Gennaio 2025

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    Piano Mattei, nasce “Villaggio Italia”: istruzione e imprese il 12 e 13 febbraio al Cairo

    (Teleborsa) – Al ministero dell’Istruzione e del Merito, il ministro Giuseppe Valditara ha incontrato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, nell’ambito della organizzazione della missione Piano Mattei-Istruzione che si terrà in Egitto il 12 e 13 febbraio prossimi. Si tratta del primo evento operativo dopo la firma del protocollo d’intesa con il governo egiziano del 17 marzo 2024″Saremo presenti al Cairo con Villaggio Italia, portando decine di Its, alcune eccellenze della nostra istruzione tecnico-professionale, esempi di modelli educativi innovativi, a iniziare dal 4+2, la nuova filiera tecnologica professionale, ma anche decine di aziende dei settori prioritari per la collaborazione bilaterale con l’Egitto. Il nostro obiettivo è mettere a disposizione le migliori esperienze formative italiane, in un dialogo costante con il mondo delle imprese, per favorire la cooperazione e lo sviluppo”, ha dichiarato Valditara.La missione in Egitto si svolgerà in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia al Cairo, Confindustria e SIMEST. Durante l’evento, alla presenza del ministro dell’istruzione egiziano, Mohamed Abdel-Latif, e ai potenziali partner economici egiziani, saranno presentate le migliori pratiche italiane di formazione, rivolte sia a docenti che studenti, e alcune esperienze di successo delle ITS Academy per la preparazione di tecnici specializzati nei settori prioritari per la collaborazione bilaterale (industria metallurgica, energie rinnovabili, digitale e intelligenza artificiale, trasporti, meccanica strumentale, industria degli elettrodomestici, tessile e agricoltura), nonché quelli in cui si registra una maggiore carenza di manodopera specializzata. Infine, nel corso dell’evento, SIMEST potrà illustrare alle imprese italiane interessate il nuovo strumento finanziario “Potenziamento Mercati Africani” a favore delle PMI. LEGGI TUTTO

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    BPER Green Innovation 2025, premiata l’azienda veneziana “L’insalata dell’Orto”

    (Teleborsa) – L’azienda veneziana L’insalata dell’Orto si è aggiudicata il Premio “BPER Green Innovation 2025″. La cerimonia di premiazione è avvenuta martedì scorso a Bologna, a Palazzo Re Enzo, nell’ambito della manifestazione Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana, promossa dalla rivista di settore Corriere Ortofrutticolo e da Fruitimprese, CSO Italy, Italia Ortofrutta Unione Nazionale, Confagricoltura e Fedagromercati, con il sostegno di BPER Banca.A consegnare il riconoscimento a Cinzia Busana, amministratrice delegata, Raffaella Busana, direttrice generale, e Sara Menin, product development manager di L’Insalata dell’Orto, dinnanzi ad una platea di 200 imprenditori e manager, è stato il responsabile del Servizio Agri Banking di BPER Banca, Marco Lazzari.L’Insalata dell’Orto è un’azienda attiva da 25 anni, fortemente innovativa, a trazione femminile, radicata a Mira, nel veneziano, focalizzata nella produzione di verdure per la IV Gamma, diventata primo produttore europeo di fiori commestibili che per la prima volta nel 2024 ha esportato anche in America. Il fatturato deriva per il 70% dalle esportazioni. Le coltivazioni sono per il 70% a regime biologico. La parte agricola, organizzata in OP, conta su 370 ettari tra Veneto, Lombardia e Campania.”Il comparto agroalimentare – ha dichiarato Lazzari – con le sue filiere rappresenta un settore strategico dell’economia e conta numerose eccellenze del made in Italy, che hanno necessità di essere sostenute e tutelate. BPER Banca vuole essere un partner attivo per le aziende del comparto: ha istituito un servizio dedicato, Agri Banking, che offre consulenze specialistiche, propone finanziamenti e agevolazioni per l’agricoltura e le imprese attive nelle filiere agroalimentari, con l’obiettivo di sostenere gli investimenti e la gestione delle aziende. La partnership con Protagonisti dell’Ortofrutta è coerente con gli obiettivi della Banca, inoltre il Premio BPER conferito a ‘L’Insalata dell’Orto’ è un’ulteriore testimonianza della nostra volontà di riconoscere e promuovere il ‘saper fare’, in particolare sull’innovazione e la sostenibilità”. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana -258 BCF

