12 Febbraio 2025

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    Unidata, ricavi 2024 in lieve crescita a 101,3 milioni di euro. EBITDA Adjusted +5%

    (Teleborsa) – Unidata, operatore di telecomunicazioni, Cloud e servizi IoT quotato su Euronext STAR Milan, ha chiuso il 2024 con ricavi totali consolidati pari a 101,3 milioni di euro, in lieve miglioramento rispetto al dato del 2023 (100,7 milioni di euro) e in linea con i dati previsionali già esaminati dal CdA e comunicati il 12 novembre 2024 (compresi tra 100 e 104 milioni di euro).L’EBITDA Adjusted, calcolato al netto di costi straordinari pari a circa 0,3 milioni, risulta pari a circa 27,4 milioni di euro, +5% rispetto al 2023, con un EBITDA Margin Adjusted pari al 27,0% in miglioramento rispetto al 25,9% del 2023 e posizionato nella parte alta della forchetta delle previsioni compresa tra il 26,4% e il 27,0%.Nel corso del 2024 sono stati effettuati investimenti complessivi per circa 13,8 milioni di euro, finanziati in larga parte dal circolante e suddivisi in circa 3,2 milioni in immobilizzazioni immateriali, circa 8,1 milioni in immobilizzazioni materiali, connessi principalmente all’area infrastruttura, e circa 2,5 milioni in immobilizzazioni finanziarie (partecipazione in Cliofiber, Unifiber e Unitirreno Holding).L’Indebitamento Finanziario Netto ai fini ESMA risulta pari a 43,9 milioni di euro, rispetto a 47,9 milioni al 31 dicembre 2023. L’Indebitamento Finanziario Netto, ai fini del calcolo dei covenants finanziari in essere, è pari a 41,5 milioni; in miglioramento rispetto ai dati previsionali precedentemente comunicati compresi tra 44 e 45 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Anfia: inizio d’anno in ribasso a doppia cifra per autocarri e veicoli trainati

