Gennaio 2025

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    AT&T, abbonati wireless sopra le attese nel quarto trimestre

    (Teleborsa) – AT&T, società statunitense di telecomunicazioni, ha registrato ricavi per il quarto trimestre 2024 di 32,3 miliardi di dollari, rispetto ai 32 miliardi dello stesso trimestre dell’anno precedente, in aumento dello 0,9%. L’utile netto attribuibile alle azioni ordinarie è stato di 4 miliardi di dollari, rispetto ai 2,1 miliardi di un anno prima.I ricavi per l’intero anno sono stati pari a 122,3 miliardi di dollari, rispetto ai 122,4 miliardi del 2023, in calo dello 0,1%. L’utile netto attribuibile alle azioni ordinarie per l’intero anno è stato di 10,7 miliardi di dollari, rispetto a 14,2 miliardi dell’anno prima.La società ha segnalato 482.000 postpaid phone net adds, con un tasso di abbandono previsto leader del settore per i telefoni postpagati dello 0,85%, superando le stime degli analisti di 424.550 (secondo Visible Alpha). Nell’intero anno sono state 1,7 milioni, con un postpaid phone churn dello 0,76%.”I solidi risultati di questo trimestre sono il risultato di un periodo di oltre quattro anni di duro lavoro e di esecuzione costante da parte dei nostri team, che ci ha posizionato bene per una nuova era di crescita – ha affermato il CEO John Stankey – Abbiamo concluso il 2024 con un forte slancio. Clienti e azionisti possono aspettarsi di ricevere ancora più valore nel 2025 mentre espandiamo la più grande rete in fibra del Paese, modernizziamo la nostra rete wireless, facciamo crescere la nostra attività e iniziamo i riacquisti di azioni nella seconda metà dell’anno”. LEGGI TUTTO

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    CF Industries Holdings paga dazio con un downgrade

    (Teleborsa) – In forte ribasso il titolo CF Industries Holdings che passa di mano in perdita del 6,85%.A pesare sulle azioni contribuisce il downgrade deciso da JP Morgan. Gli esperti dell’ufficio studi hanno tagliato la raccomandazione sul titolo del produttore di fertilizzanti a “underweight” dal precedente “neutral”.La tendenza ad una settimana del produttore di fertilizzanti nitrati e fosfati è più fiacca rispetto all’andamento dell’S&P-500. Tale cedimento potrebbe innescare opportunità di vendita del titolo da parte del mercato.Il panorama di medio periodo conferma la tendenza rialzista di CF Industries Holdings. Tuttavia, l’esame della curva a breve, evidenzia un rallentamento della fase positiva al test della resistenza 91,5 USD, con il supporto più immediato individuato in area 86,82. All’orizzonte è prevista un’evoluzione negativa nel breve termine verso il bottom identificato a quota 84,93. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, OPS Unicredit al 16 dicembre dà un premio del 14%

    (Teleborsa) – Il premio che Unicredit offre per le azioni Banco BPM al 16 dicembre è pari a 14,2% ed è stato calcolato prendendo il prezzo ufficiale Unicredit a quella stessa data, pari a 39,026 euro, e dividendolo per il prezzo ufficiale di Banco BPM pari a 7,963 euro. Lo precisa il Gruppo bancario di Piazza Meda, su richiesta di Consob.La banca riporta anche il premio calcolato “sulla base del prezzo ufficiale di Unicredit al 22 novembre rispetto al prezzo ufficiale delle azioni del Banco al 6 novembre” pari al 3,9%. LEGGI TUTTO

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    Wall Street poco mossa dopo i record

