17 Febbraio 2025

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    Giovani imprenditori in ritirata: in 10 anni, 153mila attività in meno (-24%)

    (Teleborsa) – Ogni giorno per 10 anni consecutivi l’Italia ha “perso” 42 imprese guidate da under 35. È questo il bilancio dell’ultimo decennio che ha visto sparire – tra chiusure e superamento della soglia di età degli amministratori – oltre 153mila attività guidate da under 35, portando il numero complessivo delle imprese giovanili dalle quasi 640mila del 2014 alle 486mila di dicembre 2024. È quanto emerge dall’analisi Unioncamere-InfoCamere sulla nati-mortalità delle imprese giovanili che fotografa la profonda trasformazione del tessuto imprenditoriale italiano, spinta anche dall’inverno demografico in cui è entrata la nostra società. Se il calo ha interessato quasi tutti i settori economici, emergono però significative differenze con una forte accelerazione nel segno dell’innovazione e della sostenibilità. La forte riduzione del perimetro ha innescato una sensibile ricomposizione settoriale dell’imprenditoria giovanile. I servizi alle imprese, in particolare, registrano una crescita del 3,5% con quasi 2mila imprese giovanili in più nel decennio, mentre l’agricoltura mantiene sostanzialmente stabile la presenza degli under 35 (+0,06%), confermandosi un’opportunità imprenditoriale concreta per molti giovani. “Il dato è figlio del contesto economico ma è chiaro che su di esso ha pesato l’invecchiamento della popolazione – commenta il presidente di Unioncamere, Andrea Prete –. Del resto, secondo il CNEL, negli ultimi 20 anni abbiamo avuto oltre 2 milioni di lavoratori under 35 in meno”. Per il presidente di Unioncamere, comunque,”la nuova mappa settoriale dell’impresa giovanile mostra chiaramente una maggiore presenza in settori che richiedono competenze specializzate e promettono maggiori margini di innovazione. I giovani che oggi scelgono di fare impresa puntano su attività dove il valore aggiunto della competenza e della tecnologia rappresenta un fattore distintivo e competitivo. Questa trasformazione suggerisce la necessità di politiche mirate che, oltre a facilitare l’accesso al credito e la fase di avvio, supportino i giovani imprenditori nell’acquisizione delle competenze necessarie per operare in settori ad alta intensità di conoscenza e innovazione”.A queste trasformazioni fa eco il forte ridimensionamento delle attività più tradizionali. Costruzioni e commercio sono i comparti che hanno pagato il prezzo più alto: il primo ha perso quasi 40mila imprese under 35 (-38,7%), mentre il commercio ha visto sparire oltre 66mila attività (-36,2%). Pesante anche il calo registrato dalle attività manifatturiere, dove in dieci anni sono venute meno oltre 14mila imprese (-35,9%). Il calo ha colpito in modo particolare il mondo artigiano che, nel decennio, ha perso oltre 47mila imprese giovanili (-28,1%), mentre l’imprenditoria femminile under 35 ha visto una contrazione di oltre 43mila unità (-24,5%) e le imprese guidate da giovani stranieri sono diminuite di quasi 35mila unità (-27,4%).In termini di composizione percentuale, se nel 2014 commercio e costruzioni rappresentavano insieme quasi il 45% di tutte le imprese under 35, oggi il loro peso è sceso al 37%. Cresce invece l’incidenza dei servizi alle imprese (dall’8,7% all’11,8%) e dell’ICT (dal 6,4% all’8%). Un chiaro segnale – rileva l’analisi – di come le nuove generazioni si stiano orientando verso settori a maggior contenuto tecnologico e di servizi avanzati.Dal punto di vista territoriale, l’arretramento dell’imprenditoria giovanile mostra significative differenze tra le diverse aree del Paese. La Lombardia, che resta la regione con il maggior numero assoluto di imprese under 35 (oltre 74mila), ha registrato nel decennio una contrazione del 15,1%. La Campania, seconda regione per presenza di imprese giovanili (oltre 61mila), ha subito perdite del 23,8%. Più marcato il calo nelle regioni del Centro, con le Marche che hanno perso il 36,7% delle imprese giovani, l’Umbria (-32%) e la Toscana (-31,1%). Nel Mezzogiorno, dove tradizionalmente è più elevata l’incidenza di imprese giovanili sul totale delle imprese, le flessioni più consistenti si sono registrate in Molise (-35,6%), Abruzzo (-35,2%) e Calabria (-34,4%). Più contenute invece le perdite in Sicilia (-32,9%) e Puglia (-28,6%), che mantengono una significativa presenza di imprenditoria giovanile con rispettivamente quasi 43mila e 34mila imprese under 35. LEGGI TUTTO