    (Teleborsa) – Nel primo mese del 2025, con un’inversione di tendenza rispetto alle performance di dicembre 2024, il comparto degli autocarri e quello dei veicoli trainati registrano una flessione a doppia cifra. Pur rallentando la crescita, si mantengono invece positivi gli autobus. Analizzando nel dettaglio il mercato di gennaio 2025, nel mese sono stati rilasciati 2.564 libretti di circolazione di nuovi autocarri (-13,5% rispetto a gennaio 2024) e 1.021 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (-14,5%), suddivisi in 128 rimorchi (+21,9%) e 893 semirimorchi (-18%). È quanto emerge dal report Anfia sul mercato italiano degli autocarri, rimorchi-semirimorchi e autobus a gennaio 2025.Per gli autocarri, a gennaio 2025 tutte e quattro le aree geografiche registrano una variazione negativa: -22,4% il Nord-Est, -11,2% il Nord-Ovest, -10,4% l’area Sud e Isole e -6,5% il Centro. Anche tutte le classi di peso presentano un andamento negativo nel mese: i veicoli sopra le 3,5 e fino a 5 tonnellate registrano, con un’inversione di tendenza, il calo più significativo (-48,8%), seguiti dai veicoli sopra le 5 e fino a 8 tonnellate (-42,9%), dai veicoli sopra le 12,5 e sotto le 16 tonnellate (-12,2%), dai veicoli pesanti da 16 tonnellate in su (-10,9%) e, infine, dai veicoli sopra le 8 e fino a 12,5 tonnellate (-1,8%).A gennaio 2025, gli autocarri rigidi risultano in flessione dell’8,6%, mentre i trattori stradali chiudono a -17,4%. Nello stesso mese, calano i veicoli da cantiere (-18,1%) e registrano una variazione negativa anche i veicoli stradali (-13%). Analizzando il mercato per alimentazione, nel primo mese dell’anno la quota di mercato dei veicoli alimentati a gas risulta dell’1,3% (era del 2,2% a gennaio 2024), per un totale di 33 unità, mentre gli autocarri elettrici e ibridi gasolio/elettrico rappresentano lo 0,6% del totale (era l’1% a gennaio 2024).”Il significativo calo nelle immatricolazioni di autocarri registrato a gennaio testimonia nuovamente come, a fronte di uno dei parchi circolanti di veicoli per l’autotrasporto più vecchio d’Europa (19,5 anni contro i 14,1 di media europea e la cui età continua a crescere), sia necessario un intervento chiaro che stimoli la sostituzione dei mezzi più vetusti, favorendo in primo luogo l’immissione in circolazione di veicoli di ultima generazione a gas naturale compresso o liquefatto o a diesel, pienamente compatibili con i rispettivi biocarburanti (biometano e HVO) le cui filiere rappresentano un’eccellenza nazionale – commenta Luca Sra, delegato Anfia per il trasporto merci –. Affinché si possa realizzare un vero rinnovo delle flotte dedicate al trasporto merci si rende necessaria una riforma degli strumenti di sostegno agli investimenti delle imprese del settore, che risultano a oggi eccessivamente discontinui e non sufficientemente finanziati. Si ribadisce l’invito già condiviso con le altre principali associazioni dell’automotive e dell’autotrasporto a adottare una programmazione pluriennale che, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, abiliti lo svecchiamento del parco circolante e i conseguenti benefici ambientali e di sicurezza. In tale ottica, si ravvisa inoltre la necessità di ripristinare le ulteriori misure di supporto alla transizione sostenibile del trasporto merci, e nello specifico il sostegno all’acquisto e al noleggio a lungo termine di veicoli commerciali (Ecobonus) e il credito d’imposta per l’investimento in beni strumentali veicolari sostenibili”. In riferimento ai veicoli trainati, a gennaio 2025 registrano una crescita le regioni del Nord-Est (+3,8%) e del Nord-Ovest (+1,2%), mentre restano in flessione il Centro (-40,3%) e l’area del Sud e Isole (-21,2%). Le marche estere totalizzano 551 libretti di circolazione nel mese (-15,6%); variazione negativa, di poco inferiore, anche per le marche nazionali (-13,1%), con 470 libretti.”I dati presentano un quadro piuttosto chiaro: a inizio 2025, nel complesso, il mercato dei rimorchi e semirimorchi ha registrato una contrazione del 14,5% rispetto all’anno precedente – afferma Massimo Menci, presidente della Sezione Rimorchi di Anfia –. La priorità dell’Associazione è quella di continuare a sostenere il governo nella definizione di un fondo strutturale per l’autotrasporto anche alla luce di quanto sta accadendo in Europa con i lavori del Dialogo Strategico, per la definizione di un Piano d’azione per l’automotive che garantisca condizioni di parità per l’industria europea, faciliti la transizione pulita mantenendo la competitività e semplifichi la regolamentazione per sostenere l’innovazione e la crescita industriale”.Il mercato degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg totalizza a gennaio 2025 635 nuove unità, con un incremento dell’8,9% rispetto a gennaio 2024. Nel primo mese dell’anno, tre comparti su quattro risultano positivi: crescono a tripla cifra gli autobus e midibus turistici (+141,4%) e gli scuolabus (+150%), mentre il rialzo è a doppia cifra per i minibus (+38,2%). Calano invece gli autobus adibiti al TPL (-28,9%). “Il mercato degli autobus mostra segnali contrastanti ad inizio anno. Nonostante un incremento complessivo dell’8,9% nel numero di autobus immatricolati a gennaio 2025 rispetto allo stesso mese del 2024, il comparto mostra una dinamica piuttosto eterogenea– afferma Andrea Rampini, presidente della Sezione Autobus di ANFIA –. Da un lato, si registra una crescita significativa nei segmenti turistici e scolastici, con aumenti rispettivamente del 141,4% e del 150%, così come il segmento dei minibus mostra un rialzo del 38,2%, ad indicare una crescente domanda di soluzioni di trasporto pubblico Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica più flessibili. Dall’altro lato, il segmento degli autobus adibiti al TPL registra una contrazione del 28,9%. Per quanto riguarda le alimentazioni, è interessante notare il crescente peso del gas che raggiunge il 22% delle immatricolazioni a gennaio 2025, a fronte di un 19,4% dello stesso periodo dell’anno precedente. Parallelamente, le tecnologie elettriche e ibride continuano a guadagnare terreno, raggiungendo il 28% del mercato. In conclusione, osserviamo come il mercato degli autobus presenti un quadro complesso e dinamico. La crescita complessiva è un segnale positivo e di salute del comparto, ma è fondamentale continuare a supportare con investimenti pubblici l’innovazione e la sostenibilità del settore”.A livello territoriale, infine, a gennaio 2025 le immatricolazioni si mantengono in crescita in due aree geografiche su quattro, con un rialzo a doppia cifra nel Nord-Est (+84,8%) e nel Sud e Isole (+50%), mentre calano del 37,1% nel Nord-Ovest e del 13,2% nel Centro. LEGGI TUTTO