    (Teleborsa) – Sosta intorno alla parità la Borsa di New York, con il Dow Jones che si attesta a 44.506 punti; sulla stessa linea, giornata senza infamia e senza lode per l’S&P-500, che rimane a 6.114 punti. In frazionale calo il Nasdaq 100 (-0,29%); sui livelli della vigilia l’S&P 100 (-0,11%).Il nuovo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, ha fatto sapere che chiederà tassi di interesse più bassi e inviterà l’Arabia Saudita a ridurre i prezzi del petrolio. Le parole del Tycoon pronunciate al World Economic Forum, di Davos, sembrano ridimensionare anche la minaccia di dazi statunitensi sulle importazioni dalla Cina.Sul fronte macroeconomico, l’attività nel settore servizi statunitense è rimasta in espansione, a gennaio. La lettura preliminare dell’indice servizi PMI, redatto da Markit, è scesa a 52,8, ai minimi degli ultimi otto mesi, dai 56,8 di dicembre, quando aveva toccato i massimi in 33 mesi, con le stime a 56,5. Il dato si è dunque mantenuto a un livello associato a un’espansione, ovvero superiore ai 50 punti; dal luglio 2022 al gennaio 2023 era stato in contrazione. Per quanto riguarda l’indice sull’attività manifatturiera statunitense è cresciuto a gennaio, segnalando che il settore è ora in espansione. Il dato – stilato da Ihs Markit – che ne misura l’andamento è salito, in lettura preliminare, a 50,2 punti, dopo i 47,7 di dicembre. Le attese erano per un dato a 49,7 punti. Si distinguono nel paniere S&P 500 i settori telecomunicazioni (+1,04%) e utilities (+0,92%). Tra i peggiori della lista del paniere S&P 500, in maggior calo i comparti energia (-0,75%) e informatica (-0,71%).In cima alla classifica dei colossi americani componenti il Dow Jones, Walt Disney (+1,82%), Verizon Communication (+1,17%), Wal-Mart (+0,99%) e Caterpillar (+0,72%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Intel, che continua la seduta con -2,61%.Seduta negativa per American Express, che mostra una perdita del 2,43%.Sostanzialmente debole Boeing, che registra una flessione dell’1,09%.Si muove sotto la parità Merck, evidenziando un decremento dello 0,89%.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano PDD Holdings (+5,30%), Broadcom (+2,53%), Meta Platforms (+1,95%) e Zscaler (+1,71%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Texas Instruments, che ottiene -6,47%.Seduta negativa per Microchip Technology, che scende del 5,01%. LEGGI TUTTO

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    PNRR Missione Salute, Fondazione GIMBE: “Rispettata scadenza Ue su Centrali Operative Territoriali”

    (Teleborsa) – “Al 31 dicembre 2024 l’unica scadenza europea della Missione Salute del PNRR che condiziona il pagamento delle rate, ovvero la realizzazione di almeno 480 Centrali Operative Territoriali, è stata rispettata”. È quanto dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE.Secondo i dati pubblicati sul portale del Ministero della Salute che monitora lo stato di attuazione della Missione Salute del PNRR – rileva la Fondazione GIMBE – è stata raggiunta la scadenza relativa all’entrata in funzione di almeno 480 Centrali Operative Territoriali (COT), strutture essenziali per il coordinamento della presa in carico dei pazienti e l’integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria. Le risorse assegnate a questo target ammontano a 280 milioni di euro. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha confermato alla Camera che la rendicontazione di questo obiettivo è stata inviata alla Commissione Europea, avviando così la procedura per il versamento della settima rata da 18,3 miliardi di euro. Tuttavia, – sottolinea la Fondazione – è importante ricordare che, a seguito della rimodulazione del PNRR, il target minimo di COT è stato ridotto da almeno 600 ad almeno 480 e la scadenza è stata posticipata dal 30 giugno al 31 dicembre 2024.Milestone e target nazionali – “Anche se non condizionano l’erogazione dei fondi del PNRR – spiega Cartabellotta – questi step intermedi richiedono un attento monitoraggio perché potrebbero compromettere le correlate scadenze europee”. Sono stati raggiunti tutti i target previsti per il periodo 2021-2024. In dettaglio, nell’ultimo trimestre sono stati raggiunti i seguenti risultati:Pubblicazione di una procedura per l’assegnazione di voucher per progetti PoC (Proof of Concept) e ricerca su tumori e malattie rare. L’obiettivo programmato per fine dicembre era già stato centrato a giugno.Interoperabilità del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) – Sono state realizzate le necessarie componenti architetturali. La scadenza di questo target, era stata prorogata dal 30 giugno al 31 dicembre 2024. Completamento degli interventi per interconnessione aziendale – Traguardo centrato con 6 mesi di ritardo rispetto alla scadenza originale del 30 giugno 2024.Formazione sulle infezioni ospedaliere – La procedura di registrazione è stata raggiunta con un ritardo di oltre 3 mesi rispetto alla scadenza originale del 30 settembre 2024.LE CENTRALI OPERATIVE TERRITORIALINell’ambito della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR, le COT sono state progettate come hub organizzativi per migliorare il coordinamento tra ospedali, medici di famiglia, assistenza domiciliare e servizi sociali. Pensate per garantire una presa in carico continua e personalizzata dei pazienti, rappresentano un elemento chiave per affrontare le sfide legate all’invecchiamento della popolazione e alla crescente prevalenza delle malattie croniche. “In occasione del raggiungimento del target EU sulle COT – spiega Cartabellotta – è opportuno fare il punto sullo status complessivo di attuazione di queste strutture che, insieme a Case di Comunità, Ospedali di Comunità, telemedicina e al potenziamento dell’assistenza domiciliare, configurano quella rivoluzione organizzativa dell’assistenza territoriale prevista dal DM 77 e finanziata dal PNRR”. Relativamente allo stato di completamento delle COT è opportuno distinguere quelle”dichiarate attive” dalle Regioni e quelle “pienamente funzionanti”, ovvero quelle per le quali è stata elaborata la necessaria relazione da parte di un ingegnere indipendente e una dichiarazione firmata dal direttore generale dell’Azienda sanitaria che attesti l’entrata in funzione dell’opera e dei servizi correlati.Rimodulazione target COT – Secondo la programmazione iniziale del PNRR, era previsto un rapporto di una COT ogni 100mila abitanti, per un totale di almeno 600 strutture distribuite proporzionalmente tra le Regioni. Tuttavia, per l’aumento di costi di energetici e materie prime, la rimodulazione del PNRR approvata il 24 novembre 2023 dalla Commissione Europea, le ha ridotte del 20%, portando il target ad almeno 480 COT. Tale rimodulazione, tuttavia, non modifica il numero originario di COT da attivare, ma riduce prudenzialmente il target EU per garantire l’erogazione delle risorse previste dal PNRR: di conseguenza, le ulteriori 120 COT dovranno essere realizzate con altri fondi non ancora ben definiti e senza vincoli legati alle scadenze del PNRR, ovvero senza tempistiche definite. “In tal senso – commenta il Presidente – fino a quando non saranno pienamente funzionanti tutte le 611 COT previste originariamente, si registrerà un aumento del carico di lavoro per quelle attive, che si troveranno a gestire un bacino di utenza più ampio, rischiando di compromettere la qualità dei servizi”.Attivazione e funzionamento delle COT – “Sebbene sia stato raggiunto – evidenzia Cartabellotta – il target europeo di almeno 480 COT pienamente funzionanti, necessario per richiedere il versamento della settima rata, ad oggi non è disponibile pubblicamente la relativa distribuzione regionale delle COT pienamente funzionanti al 31 dicembre 2024, indispensabile per monitorare l’equità territoriale». Secondo l’ultimo dato reso pubblico dall’Agenas il 18 settembre 2024, al 30 giugno risultavano pienamente funzionanti 362 COT, pari al 59% del totale previsto prima della rimodulazione, ovvero 611 COT. “Infine – continua il presidente – in un momento storico caratterizzato grave carenza di infermieri dal SSN, l’effettiva operatività delle COT rischia di essere compromessa, rendendole di fatto delle scatole vuote». In particolare, secondo le stime dell’Agenas per il funzionamento delle COT servirebbero da 2.400 a 3.600 unità di infermieri di famiglia e di comunità (IFoC), ovvero un coordinatore infermieristico, oltre a 3-5 IFoC per ciascuna COT, personale per il quale sono già stati stanziati 480 milioni di euro dal DL 34/2020. Un fabbisogno che stride con sia con la carenza di personale infermieristico (nel 2022 6,5 per mille abitanti, rispetto alla media OCSE di 9,8), sia con il basso numero di laureati (nel 2022 16,4 per mille abitanti, rispetto alla media OCSE di 44,9), sia con la scarsa attrattività della professione visto per l’Anno Accademico 2023-2024 sono pervenute 23.627 domande per 20.058 posti disponibili e per il 2024-2025 21.250 domande per 20.435 posti. “Inevitabilmente – conclude Cartabellotta – la crisi del personale sanitario, in particolare quello infermieristico, si ripercuote a cascata sulla riforma dell’assistenza territoriale programmata dal PNRR che rischia di trasformarsi in una occasione mancata. È inaccettabile che, mentre si celebrano giustamente gli obiettivi raggiunti, si perda di vista che l’indebitamento del Paese rischia di non avere alcun beneficio per la salute delle persone. Ovvero, il fine ultimo del PNRR non può limitarsi al rispetto delle scadenze per incassare le rate: ma è cruciale garantire che queste riforme lascino un’eredità duratura per tutelare la salute di tutte le persone, riducendo le diseguaglianze regionali e territoriali e assicurando un’assistenza sanitaria equa e universale. Ecco perché il successo del PNRR è strettamente legato al rilancio del Servizio Sanitario Nazionale e in particolare delle politiche per rendere nuovamente attrattiva la carriera di tutti i professionisti nella sanità pubblica”. LEGGI TUTTO

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    MPS-Mediobanca: Scope Ratings, offerta potrebbe ridisegnare panorama finanziario italiano ma deve affrontare ostacoli

    (Teleborsa) – “Dal punto di vista del credito, l’entità combinata beneficerebbe di una base di ricavi altamente diversificata in tutti i principali segmenti finanziari: banche, gestione patrimoniale e assicurazioni”. E’ il giudizio di Scope Ratings all’offerta di MPS su Mediobanca che “porterebbe inoltre nel proprio bilancio 2,9 miliardi di euro di imposte differite attive, che verrebbero rilasciate nell’arco di sei anni, con un beneficio sul conto economico al netto delle imposte di 500 milioni”. “Il management – sottolinea Alessandro Boratti, analista di Scope Ratings – stima sinergie annue di circa 700 milioni di euro, grazie all’aumento dei ricavi attraverso il cross-selling e la penetrazione del mercato, alla riduzione dei costi grazie all’ottimizzazione dei costi fissi e alla riduzione dei costi di finanziamento. Tuttavia, il raggiungimento di queste sinergie potrebbe essere difficile a causa delle differenze significative tra le due entità”. Pertanto, “il sostegno dei due maggiori azionisti di Mediobanca, Delfin e il Gruppo Caltagirone, che insieme detengono il 27,7% del capitale della banca e il 14,8% di MPS, è fondamentale per l’operazione. Se l’operazione dovesse andare in porto, la loro partecipazione nell’entità risultante dalla fusione salirebbe a circa il 22%” osserva l’analista, secondo il quale “il principale motore dell’operazione è la creazione di un terzo operatore forte nel settore bancario italiano dietro ai due leader di mercato, Intesa e UniCredit. Si tratta di un’operazione da tempo auspicata dal governo italiano. L’entità combinata deterrebbe una quota significativa di Assicurazioni Generali e potrebbe rafforzare ulteriormente la sua posizione di mercato attraverso future acquisizioni” LEGGI TUTTO

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    Luiss: AI, human skills e corsi di laurea globali per formare giovani leader

