(Teleborsa) – Dopo le indiscrezioni che danno Baku Steel in vantaggio nell’acquisizione dell’impianto ex Ilva di Taranto il gruppo indiano del siderurgico Jindal dice la sua. Jindal – fanno sapere fonti vicine all’azienda – è “consapevole della propria forza industriale e di come le proprie competenze ed esperienza nella gestione di impianti complessi come Ilva sarebbero fondamentali per garantire un futuro a Taranto e all’acciaio in Italia così come è un fatto oggettivo la mancanza di esperienza di Baku Steel nella gestione di impianti complessi come Ilva, che richiede un background importante che Jindal ha dimostrato di avere”. Secondo le stesse fonti “sarebbe fondamentale avere nella scelta una visione a lungo termine e guardare agli investimenti che Jindal ha dichiarato per garantire la stabilità dell’Ilva e assicurarne la crescita per il bene dell’intera filiera siderurgica italiana”.Jindal aveva già provato ad aggiudicarsi l’ex Ilva nel 2017, in quel caso in cordata con Arvedi, Cdp e Delfin. Ma i franco-indiani di ArcelorMittal glielo soffiarono da sotto il naso. E ora, davanti all’offerta di Baku Steel insieme a Azerbaijan investment company, si rischia l’effetto déja-vu. Da più fronti, intanto, arriva la richiesta di partecipazione statale, che però il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, vorrebbe evitare. A ribadirla è Usb, che parla di come “un asset strategico” non possa non prevederla come “presenza vigile e come garante degli interessi dei lavoratori e del contesto”. Uglm ha ricordato che bisogna “rendere concrete le garanzie occupazionali, gli investimenti per il rilancio e la decarbonizzazione”. Per quanto riguarda i lavoratori, domani è in programma un incontro al Ministero del Lavoro in merito alla proroga per un anno – a partire dal primo marzo – della cassa integrazione per 3.420 lavoratori, di cui 2.955 a Taranto. I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in As e di Ilva in As avranno una decina di giorni per valutare le offerte e presentarle al Mimit. Nel mentre, in commissione Industria al Senato prosegue l’esame dei decreti ex Ilva, fusi in un unico provvedimento che contiene misure per il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale per impianti di interesse strategico ed eleva da 150 a 400 milioni di euro il limite massimo delle risorse che l’as di Ilva trasferisce ad Adi per la continuità produttiva (fondi della confisca ‘Rivà prima destinati al ripristino ambientale). Tra le proposte di modifica presentate (un’ottantina gli emendamenti, quasi tutti dell’opposizione), c’è un ordine del giorno di Avs che chiede che “lo Stato entri in equity nel nuovo assetto societario”. In un altro emendamento, Forza Italia propone l’introduzione di un sistema sanzionatorio relativo alla valutazione di incidenza prevista da un Regolamento che attua la direttiva Ue ‘Habitat’ sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, con possibilità di annullamento di progetti, diffida e multe per chi non rispetta le indicazioni. LEGGI TUTTO