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    TIM, CdA approva offerta da 700 milioni di euro di MEF e Retelit per Sparkle

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha esaminato l’offerta vincolante per l’acquisto della partecipazione totalitaria detenuta da TIM in Sparkle, ricevuta ieri da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e di Retelit. Il Consiglio, all’esito di un ampio e approfondito esame, condotto con l’assistenza di primari advisor finanziari (Vitale & Co, Goldman Sachs e Mediobanca) e legali (Gatti Pavesi Bianchi Ludovici Studio legale associato), ha approvato all’unanimità, e con parere favorevole del Comitato parti correlate, l’offerta presentata dal Mef e Retelit, che valorizza Sparkle 700 milioni di euro. Il Comitato è stato assistito da Equita e, per i profili legali, dal Prof. Umberto Tombari.La firma dei contratti avverrà entro l’11 aprile 2025 e il perfezionamento della cessione è atteso entro il primo trimestre del 2026, una volta completate le attività propedeutiche, tra cui l’ottenimento delle autorizzazioni Antitrust e in materia di Golden Power. LEGGI TUTTO

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    Europa cauta con occhi a inflazione USA. A Milano focus sulle banche

    (Teleborsa) – All’insegna della prudenza il bilancio nel Vecchio Continente, mentre si distingue la performance positiva mostrata a Piazza Affari, con gli investitori che monitorano le evoluzioni in tema di dazi, i nuovi dati macroeconomici e la continuazione della stagione delle trimestrali. A Milano continua il focus sul settore bancario: ieri sera la Popolare di Sondrio ha detto che l’OPS di BPER non riflette il percorso di creazione di valore della banca in ottica standalone e l’offerta non è stata in alcun modo sollecitata, né preventivamente discussa o concordata; stamattina Banco BPM ha comunicato risultati 2024 che vedono un utile netto in crescita del 52% rispetto al 2023 e la stima di raggiungere al 2027 un netto di 2,15 miliardi di euro, oltre che annunciato una revisione al rialzo per il prezzo dell’OPA su Anima.Stamattina, l’Istat ha evidenziato che il 2024 si chiude con una diminuzione della produzione industriale del 3,5% in Italia (dopo un calo molto peggiore delle attese a dicembre), con la dinamica tendenziale dell’indice corretto per gli effetti di calendario che è stata negativa per tutti i mesi dell’anno.L’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 1,038. Seduta in frazionale ribasso per l’oro, che lascia, per ora, sul parterre lo 0,57%. Perde terreno il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che scambia a 72,5 dollari per barile, con un calo dell’1,12%.Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +110 punti base, mostrando un piccolo calo di 2 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,52%.Tra i listini europei piccolo passo in avanti per Francoforte, che mostra un progresso dello 0,31%, sostanzialmente invariato Londra, che riporta un moderato 0%, e resta vicino alla parità Parigi (-0,01%).Seduta in lieve rialzo per Piazza Affari, con il FTSE MIB, che avanza a 37.719 punti, proseguendo la serie positiva iniziata lunedì scorso; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share procede a piccoli passi, avanzando a 39.996 punti. Poco sopra la parità il FTSE Italia Mid Cap (+0,32%); sulla stessa tendenza, guadagni frazionali per il FTSE Italia Star (+0,47%).Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, in evidenza Nexi, che mostra un forte incremento del 5,78% (sulle indiscrezioni che Poste punta l’operazione di swap con cui rileverebbe da CDP il 9,8% di TIM in cambio del suo 3,8% di Nexi con un conguaglio in denaro). Tonica Banca Popolare di Sondrio che evidenzia un bel vantaggio del 2,48%. In luce Iveco, con un ampio progresso del 2,22%. Andamento positivo per BPER, che avanza di un discreto +1,62%.I più forti ribassi, invece, si verificano su A2A, che continua la seduta con -0,88%. Si muove sotto la parità Leonardo, evidenziando un decremento dello 0,87%. Contrazione moderata per Terna, che soffre un calo dello 0,72%. Sottotono ENI che mostra una limatura dello 0,57%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Intercos (+3,70%), OVS (+2,39%), Reply (+2,25%) e Sanlorenzo (+2,22%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Newlat Food, che ottiene -12,85%. Spicca la prestazione negativa di D’Amico, che scende dell’1,62%. Deludente Carel Industries, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia. Fiacca Anima Holding, che mostra un piccolo decremento dell’1,00%. LEGGI TUTTO

