4,8%). Questi dati evidenziano come le imprese straniere non rappresentino più un fenomeno transitorio, ma un elemento strutturale e dinamico della nostra economia. La loro capacità di consolidarsi e prosperare anche in periodi di contrazione generale dimostra un contributo fondamentale alla diversificazione e alla resilienza del sistema imprenditoriale italiano. LEGGI TUTTO

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    Nexi corre in Borsa, in pole nel FTSE MIB

    (Teleborsa) – Seduta vivace oggi per Nexi, protagonista di un allungo verso l’alto, con un progresso dell’1,95%, ma sotto i massimi intraday.A fare da assist al titolo sono le indiscrezioni stampa, riportate dal Corriere della Sera, secondo cui il fondo di investimento statunitense Tpg avrebbe presentato al gruppo dei pagamenti un’offerta da circa 850 milioni per la divisione Digital Banking Solutions. Comparando l’andamento del titolo con il FTSE MIB, su base settimanale, si nota che il gruppo attivo nel settore dei pagamenti digitali mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +4,42%, rispetto a +1,87% del principale indice della Borsa di Milano).L’esame di breve periodo di Nexi classifica un rafforzamento della fase rialzista con immediata resistenza vista a 5,485 Euro e primo supporto individuato a 5,259. Tecnicamente ci si attende un ulteriore spunto rialzista della curva verso nuovi top stimati in area 5,711. LEGGI TUTTO

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    Eurozona, frena la produzione nelle costruzioni a gennaio

    (Teleborsa) – Frena il mercato delle costruzioni nella Zona Euro a gennaio. Secondo l’Eurostat, la produzione nel settore delle costruzioni è risultata in aumento dello 0,2% su base mensile, dopo il +0,4% registrato a dicembre.Nell’Europa dei 27, il settore ha riportato un decremento della produzione dello 0,2%, contro il +0,7% registrato il mese precedente. Rispetto ad un anno prima, la produzione registra una salita dello 0,4% nell’Eurozona e dello 0,7% nell’UE allargata. LEGGI TUTTO

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    CNEL, Mercato del Lavoro 2024: crescita occupazionale e disparità di genere

    (Teleborsa) – Nel 2024, il numero complessivo degli occupati in Italia ha raggiunto 23 milioni e 932 mila, con un incremento di 352 mila unità rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione è in calo, soprattutto tra le donne, sebbene persista una significativa differenza di genere nei tassi di occupazione. Le donne italiane sono in media indietro di 16,8 punti percentuali rispetto agli uomini, mentre per le donne straniere la differenza sale a 26,5 punti. Questo è quanto emerge dal primo bollettino del CNEL sul mercato del lavoro, redatto in collaborazione con l’ISTAT per migliorare la diffusione delle statistiche ufficiali. La pubblicazione, che avrà cadenza trimestrale, segna l’inizio di un percorso in cui il CNEL metterà in evidenza dati su occupati, disoccupati e inattivi, per focalizzare aspetti rilevanti alla propria attività istituzionale.Nonostante il titolo di studio terziario migliori le opportunità di inserimento nel mondo del lavoro per le laureate, con una differenza di -6,9 punti percentuali rispetto agli uomini laureati, il bollettino sottolinea la necessità di politiche più efficaci per promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Queste politiche dovrebbero facilitare la conciliazione tra vita privata e professionale e garantire una parità retributiva effettiva.L’analisi territoriale evidenzia anche disparità tra le diverse aree del Paese. Il Mezzogiorno, pur registrando un miglioramento annuale (+1,1%), presenta tassi di occupazione tra i più bassi dell’Unione Europea. Il lavoro dipendente resta la forma prevalente, ma la percentuale di donne in part-time supera il 28%, rispetto al 7% degli uomini. Il contratto a tempo indeterminato riguarda oltre l’86% dei lavoratori dipendenti maschili, con uno scarto positivo di circa 3 punti percentuali in tutte le regioni, ad eccezione del Mezzogiorno, dove la differenza raggiunge i 4,3 punti.Le evidenze sui NEET (giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non partecipano a attività di formazione) mostrano segni di miglioramento, ma il numero complessivo rimane elevato. Nel 2024 sono 1,34 milioni, con una diminuzione del 4,8% rispetto al 2023. Per il 33,9% di questi giovani, che non cercano attivamente lavoro o non sono disposti a intraprenderlo, politiche attive più mirate potrebbero facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro.(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO