19 Marzo 2025

Daily Archives

More stories

  • in

    Rai Way, Cecatto: risultati positivi, superano le aspettative di inizio esercizio

    (Teleborsa) – “A distanza di dieci anni dal debutto in Borsa di Rai Way, siamo felici di presentare dei risultati 2024 ancora una volta positivi e in crescita, che superano le aspettative di inizio esercizio. Si conferma così la nostra capacità di intercettare i trend favorevoli di un settore ancora ricco di opportunità”. Lo ha affermato Roberto Cecatto, Amministratore delegato di Rai Way, commentando i risultati del 2024.”Le analisi per valutare la percorribilità industriale della possibile aggregazione nel settore delle infrastrutture di broadcasting sono state avviate – ha aggiunto – Nel frattempo, rimaniamo concentrati sull’esecuzione del nostro Piano Industriale, le cui fondamenta appaiono oggi più solide che mai, anche alla luce della crescente centralità per il Paese delle infrastrutture digitali su cui Rai Way ha impostato la propria strategia di diversificazione”. LEGGI TUTTO

  • in

    Rai Way, utile 2024 sale a 89,9 milioni. Dividendo di 0,3340 euro

    (Teleborsa) – Rai Way, società quotata su Euronext Milan e attiva nella gestione e sviluppo di reti di trasmissione e diffusione radiotelevisiva per la Rai e altri broadcast, ha chiuso l’esercizio 2024 con ricavi core pari a 276,1 milioni di euro, rispetto ai 271,9 milioni del 2023, registrando una crescita dell’1,5%, più che doppia rispetto al tasso di inflazione di riferimento a cui è indicizzata la maggior parte dei contratti con i clienti (0,7% nel periodo). La performance ha beneficiato, in particolare, del contributo dei clienti Terzi, che hanno generato ricavi in crescita normalizzatavi superiore al 5%.L’Adjusted EBITDA è pari a 185,6 milioni di euro e registra un incremento del 2,9% rispetto ai 180,3 del precedente esercizio. L’Utile netto è pari a 89,9 milioni di euro, in aumento del 3,7% rispetto ai 86,7 milioni del 2023, anche per l’effetto sugli oneri finanziari dell’aumento dei tassi di interesse e dello stock di debito, mentre il tax rate è rimasto sostanzialmente costante al 28,3%.Nel corso dell’esercizio, gli investimenti sono pari a 54,9 milioni di euro, oltre la metà dei quali contabilizzati nell’ultimo trimestre dell’esercizio, a conferma della tradizionale stagionalità del ciclo dei capex. Le attività di sviluppo hanno assorbito 39,6 milioni di euro, dedicati in particolare alle iniziative di diversificazione. Nel 2023, gli investimenti erano stati pari a 62,2 milioni di euro, di cui 46,3 milioni in attività di sviluppo. L’indebitamento finanziario netto è pari a 127,6 milioni di euro (rispetto a 104,9 milioni di euro al 31 dicembre 2023).Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti, prevista per il 30 aprile 2025 in unica convocazione, di destinare l’utile netto dell’esercizio 2024 a dividendo in favore degli Azionisti per un importo di circa 89,7 milioni di euro, portando a nuovo circa 0,2 milioni. Di conseguenza, si propone di attribuire a ciascuna delle azioni ordinarie in circolazione un dividendo complessivo di 0,3340 euro (corrispondente a un dividend yield del 5,7%), da mettersi in pagamento a decorrere dal 21 maggio 2025, con legittimazione al pagamento il 20 maggio 2025 (record date) e previo stacco della cedola nr. 11 il 19 maggio 2025.Per l’esercizio 2025, Rai Way si attende la prosecuzione dei trend delineati dal Piano Industriale 2024-27, con una ulteriore crescita dell’Adjusted EBITDA del business tradizionale benché sostanzialmente compensata dal minor livello di benefici non core rispetto al 2024, dall’atteso incremento delle tariffe energetiche e dal pianificato aumento dei costi legati alla diversificazione. Gli investimenti di mantenimento sono previsti in aumento rispetto al 2024, toccando livelli superiori a quelli mediamente pianificati nell’arco di Piano per effetto di talune attività non ricorrenti, mentre gli investimenti di sviluppo sono attesi sostanzialmente stabili, perlopiù destinati alle iniziative di diversificazione e allo sviluppo della rete DAB per conto del cliente Rai. LEGGI TUTTO