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    Monrif, Monti Riffeser supera 90% e integra corrispettivo. Verso delisting

    (Teleborsa) – Il principale azionista Monti Riffeser ha acquistato complessive 2.861.040 azioni ordinarie Monrif, società quotata su Euronext Milan e attiva in qualità di holding nel settore editoriale, stampa, pubblicitario, dell’ospitalità e immobiliare, rappresentative del 1,386% del capitale sociale, a un prezzo per azione pari a 0,0540 euro.Monti Riffeser è diventata titolare di 126.915.249 azioni Monrif, rappresentative del 61,466% del capitale. Pertanto, Monti Riffeser e le persone che agiscono di concerto con il medesimo (ADV Media, Tamburi Investment Partners, Future e Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste) sono divenuti titolari di 184.441.896 azioni, pari al 89,326% del capitale, che sale al 90,619% del capitale tenuto conto delle azioni proprie.L’offerente dichiara che non intende ripristinare un flottante sufficiente ad assicurare il regolare andamento delle negoziazioni delle azioni ordinarie Monrif su Euronext Milan. Pertanto, si sono verificati i presupposti per l’adempimento dell’obbligo di acquisto. Le azioni ordinarie Monrif saranno revocate dalla quotazione e dalle negoziazioni su Euronext Milan.Dal momento che l’acquisto da parte di Monti Riffeser delle azioni Monrif è avvenuto dietro pagamento di un prezzo per azione pari a 0,0540 euro e tale prezzo è superiore al corrispettivo pari a 0,0500 pagato agli aderenti nel contesto dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria, Monti Riffeser riconoscerà a coloro che hanno portato le proprie azioni Monrif in adesione all’offerta un corrispettivo in denaro ulteriore rispetto al corrispettivo pari a 0,0040 euro per azione. LEGGI TUTTO

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    Popolare di Sondrio boccia offerta di BPER: rischi di esecuzione e ricadute sul personale

