12 Febbraio 2025

Daily Archives

More stories

  • in

    Usa, Powell: inflazione resta in qualche misura elevata

    (Teleborsa) – Il presidente della Fed, JeromePowell, ha dichiarato che la Federal Reserve vuole vedere ulteriori progressi sul ritorno dell’inflazione verso il suo obiettivo del 2%, progressi che negli ultimi mesi non si sono visti, prima di procedere a nuovi eventuali tagli dei tassi di interesse. In un’audizione alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Powell ha sottolineato che al momento “possiamo permetterci il lusso di attendere”. Pur riconoscendo che l’inflazione ha fatto progressi verso quel target, ha ribadito che negli Stati Uniti resta “in qualche misura elevata”, così come aveva sottolineato ieri nella prima giornata dell’audizione semestrale al Congresso.Powell ha poi spiegato che da quando ha avviato la manovra di riduzione del suo bilancio la Federal Reserve ha complessivamente dismesso titoli del Tesoro Usa per 2.000 miliardi di dollari e “penso che dobbiamo ancora andare avanti”. Powell ha però sottolineato che la Fed intende mantenere “ampie riserve” perché “quando manca la liquidità non accade nulla di buono” e che per questo ad un certo punto smetterà di ridurre la mole del bilancio.Il presidente ha poi fatto sapere che alla Federal Reserve non ci sono stati contatti con esponenti del Doge, l’ente per il taglio degli sprechi nell’amministrazione federale che il presidente Usa, Donald Trump ha affidato a Elon Musk. LEGGI TUTTO

  • in

    Moderate perdite a Wall Street dopo inflazione USA

    (Teleborsa) – Si muove in frazionale ribasso Wall Street, con il Dow Jones che sta lasciando sul parterre lo 0,46%; sulla stessa linea, si muove al ribasso l’S&P-500, che perde lo 0,26%, scambiando a 6.053 punti. Sulla parità il Nasdaq 100 (+0,07%); con analoga direzione, senza direzione l’S&P 100 (-0,09%).L’inflazione negli Stati Uniti ha segnato un aumento superiore al previsto, nel mese di gennaio, portandosi al 3%, livello al di sopra dell’obiettivo della Federal Reserve. Il dato ha alimentato le ipotesi tra gli addetti ai lavori di uno slittamento del taglio dei tassi da parte della banca centrale americana, a dicembre e, non più a settembre come previsto.Dopo l’audizione del presidente della Fed, Jerome Powell al Congresso, è apparsa evidente la preoccupazione della Fed per i potenziali rischi di rialzo dell’inflazione nel breve periodo, spiega Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, che “riflettono in parte l’incertezza sulla politica commerciale degli Stati Uniti e il suo potenziale impatto sui prezzi al consumo”. La banca centrale non sembra avere fretta di abbassare ulteriormente i tassi di interesse, e “gli operatori del mercato monetario hanno già ridimensionato le scommesse sui tagli dei tassi quest’anno”, aggiunge l’esperto.Andamento negativo negli States su tutti i comparti dell’S&P 500. Nella parte bassa della classifica del paniere S&P 500, sensibili ribassi si manifestano nei comparti energia (-2,11%), beni industriali (-0,56%) e finanziario (-0,51%).Tra i protagonisti del Dow Jones, Intel (+5,13%), Boeing (+1,72%), Apple (+1,29%) e Wal-Mart (+1,15%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Home Depot, che continua la seduta con -2,11%.Sotto pressione Caterpillar, con un forte ribasso dell’1,99%.Contrazione moderata per Chevron, che soffre un calo dell’1,10%.Sottotono McDonald’s che mostra una limatura dello 0,95%.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano Globalfoundries (+7,11%), Gilead Sciences (+6,67%), Intel (+5,13%) e Tesla Motors (+5,04%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Biogen, che continua la seduta con -5,18%.Soffre Kraft Heinz, che evidenzia una perdita del 3,30%.Preda dei venditori Diamondback Energy, con un decremento del 2,99%. LEGGI TUTTO

  • in

    Fs, Donnarumma: studieremo situazione Anas, c’è tema di sinergie non realizzate

    (Teleborsa) – L’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, StefanoDonnarumma, ha dichiarato che verrà studiata la situazione legata alla controllata Anas. “Anas e’ una cosa che certamente studieremo perché é un tema di sinergie che non si sono verificate nel tempo”, ha spiegato a margine di un’audizione alla Camera parlando di una possibile fuoriuscita di Anas dal perimetro del gruppo. “Anas è veramente una voce di costo – ha aggiunto – perché non ha revenues. È tutta basata sul finanziamento pubblico che peraltro va probabilmente un poco rimodernato come metodologia. Noi la provocazione intendiamo sottoporla al ministero e al governo e poi studiarla”.Parlando dei conti del gruppo, Donnarumma ha sottolineato che “ci sono state delle attività sulle quali abbiamo dovuto per prudenza operare degli accantonamenti, nello specifico Ferrovie del Sud-Est e quant’altro. Di conseguenza è probabile che il risultato netto finale possa avere un segno negativo anziché positivo. Ma questo è già stato reso evidente nella semestrale, quindi non c’è una novità, c’è solamente la chiusura dei conti annuale”. “Peraltro – ha aggiunto – è stato un anno che in termini di andamento è stato molto positivo in realta’, questo è solo un effetto bilancistico”.In audizione si è parlato anche dell’ipotesi privatizzazione. “Non ce l’ha prescritto il medico. Io non ho mai avuto un input di privatizzare nulla. L’unico vero input che ho avuto, da ben tre ministri, è stato: verifica bene come siamo messi con il PNRR affinché possiamo raggiungere l’obiettivo”. L’apertura a terzi, ha sottolineato, “non è un obbligo, è un’opportunità”. Il manager ha spiegato che si sta pensando a una “struttura che non prevede la svendita e nemmeno una vendita, ma una compartecipazione all’equity. Il nostro intento è sano”.Durante l’audizione Donnarumma è intervenuto anche sul tema nomine. “Non c’è nessuna voglia di forzare niente, non c’è nessuna distorsione di mercato. Non c’è nessun motivo perché questo possa essere lesivo degli interessi di chicchesia”, ha dichiarato. “La norma prevede determinate attività che nel caso vengano svolte da un determinato soggetto possano essere vincolanti per l’assunzione di un ruolo nell’operatore di trasporto. Noi stiamo facendo delle opportune verifiche ulteriori – ha aggiunto – per essere assolutamente certi che ciò che già prevede la nostra organizzazione, che separa le responsabilità nell’ambito dell’organizzazione e quindi isola queste responsabilità, sia stato concretamente applicato nella pratica”. LEGGI TUTTO

  • in

    Federcontribuenti: “Accertamenti fiscali aggressivi, serve un cambio di metodo”

    (Teleborsa) – ‘L’onnipresenza e l’aggressività delle Agenzie erariali e i conseguenti accertamenti della Guardia Di Finanza nelle imprese segnalano un cambiamento di rotta: ovvero la decisione di modificare coattivamente il tessuto sociale ed economico dell’azienda stessa”. Cosi’, in una nota, i vertici di Federcontribuenti, il Presidente Marco Paccagnella e il Segretario Generale Flavio Zanarella che si fanno portavoce di tanti imprenditori delusi e sconfortati ”dalle continue azioni di accertamenti fiscali che costringono gli stessi, spesso, a decisioni drastiche come la chiusura stessa, anche se temporanea, della loro attività”. L’associazione dei contribuenti italiani prende sotto mira ”il modo con cui questi accertamenti fiscali vengono effettuati: rocamboleschi arrivi in azienda, spesso a sirene spiegate, come se i nostri imprenditori, onesti, hanno da nascondere attività illecite. E questo solo per vedere se il rapporto con il fisco è tutto in regola”. Conoscere bene i propri diritti e doveri, sottolineano i due esponenti di Federcontribuenti, ”è fondamentale per non commettere errori e prepararsi bene a situazioni difficili sotto molti punti di vista, situazioni difficili che poi sono i momenti in cui chi subisce questi accertamenti molte volte subiscono momenti emotivi che lasciano il segno”. Oggi più che mai, inoltre, ”è importante impostare bene la difesa del contribuente già nelle primissime fasi dell’accertamento tributario. Frequentemente, infatti, gli errori realizzati durante i momenti iniziali della verifica compromettono in tutto o in parte la successiva attività difensiva del soggetto sottoposto ai controlli dell’amministrazione finanziaria”. Perchè, allora, è la proposta di Federcontribuenti ”queste verifiche non vengono fatte con appuntamento e la messa a disposizione di tutta la documentazione inerente l’attività da verificare come in altri Stati e – conclude la nota – non con divise e armi in pugno come nel sospetto di terrorismo o traffico internazionale di armi e stupefacenti?”. LEGGI TUTTO

  • in

    Europa cauta dopo inflazione USA. A Piazza Affari corre Nexi

    (Teleborsa) – Seduta positiva, ma cauta per le borse del Vecchio Continente. A Milano continua il focus sul settore bancario: ieri sera la Popolare di Sondrio ha detto che l’OPS di BPER non riflette il percorso di creazione di valore della banca in ottica standalone e l’offerta non è stata in alcun modo sollecitata, né preventivamente discussa o concordata; stamattina Banco BPM ha comunicato risultati 2024 che vedono un utile netto in crescita del 52% rispetto al 2023 e la stima di raggiungere al 2027 un netto di 2,15 miliardi di euro, oltre che annunciato una revisione al rialzo per il prezzo dell’OPA su Anima.Scambi in lieve ribasso a Wall Street dopo che l’inflazione negli Stati Uniti ha segnato un aumento superiore al previsto, nel mese di gennaio, portandosi al 3%, livello al di sopra dell’obiettivo della Federal Reserve. Il dato ha alimentato le ipotesi tra gli addetti ai lavori di uno slittamento del taglio dei tassi da parte della banca centrale americana, a dicembre e, non più a settembre come previsto.L’Euro / Dollaro USA continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a +0,11%. Sostanzialmente stabile l’oro, che continua la sessione sui livelli della vigilia a quota 2.898,1 dollari l’oncia. Giornata negativa per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua gli scambi a 72,09 dollari per barile, in calo dell’1,68%.Sale molto lo spread, raggiungendo +124 punti base, con un deciso aumento di 12 punti base, mentre il BTP con scadenza 10 anni riporta un rendimento del 3,57%.Tra gli indici di Eurolandia seduta senza slancio per Francoforte, che riflette un moderato aumento dello 0,50%, piccolo passo in avanti per Londra, che mostra un progresso dello 0,34%, e resta vicino alla parità Parigi (+0,17%). Nessuna variazione significativa in chiusura per il listino milanese, con il FTSE MIB che si attesta sui valori della vigilia a 37.531 punti; sulla stessa linea, resta piatto il FTSE Italia All-Share, con chiusura su 39.798 punti.In Borsa di Milano risulta che il controvalore degli scambi nella seduta del 12/02/2025 è stato pari a 3,77 miliardi di euro, dai 3,67 miliardi della seduta precedente; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,84 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,91 miliardi.Tra i best performers di Milano, in evidenza Nexi +3,80% (sulle indiscrezioni che Poste punta l’operazione di swap con cui rileverebbe da CDP il 9,8% di TIM in cambio del suo 3,8% di Nexi con un conguaglio in denaro). Bene, inoltre, Banca Popolare di Sondrio (+2,11%), Iveco (+1,36%) e Banca Mediolanum (+1,18%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Hera, che ha terminato le contrattazioni a -1,95%.In rosso A2A, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,50%.Tentenna Banca MPS, con un modesto ribasso dell’1,34%.Giornata fiacca per Terna, che segna un calo dell’1,02%.Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, Intercos (+5,63%), OVS (+3,41%), Sanlorenzo (+3,05%) e Ferragamo (+1,47%).I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Newlat Food, che ha archiviato la seduta a -15,91%.Spicca la prestazione negativa di Carel Industries, che scende del 3,13%. LEGGI TUTTO

  • in

    Generali, Consob certifica il 5,118% di UniCredit

    (Teleborsa) – La Consob certifica il 5,118% che Unicredit ha di Generali, ufficializzando di fatto quanto anticipato dal CEO di Unicredit, Andrea Orcel, parlando durante la call con gli analisti sui risultati 2024 di Piazza Gae Aulenti, che aveva dichiarato che la banca era salita sopra il 5% nel capitale del Leone. Secondo quanto emerge dalle partecipazioni rilevanti, Unicredit ha il 4,184% in diritti di voto riferibili ad azioni. Lo 0,772% è invece in contratti ‘Forward’ esercitabili alle date di scadenza comprese tra il 20 marzo 2025 e il 19 dicembre 2025; contratti ‘Certificate’ e ‘Equity option listed’ esercitabili in qualunque momento, con date di scadenza comprese tra il 20 giugno 2025 e il 18 dicembre 2026. Lo 0,162% in contratti ‘Equity option’, ‘Certificate’ e ‘Equity option OTC’ esercitabili alle date di scadenza comprese tra l’8 settembre 2025 e il 22 dicembre 2031; contratti ‘Certificate’ e ‘Equity option OTC’ esercitabili in qualunque momento, con date di scadenza comprese tra il 19 marzo 2025 e il 31 dicembre 2049.L’operazione è del 7 febbraio scorso. LEGGI TUTTO

  • in

    Finanza, Commissione Ue propone di ridurre il ciclo di regolamento per i titoli dell’Ue

    (Teleborsa) – La CommissioneUe ha proposto di abbreviare il ciclo di regolamento per le operazioni su valori mobiliari dell’UE, portandolo da due giorni a un giorno. La modifica legislativa proposta ridurrebbe il ciclo di regolamento sui titoli – quali azioni od obbligazioni – eseguite nelle sedi di negoziazione dell’UE da due giorni lavorativi (il cosiddetto “T+2”) a un giorno lavorativo dopo la negoziazione (“T+1″). Il regolamento è il processo attraverso il quale l’acquirente riceve il titolo e il venditore riceve il contante. Il passaggio a T+1 è volto a rafforzare l’efficienza e la competitività dei servizi dei mercati finanziari post-negoziazione nell’UE, che sono essenziali per il buon funzionamento dell’Unione del risparmio e degli investimenti.”A livello internazionale, la rotta da seguire verso un ciclo di regolamento T+1 è molto chiara. È mia ferma intenzione far sì che l’UE mantenga intatto il suo dinamismo in questa importante area di mercato. T+1 apporterà ulteriori benefici concreti all’Unione del risparmio e degli investimenti e contribuirà alla competitività dei mercati dei capitali dell’UE. La nostra proposta ridurrà i costi, aumenterà l’efficienza e migliorerà la liquidità, come richiesto dall’industria. Ci adopereremo altresì per assicurare il coordinamento con altri paesi europei che intendono passare a T+1, in particolare il Regno Unito e la Svizzera, visti gli stretti legami esistenti tra i nostri mercati dei capitali”, ha dichiarato Maria Luís Albuquerque, Commissaria per i Servizi finanziari e l’Unione dei risparmi e degli investimenti.Dopo aver attentamente valutato le raccomandazioni contenute nella relazione elaborata dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) in collaborazione con il Sistema europeo di banche centrali (SEBC), così come il contributo dei portatori di interessi, la Commissione propone una modifica mirata del regolamento sui depositari centrali di titoli (CSDR).La proposta fissa all’11 ottobre 2027 la data opportuna per la transizione al regolamento T+1. Questo termine darà ai partecipanti al mercato tempo sufficiente per sviluppare, testare e concordare processi e norme miranti a garantire un’introduzione corretta ed efficace del T+1 sui mercati dei capitali dell’UE. La proposta è inoltre adeguata alle esigenze future e fissa una durata massima per il ciclo di regolamento (T+1), consentendo nel contempo ai partecipanti al mercato di regolare più rapidamente (T+0) le loro operazioni.La proposta della Commissione sul passaggio a T+1 punta promuovere l’efficienza del regolamento e aumenterà la resilienza dei mercati dei capitali dell’UE. Contribuirà anche ad aumentare spessore e liquidità dei mercati dei capitali, obiettivo fondamentale dell’Unione del risparmio e degli investimenti. Inoltre conta di evitere la frammentazione del mercato e i costi legati al disallineamento tra i mercati finanziari dell’UE e altri mercati finanziari mondiali, contribuendo alla competitività dei mercati dei capitali dell’UE. Molte giurisdizioni, tra cui Cina, India, Stati Uniti e Canada, hanno infatti già ridotto il loro ciclo di regolamento a T+1. Altri mercati internazionali dei capitali, quali il Regno Unito o la Svizzera, si sono impegnati a passare a T+1 come regolamento obbligatorio o stanno valutando questa possibilità. L’analisi della Commissione e la relazione dell’ESMA confermano che i benefici attesi, quali l’aumento dell’automazione e dell’efficienza dei processi post-negoziazione, la riduzione del rischio, la riduzione dei requisiti di margine e l’eliminazione dei costi e degli attriti legati ai disallineamenti, dovrebbero nel tempo superare ampiamente i costi iniziali derivanti dagli investimenti necessari al passaggio a T+1.La proposta sarà ora presentata al Parlamento europeo e al Consiglio affinché sia esaminata e adottata. Le modifiche entreranno in vigore una volta che i colegislatori avranno raggiunto un accordo sulla proposta e dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. LEGGI TUTTO