    (Teleborsa) – Scendono poco meno delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 10 gennaio 2025 sono risultati in diminuzione di 258 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela inferiore al consensus (-260 BCF). La settimana prima si era registrato un calo di 40 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 3.115 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 3,4% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 3.226) e in crescita del 2,5% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 3.038 BCF. LEGGI TUTTO

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    Settore immobiliare USA, NAHB: aumenta la fiducia dei costruttori a gennaio

    (Teleborsa) – Aumenta la fiducia del settore immobiliare USA, sintetizzata dall’indice NAHB. A gennaio, il dato si è attestato a 47 punti, rispetto ai 46 punti del mese precedente. Il dato è migliore delle attese del consensus che stimava un calo a 45 punti.Per quanto riguarda le singole componenti dell’indice, quello sulle vendite attuali è cresciuto di 3 punti a quota 51, quello relativo alle vendite dei prossimi sei mesi cala di 6 punti a 60 punti, mentre quello rappresentativo del traffico dei possibili acquirenti è salito di 2 punti a quota 33.L’indicatore, elaborato dalla National Association of Home Builders (NAHB), rappresenta un quadro sintetico delle aspettative di vendita dei costruttori nel presente e nell’arco dei prossimi sei mesi: una lettura inferiore a 50 mostra una prevalenza di giudizi negativi, mentre un livello superiore indica maggiore ottimismo. “NAHB prevede un leggero aumento per l’avvio dei cantieri di case unifamiliari, nel 2025, poiché il mercato deve affrontare rischi di compensazione al rialzo e al ribasso derivanti da un miglioramento delle prospettive normative e da tassi di interesse elevati in corso”, ha affermato Robert Dietz, capo economista di NAHB. “E mentre un allentamento continuo, ma più lento, da parte della Federal Reserve dovrebbe aiutare a finanziare i costruttori privati ??attualmente estromessi da alcuni mercati locali, i costruttori segnalano che le cancellazioni stanno aumentando come conseguenza diretta dei tassi dei mutui che risalgono di nuovo di quasi il 7%”. LEGGI TUTTO

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    Davos, in arrivo un peggioramento economico nel 2025

    (Teleborsa) – Una crescita più debole del previsto nel 2025, con l’Europa particolarmente colpita e più ottimismo per gli Usa, ma “temperato da preoccupazioni per il debito in ascesa e l’inflazione”. Queste le previsioni degli economisti raccolte dal Forum economico mondiale (Wef) nel suo Chief Economists Outlook. Il 56% dei principali capi economisti si aspetta condizioni economiche più deboli rispetto al 2024, contro solo il 17% che prevede un miglioramento. Gli Usa vedranno “un boom di breve termine”, l’Europa “per il terzo anno consecutivo è l’area più debole” e “la spinta della Cina è attesa in rallentamento”. Per gli Usa, le prospettive solide per il 2025 riflettono l’attesa di uno stimolo fiscale di breve termine e salari in rialzo. Tuttavia gli economisti avvertono di una serie di rischi, a partire dal debito in rialzo (atteso dal 97%) e inflazione più elevata (94%). L’Outlook punta, fra i fattori responsabili di una crescita mondiale più debole, sulle pressioni contrarie alla “interconnessione” economica. “Un’ampia maggioranza degli intervistati – si legge nel rapporto – pari al 94%, si aspetta un’ulteriore frammentazione nei flussi commerciali di beni nei prossimi tre anni, mentre il 59% prevede la stessa dinamica nei servizi”. Oltre tre quarti si aspettano maggiori barriere alla mobilità del lavoro, e una quota di poco inferiore vede ostacoli in crescita sull’interscambio di tecnologia. Un’eccezione è rappresentata dal settore finanziario, dove meno della metà degli economisti si aspetta maggiore frammentazione globale, nonostante possano affacciarsi problematiche legate alla sicurezza, agli sviluppi politici e geopolitici, smottamenti nelle catene del valore. Di fronte alla crescente frammentazione dell’economia globale, nelle previsioni degli economisti raccolte dal Wf la risposta delle imprese punterà su una “ristrutturazione delle catene di fornitura (91%) e una ri-focalizzazione sui mercati principali (79%)”.Nel 2025 ben l’89% degli economisti si aspetta “una guerra commerciale fatta di ritorsioni e restrizioni commerciali fra gli Usa e la Cina”, mentre il 68% prevede uno scontro più ampio. Tuttavia “anche se la nuova amministrazione Usa probabilmente imprimerà la sua linea sulle prospettive del 2025, questo potrebbe non comportare un cambiamento drammatico nella traiettoria” del commercio globale. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte industriali novembre in linea con attese

    (Teleborsa) – Aumentano a novembre le scorte e vendite dell’industria. Secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato per le scorte un aumento dello 0,1% a 2.588,2 miliardi di dollari, come stimato dal consensus e sopra il -0,1% registrato il mese precedente. Nello stesso periodo le vendite sono salite dello 0,5% su base mensile, attestandosi a 901,6 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    Wall Street riprende fiato dopo corsa vigilia

    (Teleborsa) – Partenza debole per la borsa di Wall Street che riprende fiato dopo la corsa della vigilia spinta dall’ottimismo per l’andamento dei prezzi negli Stati Uniti e quindi dalle prospettive sulle mosse della Fed. A dare linfa hanno contribuito anche i primi buoni risultati che stanno arrivando dalle grandi banche americane, che hanno dato il via alla stagione delle trimestrali.A frenare la corsa di ieri contribuisce, invece, il dato debole sulle vendite al dettaglio, pubblicato prima dell’Opening Bell, che ha evidenziato consumi sotto le aspettative degli analisti, in pieno periodo natalizio, sotto le stime. Sul fronte del lavoro, le richieste di sussidi alla disoccupazione sono saliti più delle aspettative, mentre i prezzi all’importazione sono a sorpresa. Sul versante delle trimestrali, Morgan Stanley ha annunciato un utile più che raddoppiato, nel quarto trimestre, mentre la trimestrale di Bank of America è risultata sopra le attese con balzo commissioni investment banking.Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones continua la sessione sui livelli della vigilia a 43.226 punti; sulla stessa linea, incolore l’S&P-500, che continua la seduta a 5.954 punti, sui livelli della vigilia. Senza direzione il Nasdaq 100 (+0,11%); sulla stessa tendenza, pressoché invariato l’S&P 100 (+0,03%). LEGGI TUTTO

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    Terna: nel 2024 consumi elettrici in aumento del 2,2%

    (Teleborsa) – Nel 2024 i consumi elettrici italiani sono aumentati del 2,2% rispetto al 2023, attestandosi a 312,3 miliardi di kWh (con punta oraria massima di 57,5 GW registrata il 18 luglio dalle 15 alle 16). Lo scorso anno le fonti rinnovabili hanno registrato il dato più alto di sempre di copertura della domanda, pari al 41,2% (rispetto al 37,1% del 2023). Il valore è in aumento grazie al contributo positivo, in particolare, della produzione idroelettrica e fotovoltaica. È quanto emerge dalle rilevazioni di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale guidata da Giuseppina Di Foggia. L’incremento tendenziale della domanda elettrica è il risultato di variazioni positive in quasi tutto il corso dell’anno, in particolare nei mesi di luglio e agosto, caratterizzati da temperature superiori alla media decennale. A livello territoriale la variazione della domanda elettrica è risultata ovunque in aumento: +2,2% al Nord, +2,3% al Centro e +2,1% al Sud e nelle Isole.Nel 2024 l’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese “energivore”, è risultato pressoché stazionario (-0,3%). In particolare, positivi i settori del cemento, calce e gesso, cartaria, alimentari e siderurgia; in flessione metalli non ferrosi, chimica, mezzi di trasporto e ceramiche e vetrarie.Relativamente all’offerta, nel 2024 si è registrata una crescita rilevante della produzione rinnovabile (+13,4%) e una lieve flessione del saldo netto con l’estero (-0,5%), come conseguenza di un forte aumento dell’export (+47,9% rispetto al 2023) e di uno più modesto dell’import (+2,4%). Nel mese di dicembre, per la prima volta, in alcune ore l’export elettrico italiano ha superato quota 4.000 MW, confermando il ruolo chiave delle interconnessioni non solo per importare energia a prezzi convenienti ma anche, e sempre più in futuro, per fornire un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo a fronte di una variabilità sempre più marcata della generazione rinnovabile.Più nel dettaglio, la domanda di energia elettrica italiana nel 2024 è stata soddisfatta per l’83,7% con produzione nazionale e per la quota restante (16,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta (264 miliardi di kWh) è in aumento del 2,7% rispetto al 2023 con la seguente articolazione per fonti: crescita a due cifre della produzione idroelettrica (+30,4%) e fotovoltaica (+19,3%), che nel 2024 ha raggiunto il record storico arrivando a superare i 36 TWh. In flessione la fonte eolica (-5,6%) e geotermica (-0,8%). In calo rispetto al 2023 anche la fonte termica (-6,2%): in tale contesto si distingue la forte riduzione della produzione a carbone (-71%), ormai sostanzialmente azzerata a eccezione della Sardegna, cui corrisponde una riduzione delle emissioni di CO2 stimabile in oltre 8 Mt.Secondo le rilevazioni di Terna, considerando tutte le fonti rinnovabili, nel 2024 l’incremento di capacità in Italia è stato pari a 7.480 MW, valore superiore di 1.685 MW (+29%) rispetto al 2023. Al 31 dicembre in Italia si registrano 76,6 GW di potenza installata da fonti rinnovabili, di cui, nel dettaglio, 37,1 GW di solare e 13 GW di eolico. Rispetto a quanto previsto dal DM Aree Idonee (21 giugno 2024), il target fissato per il quadriennio 2021-2024 di nuove installazioni è stato superato di 1.609 MW.Da gennaio a dicembre 2024, la potenza nominale degli accumuli in esercizio è aumentata di 2.113 MW. Nel 2024 si registrano in Italia circa 730mila installazioni che corrispondono a 12.942 MWh di capacità e 5.565 MW di potenza nominale, di cui 1065 MW utility scale. La crescita della capacità di accumulo è stata guidata per quanto riguarda i piccoli impianti dalle politiche incentivanti di carattere fiscale, per gli impianti utility scale, invece, l’aumento è il risultato dei meccanismi di contrattualizzazione a termine previsti dal capacity market.Passando all’analisi del mese di dicembre, la domanda elettrica ha registrato una variazione positiva (+2,8%) grazie alla presenza di due giorni lavorativi in più (20 invece di 18) e una temperatura media mensile inferiore di 1,6°C rispetto a dicembre del 2023. Positiva anche la variazione con il dato destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura e del calendario (+1,3%). Sostanzialmente stabile la variazione in termini congiunturali (+0,1% rispetto a novembre). A livello territoriale, la variazione a dicembre 2024 è risultata ovunque positiva: +1,9% al Nord, +3,5% al Centro e +4,4% al Sud e Isole. La domanda è stata soddisfatta per l’83% con produzione nazionale e per la quota restante (17%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 31,7% del fabbisogno mensile (34,3% a dicembre 2023). La produzione nazionale netta (21,5 miliardi di kWh) è risultata in aumento del 4,5% rispetto a dicembre 2023 con la seguente articolazione per fonti: fotovoltaico (+35,3%), termico (+11,2%) eolico (+8,2%), idrico (-35,4%) e geotermico (-1,5%). Il dato del saldo import-export è in diminuzione del 3,6% per effetto di un aumento dell’export (+12,9%) e una diminuzione dell’import (-2,2%). L’indice IMCEI relativo ai consumi industriali ha fatto registrare nel mese di dicembre 2024 una variazione del -6,5% rispetto a dicembre 2023: in crescita cartaria, alimentari, cemento calce e gesso, ceramiche e vetrarie, meccanica; in flessione chimica, siderurgia, metalli non ferrosi e mezzi di trasporto. Il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario porta ad una variazione stazionaria pari rispetto al mese precedente (-0,1%).L’indice IMSER del mese di ottobre mostra, per la seconda volta nell’anno, una variazione leggermente negativa: -0,4% rispetto a ottobre 2023. I primi dieci mesi dell’anno risultano comunque in aumento con una variazione del +3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. LEGGI TUTTO