  • in

    Ue, la Commissione presenta il Libro Bianco per la difesa e il Piano ReArm Europe

    (Teleborsa) – “L’era del dividendo di pace è finita da tempo. L’architettura di sicurezza su cui abbiamo fatto affidamento non può più essere data per scontata. L’Europa è pronta a farsi avanti. Dobbiamo investire nella difesa, rafforzare le nostre capacità e adottare un approccio proattivo alla sicurezza”. Così la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha presentato il Libro Bianco della difesa europea.Oltre al Libro bianco per la difesa europea, la Commissione ha presentato, nell’ambito del piano ReArm Europe/Readiness 2030, un ambizioso pacchetto di difesa che fornisce leve finanziarie agli Stati membri dell’UE per guidare un’ondata di investimenti nelle capacità di difesa. Mentre il ReArm Europe Plan/Readiness 2030 rafforza le capacità di difesa paneuropee con nuovi mezzi finanziari, il Libro bianco inquadra un nuovo approccio alla difesa e identifica le esigenze di investimento.”Il Libro Bianco presenta soluzioni per colmare le lacune di capacità critiche e costruire una forte base industriale della difesa. Propone modi per gli Stati membri di investire massicciamente nella difesa, procurarsi sistemi di difesa e costruire la prontezza dell’industria europea della difesa a lungo termine”, si legge nella nota della Commissione.Tra le linee d’azione indicate c’è la necessità di colmare le lacune di capacità, con particolare attenzione alle capacità critiche identificate dagli Stati membri, di sostenere l’industria europea della difesa attraverso la domanda aggregata e un aumento degli appalti collaborativi e di approfondire il mercato della difesa a livello UE, anche semplificando le normative.La Commissione ha inoltre ribadito il suo sostegno all’Ucraina attraverso una maggiore assistenza militare e una più profonda integrazione delle industrie della difesa europee e ucraine. Da Bruxelles arriva inoltre la raccomandazione di migliorare la preparazione europea per gli scenari peggiori, migliorando la mobilità militare, immagazzinando e rafforzando le frontiere esterne, in particolare il confine terrestre con la Russia e la Bielorussia.Il piano ReArm Europe fornisce invece gli strumenti finanziari per applicare i propositi del Libro Bianco consentendo una spesa di oltre 800 miliardi di euro. Tre i pilasti individuati.Il primo è rappresentato dalla spesa pubblica dei Paesi membri, attraverso l’attivazione della clausola del Patto di stabilità e crescita che fornirà loro ulteriore spazio di bilancio per aumentare la loro spesa per la difesa, nell’ambito delle regole fiscali dell’UE. Previsto poi un nuovo strumento dedicato per l’azione di sicurezza per l’Europa – SAFE: la Commissione raccoglierà fino a 150 miliardi di euro sui mercati dei capitali, attingendo al suo consolidato approccio di finanziamento unificato per aiutare gli Stati membri dell’UE ad aumentare rapidamente e sostanzialmente gli investimenti nelle capacità di difesa dell’Europa. Questi fondi – che “assumeranno la forma di prestiti a lunga durata a prezzi competitivi e strutturati in modo attraente” – saranno erogati agli Stati membri interessati su richiesta, sulla base di piani nazionali. Infine, Banca europea per gli investimenti sarà chiamata a mobilitare il capitale privato accelerando l’Unione dei risparmi e degli investimenti.”Stiamo intraprendendo un’azione decisiva, presentando una tabella di marcia per “Readiness 2030″, con un aumento della spesa per la difesa, importanti investimenti nelle capacità industriali europee della difesa. Dobbiamo comprare più europeo. Perché ciò significa rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa europea. Ciò significa stimolare l’innovazione. E questo significa creare un mercato a livello UE per le attrezzature di difesa”, ha aggiunto von der Leyen. LEGGI TUTTO

  • in

    UE, presentata l’Unione dei risparmi e investimenti: nuovi strumenti per il retail

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha presentato la sua strategia per la Savings and Investments Union (SIU), in italiano Unione del risparmio e degli investimenti, un’iniziativa molto attesa per migliorare il modo in cui il sistema finanziario dell’UE canalizza i risparmi dei privati verso investimenti produttivi. L’esecutivo UE intende offrire ai cittadini UE un accesso più ampio ai mercati dei capitali e migliori opzioni di finanziamento per le aziende.”Con la proposta odierna per un’Unione del risparmio e degli investimenti stiamo ottenendo una doppia vittoria – ha detto Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea – Le famiglie avranno maggiori e più sicure opportunità di investire nei mercati dei capitali e aumentare la propria ricchezza. Allo stesso tempo, le aziende avranno un accesso più facile al capitale per innovare, crescere e creare buoni posti di lavoro in Europa”.La capacità dell’Europa di affrontare le sfide attuali, come il cambiamento climatico, i rapidi cambiamenti tecnologici e le nuove dinamiche geopolitiche, richiede investimenti significativi, che il rapporto Draghi stima in ulteriori 750-800 miliardi di euro all’anno entro il 2030, e che sono ulteriormente influenzati dalle crescenti esigenze di difesa. Gran parte di queste esigenze di investimento aggiuntive riguardano le piccole e medie imprese (PMI) e le aziende innovative, che non possono fare affidamento esclusivamente sui finanziamenti bancari. L’UE evidenzia che circa il 70% (10 trilioni di euro) dei risparmi dei cittadini europei è detenuto come depositi bancari, con solo il 30% detenuto sotto forma di strumenti dei mercati dei capitali. “I depositi bancari sono sicuri e di facile accesso, ma di solito fruttano meno denaro degli investimenti nei mercati dei capitali – si legge nel documento – Esiste quindi un margine significativo per sbloccare completamente il potenziale di questo capitale in modo che porti rendimenti migliori ai cittadini. Investire direttamente nei mercati dei capitali comporterebbe anche un maggiore sostegno agli investimenti”.Secondo la Commissione, i risparmiatori retail – che svolgono già un ruolo centrale nel finanziamento dell’economia dell’UE tramite depositi bancari – dovrebbero avere “l’opportunità, se lo desiderano, di detenere una quota maggiore dei propri risparmi in strumenti del mercato dei capitali ad alto rendimento, anche in vista del pensionamento”.In particolare, la Commissione svilupperà un modello europeo per conti o prodotti di risparmio e investimento per investitori al dettaglio basato sulle migliori pratiche nazionali esistenti, comprese raccomandazioni agli Stati membri sul trattamento fiscale per tali conti di investimento. “Tali conti di risparmio o investimento, combinati con un adeguato trattamento fiscale, possono ampliare la gamma di finanziamenti disponibili per le aziende dell’UE e contribuire a soddisfare le esigenze di investimento dell’UE nelle transizioni verde e digitale, nonché nella difesa”, viene sottolineato.Vengono sottolineato anche che “azioni sulle pensioni integrative, sia da parte dell’UE che degli Stati membri, saranno particolarmente vantaggiose per i cittadini”. La SIU “cerca di sviluppare e migliorare le pensioni integrative in un modo che integri le pensioni pubbliche con una strategia per promuovere l’iscrizione automatica a regimi pensionistici integrativi”.Inoltre, la Commissione collaborerà anche con il gruppo della Banca europea per gli investimenti (BEI), il meccanismo europeo di stabilità (MES) e le banche promozionali nazionali, tra gli altri, per “esplorare come aumentare le opportunità per gli investitori al dettaglio di accedere a prodotti finanziari idonei che consentano loro di contribuire al finanziamento delle priorità dell’UE”.”Gli europei sono tra i migliori risparmiatori al mondo, ma molti dei loro risparmi sono depositati in conti deposito a basso rendimento – ha detto Maria Luís Albuquerque, Commissaria per i servizi finanziari e l’Unione del risparmio e degli investimenti – Allo stesso tempo, l’Europa sta lottando per soddisfare le sue esigenze di investimento. Con la SIU, possiamo creare un circolo virtuoso a vantaggio sia dei cittadini che delle aziende, aiutando gli europei a ottenere un rendimento migliore sui loro risparmi duramente guadagnati, apportando al contempo investimenti sostanziali nell’economia”.Sul fronte dei mercati, la Commissione evidenzia che i mercati dell’UE rimangono notevolmente frammentati. Gli strumenti finanziari sono oggi negoziati su 116 mercati regolamentati e 148 strutture di negoziazione multilaterali nell’UE. Inoltre, attualmente ci sono 26 depositari centrali di titoli e 14 controparti centrali autorizzate nell’UE che forniscono servizi di regolamento e compensazione. “Questa frammentazione impedisce l’accumulo di scala e si traduce in costi più elevati trasferiti agli utenti dei servizi finanziari”, viene sottolineato. La Commissione proporrà un “ambizioso pacchetto legislativo che rimuoverà le barriere alle attività transfrontaliere delle infrastrutture di mercato di negoziazione e post-negoziazione” e proporrà misure per rimuovere le barriere rimanenti alla distribuzione transfrontaliera dei fondi di investimento all’interno dell’UE e ridurre le barriere operative per i gestori patrimoniali che operano come una struttura di gruppo.Tra le altre cose, la Commissione darà seguito alle proposte per una prossima revisione del quadro delle autorità di vigilanza europee, che mira a realizzare un quadro di vigilanza più unificato e armonizzato in tutta l’Unione europea. Questa revisione dovrebbe includere “il potenziale trasferimento di determinati compiti alle autorità di vigilanza a livello UE, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e la coerenza della vigilanza e, in ultima analisi, rafforzare la stabilità del sistema finanziario dell’UE”.Infine, la SIU mira anche a migliorare l’integrazione e la competitività del settore bancario dell’UE, anche attraverso l’approfondimento dell’Unione bancaria. La Commissione valuterà anche la situazione generale del sistema bancario nel mercato unico, compresa la sua competitività.Le azioni proposte nella strategia saranno ulteriormente sviluppate nel periodo a venire, in un dialogo continuo con le parti interessate. Saranno adottati pacchetti di misure in una gamma limitata di settori, con un chiaro collegamento al rafforzamento della competitività nell’economia dell’UE, con le azioni più impattanti a cui verrà data priorità nel 2025. Nel secondo trimestre del 2027, la Commissione pubblicherà una revisione intermedia dei progressi complessivi nel raggiungimento dell’Unione del risparmio e degli investimenti.(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash) LEGGI TUTTO