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Sondrio, riunitosi per valutare l’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria annunciata da BPER Banca, ha ribadito che l’offerta non è stata in alcun modo sollecitata, né preventivamente discussa o concordata con la Banca.BP Sondrio afferma di rimanere impegnata nell’esecuzione del proprio percorso di crescita che comprende sia le attività già comunicate al mercato, sia quelle in corso di attuazione in coerenza con gli interessi di azionisti e stakeholder, inclusa la presentazione del Nuovo Piano, oltre all’analisi di opzioni strategiche che possano accelerare il percorso di creazione di valore. Il comunicato diffuso al termine del CdA è stato approvato con la sola astensione di Roberto Giay, che siede nel board di BP Sondrio in rappresentanza di Unipol, di cui è uno dei principali manager.Nella sua disamina dell’offerta di BPER, BP Sondrio fa notare che il comunicato indica un corrispettivo unitario in ragione di un rapporto di scambio di 1,450 azioni ordinarie di BPER di nuova emissione per ogni azione di BP Sondrio. Alla luce degli andamenti dei corsi azionari nelle giornate immediatamente successive all’annuncio, il rapporto di scambio esprime uno sconto implicito che, rispetto al prezzo ufficiale in data 10 febbraio 2025, è pari a circa il 4%.Fa anche presente che l’offerta è stata annunciata in sostanziale concomitanza con la diffusione dei risultati dell’esercizio 2024 di BP Sondrio (avvenuta dopo la chiusura delle negoziazioni di Borsa), senza quindi consentire al mercato di apprezzare pienamente i risultati conseguiti nel 2024, ampiamente superiori al consensus degli analisti. Inoltre, l’offerta, per le tempistiche e le modalità con cui è stata promossa e annunciata, non riflette il percorso di creazione di valore della banca in ottica stand alone, espressione di una crescita caratterizzata da sostenibilità e risultati costanti nel tempo che mette in evidenza la resilienza del modello di business di BP Sondrio, tutti elementi che verranno comunicati al mercato con il nuovo Piano Industriale 2025-2027.L’offerta è motivata dall’obiettivo di realizzare le condizioni per la fusione della banca nell’offerente, con il risultato di far venir meno l’autonomia giuridica e decisionale di BP Sondrio, e quindi il ruolo di BP Sondrio quale “istituto di riferimento per famiglie, professionisti, imprese di piccole e grandi dimensioni, istituti ed enti locali nei contesti economico-sociali in cui opera, situati nelle aree di maggior ricchezza e dinamismo del Paese”, si legge nel comunicato. Il CdA ritiene che sia nell’interesse di tutti gli azionisti poter valutare il profilo di solidità patrimoniale e le prospettive di crescita e creazione di valore del Nuovo Piano su base stand alone, confrontandoli con le incertezze e i rischi connessi con uno scenario di integrazione con BPER.Con riferimento all’obiettivo di realizzare nel minor tempo possibile, e anche in assenza del previo delisting, la fusione tra le due banche, BPER si è riservata (potendo rinunciare alla relativa condizione) di procedere con l’operazione di scambio anche nel caso in cui le adesioni all’offerta non superino la soglia del 50% del capitale sociale più una azione della banca, sempre che non risultino inferiori al 35% più una azione. Quest’ultima soglia partecipativa potrebbe risultare difficilmente compatibile con la citata intenzione di realizzare nel minor tempo possibile la fusione delle due banche, sollevando quindi perplessità sia sui potenziali rischi di esecuzione legati al processo di integrazione sia sulla capacità di estrarre sinergie in tempi rapidi in tale scenario, afferma il CdA di BP Sondrio.Per quanto riguarda le sinergie, la combinazione tra BPER e BP Sondrio dovrebbe generare sinergie di costo lorde stimate da BPER fino a circa 190 milioni di euro (a fronte di costi straordinari di integrazione per 400 milioni ante imposte), importo che “desta preoccupazioni se parametrato alla sola base costi operativi di BP Sondrio (circa un terzo), facendo intravedere potenziali ricadute sul personale e sulla struttura organizzativa e commerciale della banca”.Sono anche ipotizzate da BPER sinergie lorde da ricavi fino a circa 100 milioni di euro, che deriverebbero anche dalla condivisione di alcune fabbriche prodotto (i.e., asset management, bancassurance e leasing), che sono però già oggi condivise dalle due banche. Entrambe le categorie di sinergie sono, peraltro, “indicate senza fornire elementi di dettaglio che consentano di apprezzare la stima e la realizzabilità delle stesse, mentre non risulta che tali sinergie siano state valorizzate nel corrispettivo dell’offerta a beneficio degli azionisti di BP Sondrio”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO