13 Febbraio 2025

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    USA, scendono più delle attese gli stoccaggi di gas settimanali

    (Teleborsa) – Scendono più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 7 febbraio 2025 sono risultati in diminuzione di 100 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela superiore al consensus (-90 BCF). La settimana prima si era registrato un calo di 174 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.297 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 9,7% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.545) e del 2,8% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 2.364 BCF. LEGGI TUTTO

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    OpenAI, Elon Musk pronto a ritirare l’offerta da 97 miliardi

    (Teleborsa) – Elon Musk ritirerà l’offerta se OpenAI resterà una no profit. E’ questa la condizione dettata dal miliardario nella documentazione depositata in tribunale, secondo quanto affermano i suoi legali. “Se il consiglio di amministrazione di OpenAI è pronto a preservare la missione di beneficenza e a togliere la scritta ‘in vendita’ dai suoi beni così da bloccare la conversione” a società a scopo di lucro, “Musk ritirerà l’offerta”, si legge nel documento.Musk alla guida di un consorzio di investitori ha lanciato un’offerta su OpenAI di Sam Altman, la no-profit che ha generato ChatGPT e che si occupa di sviluppare l’intelligenza artificiale, mettendo sul piatto 97 miliardi di dollari, ma ricevendo in cambio un “no, grazie” dallo stesso amministratore delegato della startup.(Foto: Levart_Photographer on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    BCE in allerta, i dazi preoccupano: le opportunità nell’incertezza

    (Teleborsa) – L’ultimo bollettino economico della BCE mostra un quadro economico europeo in rallentamento, con un’analisi che non manca di gelare anche i mercati: si evidenzia infatti una crescita debole del commercio globale e una stagnazione dell’economia dell’Eurozona nel quarto trimestre del 2024, accanto ai timori crescenti per le politiche commerciali previste dal Trump 2.0. Se, da un lato, le importazioni statunitensi hanno finora fornito un sostegno al contesto globale, dall’altro i nuovi dazi ormai entrati in vigore fanno riflettere sulle possibili conseguenze per gli scambi internazionali. Dietro l’incertezza, tuttavia, è ancora possibile trovare opportunità. Ne è convinto Thorsten Winkelmann, CIO —European and Global Growth di AllianceBernstein.”Il dibattito sull’impatto dei dazi statunitensi sulle economie europee e mondiali è già acceso da tempo. Come sempre, – dichiara Winkelmann – noi continuiamo a seguire un approccio cauto, aspettando di vedere se è vero che ‘can che abbaia non morde’, o se il morso del Tycoon sarà all’altezza del suo tono risoluto. Siamo convinti che il tema dei dazi sia molto più articolato e sfumato di come spesso venga dipinto da molti commentatori. In alcuni casi, infatti, tali misure possono addirittura generare venti favorevoli alla crescita e stimolare la competitività di alcune società selezionate, soprattutto per quelle con un solido potere di determinazione dei prezzi e operazioni strutturate secondo il modello local for local. Molte di queste aziende europee, che si trovano a competere con le controparti asiatiche, hanno già saputo gestire con successo il precedente mandato di Donald Trump; per questo motivo siamo fiduciosi che continueranno a essere ben posizionate anche in questo nuovo scenario. Bisogna ricordare, infine, che il panorama politico rimane per sua natura estremamente incerto, e non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa, dove si terranno le imminenti elezioni in Germania. In un ambiente in cui il cambiamento politico è ormai l’unica costante, se c’è una lezione che la storia ci insegna è che l’impatto della politica tende a essere sopravvalutato dagli investitori”. LEGGI TUTTO

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    USA, i prezzi alla produzione salgono più delle attese

    (Teleborsa) – Salgono più delle attese, a gennaio, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione hanno registrato una salita dello 0,4% su base mensile, dopo il +0,5% del mese precedente e contro il +0,3% stimato dagli analisti. Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento del 3,5%, superiore al consensus (+3,2%) e come il mese precedente.I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano una salita dello 0,3% su base mensile (+0,4% il mese precedente e +0,3% atteso), mentre su anno registrano un +3,6% contro il +3,7% del mese precedente (+3,3% atteso). LEGGI TUTTO

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    Più bio in Ue: in 2023 coltivati a biologico 18 mln ettari, +3,6%

    (Teleborsa) – Cresce la superficie coltivata in biologico nell’Unione Europea: la percentuale di superfici agricole coltivate con metodo biologico nel 2023 ha raggiunto l’11% ed è pari a quasi 18 milioni di ettari. L’Italia, in questo contesto, è prima in Ue sia per Sau (superficie agricola utilizzata) sia per numero di operatori. Sono i dati del “The World of Organic Agriculture 2024”, riferiti al 2023, e presentati a Biofach dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL in collaborazione con Ifoam, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale. L’indagine rileva che i terreni biologici nell’Unione Europea hanno raggiunto 17,7 milioni di ettari, pari al 10,9% della superficie agricola totale e con un incremento del 3,6% rispetto al 2022. Estendendo il perimetro all’intero territorio europeo, i campi coltivati a biologico comprendono 19,5 milioni di ettari (+4,1% rispetto all’anno precedente) con una percentuale dell’11%. Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Spagna, con 3 milioni di ettari, supera la Francia che segue con 2,8 milioni di ettari, mentre l’Italia occupa il terzo posto con 2,5 milioni di ettari, ma è prima come percentuale di Sau bio, che sfiora il 20%, circa il doppio della media europea. L’Italia mantiene anche il primato per quanto riguarda il numero di produttori bio, con oltre con 84.191 operatori sui 495mila attivi nell’intera Europa. Inoltre, si posiziona al vertice della classifica anche per quanto concerne il numero di trasformatori, quasi 25mila, su una quota totale in Europa di 94.627. Dopo un lieve calo nel 2022, è tornato positivo anche l’andamento del mercato, che ha raggiunto i 54,7 miliardi di euro in Europa (+3%), di cui 46,5 miliardi nell’Unione Europea (+ 2,9%). La Germania rimane il mercato principale, con vendite che si attestano a 16,1 miliardi di euro. L’UE si posiziona come il secondo mercato per i prodotti biologici, dopo gli Stati Uniti con 59 miliardi di euro. A livello mondiale, secondo le statistiche evidenziate da “The World of Organic Agriculture 2024”, l’area agricola coltivata a biologico è aumentata del 2,6% nel 2023, raggiungendo un totale di 98,9 milioni di ettari, gestiti da 4,3 milioni di produttori biologici. Sono incrementate anche le vendite al dettaglio di prodotti biologici che hanno superato i 136 miliardi di euro. LEGGI TUTTO

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    CDP e Banca Islamica di Sviluppo: primo accordo per promuovere crescita sostenibile e cooperazione economica

    (Teleborsa) – Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e il Gruppo Banca Islamica di Sviluppo (Islamic Development Bank Group – IsDB Group) hanno siglato un Memorandum d’Intesa (MoU), prima iniziativa di collaborazione tra le due istituzioni finanziarie. L’accordo, firmato presso la sede di CDP a Roma da Dario Scannapieco, amministratore delegato di CDP, e da Muhammad Al Jasser, presidente del Gruppo Banca Islamica di Sviluppo, stabilisce un quadro strategico di cooperazione nella finanza per lo sviluppo internazionale. L’obiettivo è sostenere progetti con un elevato impatto economico, sociale e ambientale nei mercati emergenti e nei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, in linea anche con il Piano Mattei del Governo italiano.La partnership tra CDP e IsDB Group, istituzione multilaterale di sviluppo con sede a Gedda in Arabia Saudita, si concentrerà su aree strategiche per la crescita economica, tra cui la condivisione di conoscenze e opportunità di co-finanziamento e co-investimento nei settori della sostenibilità climatica e ambientale, dell’accesso all’energia, della sicurezza alimentare, dell’agricoltura, delle infrastrutture sostenibili e dello sviluppo del settore privato, con particolare attenzione al supporto delle PMI e alla creazione di occupazione locale. Inoltre, il protocollo definisce modalità per promuovere il coinvolgimento delle imprese italiane nei paesi membri del Gruppo IsDB, facilitando l’accesso alle opportunità e diffondendo informazioni sui processi di appalto, oltre a sostenere iniziative per l’empowerment di giovani e donne.La collaborazione si concentrerà sulle principali regioni in cui operano sia CDP che IsDB Group, garantendo un approccio mirato su iniziative da sviluppare in particolare in Africa, ma anche in altre aree, tra cui l’Asia centrale e sud-orientale.L’intesa ha origine dalla collaborazione avviata durante l’evento organizzato tra le Banche di Sviluppo arabe e le istituzioni finanziarie italiane a margine della COP16 di Riad e si inserisce nell’ambito degli accordi finalizzati in occasione della missione ufficiale del Governo italiano ad Al Ula in Arabia Saudita dello scorso 26 gennaio.”La partnership con il Gruppo Banca Islamica di Sviluppo rappresenta un passo avanti significativo nella strategia di cooperazione internazionale di CDP. La mutua collaborazione in settori strategici è fondamentale per generare impatto. Combinando gli sforzi e la condivisione delle conoscenze, possiamo ampliare la portata delle nostre iniziative, sostenendo una crescita economica sostenibile e inclusiva in aree geografiche chiave, come l’Africa, in linea con il Piano Mattei del Governo italiano”, ha dichiarato Scannapieco.”Le partnership sono sempre state un pilastro fondamentale della missione del Gruppo IsDB. In un contesto di sviluppo in continua trasformazione, il mio impegno – ha sottolineato Al Jasser – è quello di definire un quadro di co-finanziamento ambizioso ma flessibile, che rafforzi la collaborazione tra le nostre istituzioni. Coordinando i nostri sforzi, possiamo massimizzare l’impatto, promuovere uno sviluppo sostenibile e rispondere in modo efficace alle crescenti esigenze dei nostri paesi membri.” LEGGI TUTTO

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    Deere, utile netto in calo del 50% nel primo trimestre

    (Teleborsa) – Deere, una delle principali aziende al mondo nella produzione di macchine agricole, ha registrato un utile netto di 869 milioni di dollari per il primo trimestre dell’anno fiscale 2025 (terminato il 26 gennaio 2025), ovvero 3,19 dollari ad azione, rispetto all’utile netto di 1.751 milioni di dollari, ovvero 6,23 dollari ad azione, per il trimestre terminato il 28 gennaio 2024.Le vendite nette e i ricavi a livello mondiale sono diminuiti del 30%, a 8,508 miliardi di dollari, nell’ultimo trimestre. Le vendite nette sono state di 6,809 miliardi di dollari per il trimestre, rispetto ai 10,486 miliardi di dollari nel 2024.”Le prestazioni di Deere nel primo trimestre evidenziano la nostra continua attenzione all’ottimizzazione dei livelli di inventario di attrezzature nuove e usate nel contesto delle incerte condizioni di mercato che i nostri clienti stanno affrontando – ha affermato il CEO John May – Stiamo riscontrando prove convincenti che i nostri sforzi stanno posizionando l’azienda per navigare con successo nell’attuale contesto”.Deere prevede che l’utile netto per l’anno fiscale 2025 rimarrà in un intervallo compreso tra 5 miliardi e 5,5 miliardi di dollari.”La stabilità della nostra guidance sull’utile netto non solo riflette la nostra resilienza in un mercato difficile, ma consente anche ai nostri investimenti strategici sostenuti di fornire risultati migliori per i nostri clienti”, ha aggiunto May.(Foto: Loren King su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Startup innovative: i giovani “pesano” di più al Nord, le donne più al Sud

    (Teleborsa) – I giovani “pesano” di più al Nord, le donne più al Sud. Al Settentrione gli under 35 conducono il 17,2% delle startup innovative dell’area, Piemonte in testa con il 23,2%, contro il 16,9% della media nazionale e del Centro e il16,4% del Sud. Ma la mappa geografica si “capovolge” se guardiamo alla quota delle startup innovative guidate da donne nelle singole macro-ripartizioni: nel Mezzogiorno, infatti, pesano di più (15,8%), con punte del 27,5% in Molise, seguito a ruota dal Centro (15,1%) e dal Nord (11,8%). È la geografia delle startup innovative in Italia nel 2024 disegnata dall’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere. “La crescita e il rafforzamento di queste imprese sono essenziali per far sì che l’economia e l’innovazione italiana tenga il passo con l’Europa e con il resto del mondo” ha sottolineato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, che ha aggiunto “le 12mila start up esistenti al momento pongono l’Italia al quarto posto in Europa, ci sono dunque ancora ampi spazi di miglioramento. A partire dalla partecipazione delle donne che appare ancora poco rilevante e va quindi ulteriormente incoraggiata. Tra tutte le start up esistenti, solo il 6,6% ha fatto scale up, cioè ha superato il milione di euro di fatturato o di capitale sociale tra il 2019 e il 2023. La percentuale è un po’ più alta (12,6%) tra le start up con brevetto in tecnologie strategiche. Le nuove leggi sulle start up innovative potranno favorire questo processo concentrando, ad esempio, le agevolazioni sulle imprese col maggior potenziale di crescita e innovazione e incentivando gli investimenti in ricerca e sviluppo”.Al Nord giovani e donne startupper sono più numerosi, soprattutto a Milano In termini assoluti giovani e donne startupper restano più numerosi al Nord che detiene più della metà delle start up innovative under 35 del Paese, più precisamente 1.084 su 2.049, e oltre un terzo di quelle femminili, ovvero 745 su 1.648, oltre che il 52% del complesso di queste realtà produttive. Ma all’interno del Settentrione si evince anche una rilevante dicotomia: il Nord ovest fa da traino, con quasi il 37,3% delle startup giovanili italiane (765unità) e con il 29,4% (485) di quelle guidate da donne, mentre il Nord est frena presentando l’incidenza più bassa d’Italia sia per quanto riguarda gli startupper under 35 (319 pari al 15,5% del totale dell’area) sia per le femminili (260 pari al 15,8% dell’area). A livello regionale, la metà di queste imprese si trova in Lombardia (568 quelle giovanili equivalenti al 27,7% del totale nazionale e 382 quelle femminili pari al 23,2%), Campania (242 quelle giovanili pari all’11,8% del totale Italia e 232 quelle femminili pari al 14,1%) e Lazio (231quelle giovanili pari all’11,3% e 224 quelle femminili pari all’13,6%). Non sorprende dunque trovare nelle prime tre posizioni della classifica provinciale Milano (che detiene 408 startup innovative giovanili ovvero il 19,9% di quelle nazionali e 281 startup innovative femminili ovvero il 17,1% di quelle italiane), Roma (206 quelle under 35 il 10,1% e 200 quelle femminili pari al 12,1%,) e Napoli (139 quelle giovanili il 6,8% e 121 quelle femminili 7,3%). Nel complesso, comunque, le startup innovative presentano un’incidenza dei giovani quasi doppia rispetto a quella del totale delle imprese italiane (16,9% contro l’8,4%) e una quota di imprese femminili pari a circa la metà di quella del complesso delle aziende del Paese (13,6% contro 22,7%).Al Mezzogiorno corrono più veloci Le startup innovative under 35 sono cresciute del 66,5% tra il 2016 e il 2024, ma al Meridione hanno allungato maggiormente il passo (+69,1%). Seguono il Nord 67,5% – rallentato dall’andamento del Nord est (+12,7%) – e il Centro (60,2%). A livello regionale maggiori accelerazioni si riscontrano in Valle d’Aosta che registra comunque pochissime realtà produttive (+200,0%), Campania (+184,7%) e Lombardia (+124,5%). Mentre sul piano provinciale, spiccano il volo Lecco (+500%), Sondrio (+400%) e Prato (+300%), seppur ancora una volta con numeri esegui di partenza. Ed è ancora il Mezzogiorno ad avanzare più speditamente anche sul fronte delle startup innovative femminili con incrementi del 175,5%, a fronte del +106,3% del Centro e del + 99,7% del Nord frenato ancora una volta dal passo del Nord est (+59,5%). Boom di crescita si registrano a livello regionale in Molise (+533,3%), Campania (+337,7%) e Puglia (+203,7%). Mentre sul piano provinciale, spiccano Avellino (da 2 a 22, +1000,0%), Brindisi (+900,0%) e Como (+700,0%).Nel Triveneto meno di una start up su 10 è donnaIl Molise è la prima regione dove il peso relativo le startup femminili sul totale di queste realtà locali si presenta maggiore (27,5%), seguito dalla Basilicata (20,6%) e dalla Calabria (18,4%). Sul fronte opposto in fondo alla classifica troviamo il Friuli-Venezia Giulia (9,4%), il Trentino-Alto Adige (10,0%) e la Liguria (10,5%). A livello provinciale meglio fanno Isernia, La Spezia e Vibo Valentia, tutte e tre con una quota pari al 33,3%, sebbene possano contare su un numero esiguo di startup innovative femminili.Abruzzo la regione meno “giovanile”È il Piemonte ad accaparrarsi l’etichetta della regione più giovanile, vantando quasi una startup innovativa giovanile su quattro (23,2%). A completare il podio Trentino Alto-Adige (21,3%) e Valle d’Aosta (20,0%). Le meno giovanili sono invece Abruzzo (11,4%), Umbria (12,3%) e Friuli-Venezia Giulia (12,4%). Infine, per quanto riguarda le province, emerge un quadro variegato, che vede Biella (33,3%), Vibo Valentia (33,3%) e Forlì-Cesena (31,9%) sul podio delle startup giovanili (sebbene tra queste solo Forlì-Cesena, con 15 startup innovative giovanili può vantare numeri assoluti rilevanti) e ben quarantacinque province con un tasso giovanile superiore alla media nazionale. LEGGI TUTTO