  • in

    Snam, closing della vendita della quota ADNOC: plusvalenza di 120 milioni di euro

    (Teleborsa) – Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, ha perfezionato la vendita della partecipazione indirettamente detenuta in ADNOC Gas Pipelines, pari al 5,88% del relativo capitale sociale, a Lunate, un fondo di investimenti alternativi globali basato ad Abu Dhabi con 105 miliardi di dollari di asset in gestione. L’annuncio è arriva contestualmente alla pubblicazione dei conti 2024 e fa seguito all’annuncio, in data 28 gennaio 2025, dell’accettazione dell’offerta vincolante di Lunate, alla firma del contratto di compravendita avvenuta in data 5 marzo 2025 e al mancato esercizio dei diritti previsti a favore degli altri soci in caso di trasferimenti di partecipazione.ADNOC Gas Pipelines, una controllata di ADNOC, possiede i diritti di gestione di 38 gasdotti per un totale di 982 chilometri negli Emirati Arabi Uniti (EAU). Snam aveva acquisito la partecipazione indiretta in ADNOC Gas Pipelines nel 2020, per un corrispettivo di circa 250 milioni di dollari, attraverso l’acquisizione di una partecipazione diretta in Galaxy Pipeline Assets HoldCo, veicolo societario partecipato altresì da GIP, GIC, Brookfield Asset Management, Ontario Teachers’ Pension Plan Board e NH Investment & Securities. Il valore contabile della partecipazione al 31 dicembre 2024 risulta pari a circa 140 milioni di euro.Il corrispettivo della vendita ammonta a circa 234 milioni di euro equivalenti, comprensivo degli aggiustamenti previsti dal contratto di compravendita e della ticking fee, con un IRR pari a circa il 14,5% e una plusvalenza stimata nell’intorno di circa 120 milioni di euro, al netto dell’impatto fiscale.”La vendita della partecipazione da parte di Snam è in linea con la strategia di concentrarsi sullo sviluppo di un’infrastruttura multi-molecola lungo i principali corridoi energetici europei”, si legge nella nota sui conti. LEGGI TUTTO

  • in

    Snam, Venier: risultati 2024 molto positivi, superiori alla guidance

    (Teleborsa) – “Chiudiamo il 2024 con risultati molto positivi, superiori alla guidance, che dimostrano una crescita significativa. Riflettono il nostro impegno a rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti del Paese e ad accelerare la sua transizione sostenibile verso il Net Zero, con investimenti record pari a circa 3 miliardi di euro”. Lo ha affermato l’Amministratore Delegato di Snam, Stefano Venier, commentando i risultati 2024.”In uno scenario energetico che rimane incerto, stiamo rafforzando l’infrastruttura nazionale con l’acquisizione di Adriatic LNG ed Edison Stoccaggio, attraverso un piano di investimenti di 12,4 miliardi di euro al 2029, il più significativo della nostra storia – ha aggiunto – L’ambizione di diventare un operatore infrastrutturale pan-europeo multimolecola va di pari passo con l’innovazione e la sostenibilità, aree in cui nel 2024 abbiamo fatto progressi, anticipando gli ambiziosi obiettivi fissati dal nostro Transition Plan”. LEGGI TUTTO

  • in

    Snam, nel 2024 investimenti record per 2,9 miliardi di euro. Il dividendo sale del 3%

