10 Marzo 2025

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    Fennec Pharmaceuticals crolla dopo la trimestrale

    (Teleborsa) – Ribasso per Fennec Pharmaceuticals, che passa di mano in perdita del 10,76%.Il produttore di farmaci ha chiuso il quarto trimestre con una perdita di 0,06 dollari per azione contro l’utile di 0,17 dollari per azione prevista dagli analisti. Quanto alle vendite di prodotti sono state pari a 7,93 milioni di dollari inferiori ai 16,72 miliardi del consensus.Lo scenario su base settimanale di Fennec Pharmaceuticals rileva un allentamento della curva rispetto alla forza espressa dal Nasdaq 100. Tale ripiegamento potrebbe rendere il titolo oggetto di vendite da parte degli operatori.Tecnicamente, Fennec Pharmaceuticals è in una fase di rafforzamento con area di resistenza vista a 6,77 USD, mentre il supporto più immediato si intravede a 5,63. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 7,91. LEGGI TUTTO

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    Eurogruppo, Dombrovskis: proposta sulla difesa a breve

    (Teleborsa) – Tra le molte opzioni all’esame dell’esecutivo comunitario per sostenere gli investimenti Ue nella difesa figura anche la “capacità di prestito” del Mes. Lo ha detto il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis spiegando – nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo – che il pacchetto della Commissione verrà presentato nell’arco di una “settimana o settimane”. “Stiamo proponendo una capacità di prestito aggiuntiva di 150 miliardi di euro garantita dal bilancio dell’Ue”, ha ricordato, una “flessibilità fiscale aggiuntiva” e anche una “revisione di medio termine della politica di coesione per utilizzare anche i fondi di coesione per rafforzare la sicurezza degli stati membri”. “Stiamo esaminando il ruolo che può svolgere la Banca europea per gli investimenti”, che sta lavorando al “suo piano d’azione per la sicurezza e la difesa”. “Stiamo esaminando cosa si può fare attraverso la mobilitazione con capitale privato. E non dovremmo dimenticare la capacità di prestito, che è presente nel Mes, poiché potrebbe essere utilizzata anche qui”.”La Commissione Ue non suggerisce di ricominciare a rivedere le nostre regole fiscali in questa fase”. “In primo luogo, abbiamo concluso questo lavoro meno di un anno fa e, in secondo luogo, richiederebbe tempo in ogni caso”. Per aumentare gli investimenti nella difesa “abbiamo bisogno di reagire ora. Per questo motivo proponiamo di utilizzare le possibilità già presenti nella nuova normativa fiscale, ovvero l’attivazione delle clausole nazionali di salvaguardia”.Capitolo dazi – “Sul commercio internazionale ho chiarito che le crescenti tensioni avranno un effetto profondamente negativo sull’economia globale. Quindi abbiamo espresso il nostro rammarico con gli Stati Uniti per i dazi potenziali sull’Unione europea, ma siamo anche pronti a reagire in maniera risoluta e proporzionale se fosse necessario”. LEGGI TUTTO

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    Vino: la fine del conflitto in Ucraina offrirebbe una ripresa del 20% delle esportazioni