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    Giappone, indice servizi dicembre +0,1% m/m

    (Teleborsa) – Migliora il settore servizi giapponese. L’indice sull’attività del settore terziario, elaborato dal Ministero dell’economia e dell’industria, ha registrato a dicembre 2024 un aumento dello 0,1% su base mensile dopo il calo dell’1,2% di novembre. Le attese degli analisti erano per una salita dello 0,2%.Il dato grezzo registra su base annua un incremento dell’1,1%.(Foto: Photo by Alex Knight on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Assiom Forex, Massimo Mocio confermato presidente per il terzo mandato

    (Teleborsa) – Il nuovo Consiglio di Assiom Forex (Associazione degli Operatori dei Mercati Finanziari) ha confermato Massimo Mocio (Intesa Sanpaolo) alla Presidenza per i prossimi tre anni. Gli altri vertici dell’Associazione saranno Roberto Ferrari, Banca Ifis (Vicepresidente vicario), Pier Mario Satta, Unicredit (Vice presidente), Alberto Basadonna, Banco BPM (Segretario generale) e Marco Bertotti Intesa Sanpaolo (Tesoriere). Giuseppe Attanà è stato rieletto Presidente onorario per un altro mandato.“Ringrazio il Consiglio di Assiom Forex per la rinnovata fiducia nei miei riguardi e sono onorato di continuare questo percorso iniziato nel 2019 alla guida di una delle realtà più importanti del mondo associativo finanziario europeo – ha dichiarato Mocio – Siamo certi che Assiom Forex, con i suoi Associati e con il supporto delle nostre Banche e delle Istituzioni, continuerà a essere in prima linea per favorire la crescita dei mercati finanziari e la cultura finanziaria del Paese”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, PIL 4° trimestre molto meglio delle attese: +2,8% a/a

    (Teleborsa) – L’economia giapponese registra una crescita superiore alle attese nel 4° trimestre del 2024. Secondo i dati diffusi dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, il Prodotto Interno Lordo (PIL) ha mostrato un decremento dello 0,7% su trimestre, contro la salita dello 0,3% stimata dagli analisti e dopo il +0,4% del trimestre precedente.Su anno il PIL è salito del 2,8% rispetto al +1% indicato dal consensus e contro il +1,7% precedente.Bene i consumi privati, aumentati dello 0,1% su trimestre (vs attese per -0,3%). In crescita gli investimenti (+0,5%), anche se sotto le attese (+1%).(Foto: Photo by Andre Benz on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Poste acquisisce il 9,81% di TIM da CDP e cede il 3,78% in Nexi

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane – società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – ha deliberato l’operazione di acquisizione del 9,81% circa delle azioni ordinarie di Telecom Italia (TIM) attualmente detenute da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), società che detiene il 35% del capitale di Poste Italiane ed è a sua volta controllata dal MEF.Al contempo il CdA ha deliberato la cessione dell’intera partecipazione detenuta da Poste Italiane in Nexi – pari al 3,78% circa del capitale sociale – a favore della stessa Cassa Depositi e Prestiti.Il corrispettivo per l’acquisto delle azioni di TIM sarà riconosciuto in parte mediante i proventi derivanti dal trasferimento da Poste Italiane a Cassa Depositi e Prestiti della partecipazione in Nexi e in parte mediante cassa disponibile.”L’acquisizione abilita l’evoluzione dei rapporti commerciali tra TIM e Poste Italiane – si legge nella nota di Poste – a tal riguardo è in fase avanzata la negoziazione per la fornitura di servizi per l’accesso di Postepay (società interamente controllata da Poste Italiane) all’infrastruttura di rete mobile di TIM. L’operazione rappresenta, nel suo complesso, per Poste Italiane un investimento di natura strategica, con la finalità di creare sinergie tra le aziende e favorire, con tutti gli attori interessati, il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia”.CDP, aumentando la propria quota in Nexi dall’attuale 14,46% al 18,25% complessivo, rafforza “così il sostegno alla strategia industriale di un’azienda, protagonista in Europa nell’infrastruttura dei pagamenti digitali, che sin dalla sua nascita quattro anni fa ha avuto Cassa al suo fianco”, sottolinea la stessa CDP. LEGGI TUTTO