    (Teleborsa) – Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, ha chiuso il 2024 con ricavi totali pari a 3.568 milioni di euro, in riduzione di 373 milioni di euro (-9,5%) rispetto all’esercizio 2023. Con riferimento al business delle infrastrutture gas, si registra una crescita significativa dei ricavi (+422 milioni di euro, +14,9%). In riduzione i ricavi dei business della transizione energetica (-795 milioni euro, -71,9%) per il minor contributo dell’efficienza energetica a fronte del termine degli incentivi del Superbonus.L’EBITDA adjusted si è attestato a 2.753 milioni di euro, in aumento di 336 milioni di euro (+13,9%) rispetto al corrispondente valore del 2023. Gli oneri finanziari netti si attestano a 331 milioni di euro, in aumento di 110 milioni di euro. L’utile netto adjusted ammonta a 1.289 milioni di euro, in aumento di 121 milioni di euro (+10,4%) rispetto all’utile netto adjusted del 2023.Gli investimenti totali hanno raggiunto il livello record di 2.875 milioni di euro (+31,0% rispetto al 2023), trainati dall’avanzamento dei lavori per il terminale GNL di Ravenna, dall’avvio dei lavori della Linea Adriatica e dagli investimenti nello stoccaggio. Il 65% degli investimenti complessivi è allineato ai Sustainable Development Goals (SDGs) e il 31% alla Tassonomia Europea.Il flusso di cassa dell’attività operativa (+1.814 milioni di euro) ha consentito di finanziare in parte i significativi investimenti netti dell’esercizio (-2.681 milioni di euro, inclusa la variazione dei debiti per investimento e il pagamento relativo all’incremento della partecipazione in Adriatic LNG). Il flusso di cassa è risultato negativo per 867 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto, comprensivo del pagamento agli azionisti del dividendo 2023 (-946 milioni di euro), delle variazioni non monetarie (-129 milioni di euro) e del flusso di cassa netto generato dalla prima emissione di obbligazioni subordinate perpetue (+976 milioni di euro), ha registrato un aumento di 968 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023, attestandosi a 16.238 milioni di euro.I risultati conseguiti consentono di proporre all’Assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo a saldo di 0,1743 euro per azione, in pagamento a partire dal 25 giugno 2025 (record date 24 giugno 2025), con data di stacco cedola il 23 giugno 2025. Il dividendo per l’esercizio 2024, si determina pertanto pari a 0,2905 euro per azione, di cui 0,1162 euro per azione già distribuiti nel mese di gennaio 2025 a titolo di acconto (390 milioni di euro). Il dividendo proposto è in linea con la politica di dividendi annunciata al mercato e riflette una crescita del 3% rispetto al 2023. LEGGI TUTTO

  • in

    Composizione Negoziata, De Lise (AIECC): 5 proposte per aumentarne l’efficacia

    (Teleborsa) – “A quasi tre anni dalla sua introduzione, la Composizione Negoziata per la soluzione della crisi d’impresa si conferma uno strumento in crescita, ma che necessita di interventi mirati per esprimere appieno il suo potenziale”. Ad affermarlo è Matteo De Lise, presidente AIECC (Associazione Italiana Esperti Composizione Crisi).Per aumentare l’efficacia dello strumento, AIECC propone 5 soluzioni concrete: “Maggiore sensibilizzazione degli imprenditori: le aziende devono essere informate sui vantaggi di un accesso tempestivo alla procedura; rafforzare il ruolo degli esperti, perché il successo della procedura dipende in gran parte dalla qualità degli esperti nominati; creazione di strumenti finanziari dedicati: senza adeguate risorse finanziarie, la ristrutturazione aziendale non è realizzabile; incentivi per il raggiungimento di accordi con i creditori, dal momento che la difficoltà nel trovare un’intesa con i creditori è una delle principali cause di fallimento della procedura; monitoraggio più strutturato delle istanze, che analizzino i motivi dell’insuccesso delle singole procedure. Intervenire su questi aspetti potrebbe trasformare la Composizione Negoziata in un vero strumento di prevenzione delle crisi, capace di ridurre drasticamente il numero di imprese che si trovano costrette a ricorrere a soluzioni liquidatorie”, analizza De Lise.I dati sulla Composizione Negoziata aggiornati al 1 marzo 2025, pubblicati da Unioncamere, mostrano un aumento delle istanze presentate (2.469), con una prevalenza nelle regioni economicamente più forti (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto, che rappresentano il 53% del totale). Tuttavia, la percentuale di esiti favorevoli resta limitata (solo il 19% delle istanze chiuse si conclude positivamente), evidenziando criticità nell’accesso e nell’efficacia dello strumento. “A pesare – spiega De Lise – è anche il fatto che molte aziende accedono alla Composizione Negoziata quando la crisi è ormai troppo avanzata, riducendo le possibilità di individuare soluzioni efficaci. Un dato positivo riguarda invece l’impatto occupazionale: oltre 13.500 posti di lavoro sono stati salvaguardati grazie alle imprese che hanno trovato una soluzione attraverso la Composizione Negoziata”. LEGGI TUTTO