    (Teleborsa) – La prospettiva di una pace duratura tra Ucraina e Russia potrebbe rappresentare un’importante opportunità per il settore vinicolo italiano, favorendo una significativa ripresa delle esportazioni verso questi mercati. Secondo i dati dell’Osservatorio EDOARDO FREDDI INTERNATIONAL sui trend dell’export di vini italiani nel mondo, la fine della guerra favorirebbe un incremento dell’export del 20% nel giro di pochi mesi. Prima del conflitto, nel 2021, l’Italia esportava vino in Russia per un valore di 345 milioni di euro, registrando un incremento del 18% rispetto all’anno precedente, mentre le esportazioni verso l’Ucraina ammontavano a 56 milioni di euro, con una crescita del 200% negli ultimi cinque anni. Durante il conflitto, nonostante le difficoltà logistiche e le sanzioni, le esportazioni di vino italiano verso la Russia hanno mostrato resilienza. Nel 2022, le esportazioni sono cresciute di circa il 15%, con i vini frizzanti che hanno rappresentato oltre la metà delle vendite. Tuttavia, l’Ucraina ha subito una contrazione delle importazioni di vino italiano, con una diminuzione del 35,5% nel 2022, attestandosi a 35,8 milioni di euro. Con la fine del conflitto, secondo EFI, prima realtà italiana di export management del settore vinicolo, la domanda tornerà a crescere rapidamente, consentendo all’Italia di riconquistare le quote di mercato perse e rafforzare la propria presenza nell’Europa orientale. Oltre a Russia e Ucraina, la stabilizzazione dell’area potrebbe generare un effetto positivo anche su mercati limitrofi che, negli ultimi anni, hanno dimostrato un forte potenziale di sviluppo. – Bielorussia: pur essendo un mercato più piccolo, ha registrato una crescita costante e secondo Osservatorio EDOARDO FREDDI INTERNATIONAL sui trend dell’export di vini italiani nel mondo potrebbe espandersi a un ritmo del 20-25% annuo. – Kazakistan: la sua economia in forte espansione ha portato a un incremento delle importazioni di vino italiano del 25% negli anni pre-conflitto. – Azerbaigian: emergente come destinazione per i vini di fascia premium, con un potenziale stimato tra 10 e 15 milioni di euro annui. Edoardo Freddi, ideatore dell’Osservatorio EDOARDO FREDDI INTERNATIONAL sui trend dell’export di vini italiani nel mondo, ha così commentato: “Tuttavia, la ripresa delle esportazioni non sarà immediata né priva di sfide. Le aziende italiane dovranno affrontare la ricostruzione delle reti di distribuzione, in parte smantellate a causa della guerra, e adattarsi a nuove normative doganali e sanitarie che potrebbero emergere nel periodo post-bellico. Inoltre, la concorrenza con produttori francesi e spagnoli sarà ancora più intensa, con una corsa generale alla riconquista delle quote di mercato. Per avere successo in questo scenario in evoluzione, le aziende vinicole italiane dovranno puntare su flessibilità nei formati, capacità di adattarsi ai gusti locali, e strategie di marketing digitale innovative per riconnettersi con i consumatori e rafforzare la propria posizione nei mercati chiave. Un approccio strategico e dinamico potrebbe trasformare la ripresa in una vera opportunità di crescita per il vino italiano a livello internazionale”. LEGGI TUTTO

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    Titoli di Stato, MEF: in asta il 13 marzo fino a 8,25 miliardi di BTP

    (Teleborsa) – Giovedì prossimo, 13 marzo, andranno in asta complessivamente fino a 8,25 miliardi di euro di BTP a medio e lungo termine. Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze. In particolare, andranno in asta da 3,5 a 4 miliardi di euro di BTP a 3 anni con cedola 2,65%; da 0,75 a 1,25 miliardi di euro di BTP a 15 anni con cedola 2,45%; da 1,25 a 1,5 miliardi di euro di BTP a 30 anni con cedola 4,30% e da 1,25 a 1,5 miliardi di euro di BTP Green a 6 anni con cedola 4,00%. Per tutte le emissioni il regolamento è previsto per il 17 marzo. LEGGI TUTTO

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    Angelini (Bankitalia): per innovazione serve “mix pubblico-privato”

    (Teleborsa) – Per rendere il sistema finanziario europeo più favorevole all’innovazione “è probabilmente necessario un mix di iniziative private, riforme regolatorie e interventi pubblici. Lo ha affermato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Paolo Angelini, nel suo intervento al ‘Financing Growth and Innovation in Europe: Economic and Policy Challenges’, organizzato da Bankitalia con la Florence School of Banking and Finance. “Politiche efficaci – ha aggiunto – dovrebbero affrontare tutti gli ostacoli all’emergere di un buon ecosistema dell’innovazione, non solo quelli finanziari”. Angelini ha spiegato che il Piano ‘Competitiveness Compass’ pubblicato dalla Commissione europea “copre un’ampia gamma di argomenti”, ma “una valutazione significativa delle iniziative annunciate sarà possibile solo quando saranno sviluppate in modo più dettagliato”. Una riflessione svolta da Angelini ha riguardato l’esigenza di semplificazione, segnalata dalla Compass come necessaria per rafforzare la competitività in tutti i settori. Questo rappresenta sicuramente “un passo avanti” ma va tenuto conto che “l’elenco delle iniziative che la Commissione intende adottare è molto lungo. Il rischio è che la velocità possa andare a scapito della qualità, con il risultato, paradossale, di aumentare la complessità. Ciò non favorirebbe decisioni di investimento migliori”. In campo finanziario, secondo Angelini la Compass “mantiene una posizione conservativa” perché non contiene proposte per “aumentare i fondi UE” e “non prende in considerazione” l’ipotesi di emettere un titolo comune europeo. LEGGI TUTTO

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    OPA Piovan, adesioni al 10/03/2025

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa sulle azioni ordinarie di Piovan, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nello sviluppo e produzione di sistemi di automazione dei processi produttivi per lo stoccaggio, risulta che oggi 10 marzo 2025 sono state presentate n. 26.930 richieste di adesione, pari allo 0,83% delle azioni oggetto dell’offerta.Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 139.127.L’offerta è iniziata il 3 marzo 2025 e terminerà il 21 marzo 2025.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Piovan acquistate sul mercato nei giorni 20 e 21 marzo 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Eurobond per spese difesa, Germania fa muro

    (Teleborsa) – Sulle spese militari dei paesi della Ue “quello che proponiamo” come commissione europea “è di attivare le clausole nazionali di sospensione” del Patto di stabilità e di crescita “per un periodo di tempo limitato, quattro anni, per spendere di più in difesa fino a 1,5 punti percentuali di PIL all’anno”. Lo ha spiegato il commissario europeo all’economia, il lettone Dombrovskis giungendo all’Eurogruppo.”Questa è la flessibilità che le regole attuali prevedono e la possibilità di utilizzare queste regole è importante poterla fare nel modo più coordinato possibile”, ha aggiunto.Intanto, la Germania sembra chiudere la porta agli eurobond e ancor più nello specifico a titoli comuni per finanziare spese militari dei singoli paesi, sì invece a più flessibilità sulle regole di bilancio degli stati per aumentare le loro spese in armamenti e difesa: è questa infatti posizione illustrata dal ministro delle finanze tedesco, Joerg Kukies, al suo arrivo all’Eurogruppo.Nelle scorse ore, la presidente von der Leyen ha preso spunto dal simbolico traguardo dei 100 giorni dall’insediamento – che cade in realtà domani – per stilare un mini-bilancio del lavoro svolto sinora (“abbiamo mantenuto la rotta”) e anticipare qualche misura nuova in arrivo.”Nulla è escluso, fuori dal tavolo, per quanto riguarda la difesa” nemmeno il ricorso “ai sussidi” oltre che ai prestiti, sulla falsa riga del Recovery, ha detto rispondendo ad una domanda se la Commissione sia disponibile ad esplorare l’ipotesi di sussidi invece di prestiti sottolineando che “ora però la priorità è concretizzare le proposte del piano ReArm, che già è abbastanza, possiamo esplorare idee degli Stati membri in seguito”. LEGGI TUTTO

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    von der Leyen spinge su competitività: a marzo “Unione di risparmi e investimenti”

    (Teleborsa) – “L’Europa ha tutto ciò che le serve per prendere il comando nella corsa alla competitività”. Lo ha detto in un tweet la presidente della Commissione Ursula von der Leyen dopo l’incontro con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Bce Christine Lagarde e il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe in vista dell’Eurosummit di marzo annunciando che “questo mese, la Commissione presenterà l’Unione del Risparmio e degli Investimenti.”Trasformeremo i risparmi privati in investimenti necessari. E lavoreremo con i nostri partner istituzionali per farli decollare”. Nelle scorse ore, la presidente von der Leyen ha preso spunto dal simbolico traguardo dei 100 giorni dall’insediamento – che cade in realtà domani – per stilare un mini-bilancio del lavoro svolto sinora (“abbiamo mantenuto la rotta”) e anticipare qualche misura nuova in arrivo. “Nulla è escluso, fuori dal tavolo, per quanto riguarda la difesa” nemmeno il ricorso “ai sussidi” oltre che ai prestiti, sulla falsa riga del Recovery, ha detto rispondendo ad una domanda se la Commissione sia disponibile ad esplorare l’ipotesi di sussidi invece di prestiti sottolineando che “ora però la priorità è concretizzare le proposte del piano ReArm, che già è abbastanza, possiamo esplorare idee degli Stati membri in seguito”.Tradotto: È semplicemente molto presto per parlarne. La Commissione, infatti, è ora concentrata a tradurre in atti legislativi quanto proposto nel piano, già approvato dai leader. Ossia, la fase uno. LEGGI TUTTO