    (Teleborsa) – “Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente: entro il 2030, secondo McKinsey, oltre il 70% delle aziende utilizzerà sistemi di Intelligenza Artificiale, trasformando profondamente più della metà dei ruoli attuali. In questo contesto, le Università diventano sempre più centrali nel formare futuri professionisti capaci di affrontare le sfide di un mercato in continua trasformazione. La Luiss Guido Carli – sottolinea l’università in una nota – risponde a questa esigenza puntando su un approccio innovativo, interdisciplinare e sempre più internazionale. E anche su un nuovo test di ingresso. Obiettivo: attrarre e formare una nuova generazione di leader globali”.Tra le novità più rilevanti, l’Ateneo ha introdotto nuove modalità di ammissione per i Corsi di Laurea Triennale e Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza, in cui, per la prima volta, i candidati che studiano in Italia sono equiparati a quelli provenienti dall’Unione Europea o dai Paesi dell’Area Schengen. La prima sessione per svolgere il Test Undergraduate UE, già aperta, si chiuderà il 3 febbraio. Anche per gli studenti Extra-UE sono previste nuove modalità di ingresso e di selezione.”L’internazionalizzazione – si legge nella nota – resta uno dei pilastri dell’identità della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali. Oltre il 50% dei corsi viene infatti insegnato in inglese, mentre le collaborazioni con istituzioni accademiche in tutto il mondo continuano a crescere. Attualmente, la Luiss conta su una rete di oltre 360 Università partner in 73 Paesi, con 69 accordi di doppia e tripla laurea. Tra i programmi più innovativi, spiccano il Triple Degree in Business ACE (America, China & Europe), che consente di ottenere tre titoli di studio tra Roma, Pechino e Washington, e il Double Degree in Social Sciences, sviluppato in collaborazione con Sciences Po. I risultati di questa strategia si riflettono anche nei riconoscimenti internazionali. Nel 2024, l’Ateneo si è confermato al primo posto in Italia e tra i migliori 20 al mondo per Studi Politici e Internazionali secondo il QS Ranking by Subject, posizionandosi, inoltre, nella Top 50 globale per Marketing e Business & Management. Anche le classifiche del Financial Times hanno premiato i programmi della Luiss: la Laurea Magistrale in Management è al 25esimo posto, mentre quella in Corporate Finance occupa la 27esima posizione a livello globale. Guardando al futuro e alla crescente necessità di integrare competenze umane e digitali, la Luiss rafforza il proprio impegno sull’Intelligenza Artificiale, presente in tutti i corsi e che, da quest’anno, per gli studenti delle Lauree Magistrali, diventa anche un badge obbligatorio di ‘AI Literacy’, pensato per certificare le digital skills acquisite. Ma non solo. L’Ateneo ha recentemente annunciato la nascita di un nuovo centro di ricerca AI4Society, diretto da Giuseppe Italiano, prorettore per l’Artificial Intelligence e le Digital Skills: un polo internazionale per lo studio critico e interdisciplinare dell’Intelligenza Artificiale al servizio delle aziende e delle istituzioni. Il forte legame con il mondo delle imprese e il sistema di Confindustria si riflette anche nell’elevato tasso di occupazione dei laureati a un anno dalla laurea, che nel 2024 si conferma al 96%, con un tempo medio di attesa di appena un mese per ottenere il primo impiego”.”Competenze come il pensiero critico, il problem solving e le abilità digitali – spiega Antonio Gullo, dean undergraduate School della Luiss, responsabile dei Corsi di Laurea Triennale e Magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza – sono oggi indispensabili per costruire carriere a prova di futuro e a vocazione sempre più internazionale. Il mondo accademico è chiamato a rispondere alla sfida del cambiamento coniugando tradizione e innovazione, favorendo l’apprendimento attivo e le sinergie tra didattica e ricerca. È cruciale promuovere l’interazione tra discipline, poiché la complessità contemporanea richiede di combinare solide competenze di base e skills trasversali – dalle humanities all’Intelligenza Artificiale – e di favorire percorsi personalizzati, modellati sulle inclinazioni e aspirazioni professionali degli studenti. È questa la direzione cui guarda la nostra Università: grazie a un modello educativo innovativo, scambi all’estero e un dialogo costante con le imprese, ci proponiamo non solo di formare la futura classe dirigente a livello interno e internazionale, ma anche “cittadini globali”, pronti a contribuire positivamente allo sviluppo delle comunità di riferimento”. LEGGI TUTTO

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    Ceolini (Confindustria Moda): “Interventi urgenti per sostenere il settore e le PMI”

    (Teleborsa) – “Ringraziamo il Ministro per l’invito a questo Tavolo e siamo felici di poter ascoltare il piano di incentivi varato dal Governo per il settore, indispensabile per le aziende che rappresentiamo. Tuttavia, sottolineiamo l’urgenza di interventi strutturali a lungo termine per sostenere il comparto moda, fondamentale per l’economia del nostro Paese e a rischio di perdere competenze, qualità e numerosi posti di lavoro”. Lo dichiara Giovanna Ceolini, Presidente di Confindustria Accessori Moda, in una nota diffuso al termine del sesto incontro del “Tavolo Nazionale sul Settore Moda” svolto alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.”Come sappiamo – prosegue – molti distretti produttivi sono fermi e, sebbene grazie al DL n. 160/2024 sia stato introdotto, per una frazione di periodo dell’anno 2024 e per il mese di gennaio 2025, un intervento di integrazione salariale da parte dell’INPS per le aziende con meno di 15 dipendenti, tra cui i settori tessile, abbigliamento, calzaturiero, conciario e pelletteria, per offrire un sostegno al reddito e affrontare la crisi, rimane il problema per le aziende piu’ grandi, che rappresentano la maggior parte del settore. Per questo, speriamo in un’ulteriore misura per il 2025, come l’azzeramento dei contatori o un modello di cassa integrazione speciale simile a quello pandemico, per sostenere anche le PMI in difficoltà”. I dati elaborati dal Centro Studi, sottolinea Confindustria Accessori Moda, confermano le preoccupazioni della Federazione, segnalando nei primi 9 mesi 2024 un aumento delle richieste di CIG del +139,4% per la filiera della pelle rispetto allo stesso periodo del 2023. Tali livelli – inferiori negli ultimi 15 anni solo alle autorizzazioni record dei primi 9 mesi del 2020 e del 2021 in piena pandemia – risultano quattro volte e mezzo superiori a quelli di gennaio-settembre 2019 (+357,4%) e del +12,8% rispetto a quelli dei primi 9 mesi del 2010, durante la crisi economica mondiale. Aumenti rilevanti si registrano in tutti i principali distretti; alcuni dettagli: Lombardia +60%, Veneto +59%, Toscana +218%, Marche +178%, Campania +175%.”Apprezziamo gli sforzi del Governo nel rimodulare i prestiti bancari e nel promuovere iniziative come la circolare ABI e il lavoro con Simest, ma dobbiamo evidenziare la mancanza di una moratoria automatica sui finanziamenti per tutte le imprese, indipendentemente dal loro stato di difficoltà. La ricalendarizzazione dei prestiti garantiti da Sace, Simest e Mediocredito e’, ad oggi, lasciata alla discrezionalità delle banche, creando squilibri tra le aziende. Le imprese necessitano almeno del rinvio delle rate dei finanziamenti a breve e medio/lungo termine, oltre a risposte sulle richieste di sospensione dei versamenti contributivi ed erariali e sull’estensione della disciplina del Fondo di garanzia PMI, già prorogata al 2025 dalla legge di Bilancio. Inoltre, l’accesso al credito e’ fondamentale per permettere alle imprese di investire, anche in progetti legati alla sostenibilità, un obiettivo essenziale per il futuro del settore e dell’economia” aggiunge. “Sappiamo di continuare a ripeterci, ma la questione del credito d’imposta rimane ancora aperta e blocca le aziende, che la ritengono ingiusta e, temendo di dover ritornare le somme ricevute nel 215/19 in maniera legittima, si trovano in difficoltà nel varare programmi di innovazione e di transizione ecologica e digitale che gli stessi incentivi propongono per mancanza di liquidità necessaria per sostenerli. Il saldo e stralcio al 50% piu’ volte annunciato per le aziende coinvolte, non e’ stato attuato. La procedura di riversamento spontaneo del credito, scaduta il 31 ottobre 2024, ci risulta non aver avuto successo, sia per l’ingiustizia percepita dalle aziende che per la mancanza di fondi”. “Per questa ragione chiediamo aggiornamenti in merito alla Legge di Bilancio 2025 che, come e’ stato annunciato, prevede un contributo in conto capitale per chi ha aderito al riversamento, e misure urgenti per le aziende, come l’interruzione dei controlli dell’Agenzia delle Entrate e l’adozione di una norma per un ‘saldo e stralcio’ per tutte le imprese, per evitare crisi finanziarie e contenziosi lunghi. Ringraziamo, infine, il Governo su iniziativa del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per aver adottato un disegno di legge annuale sulle Piccole e Medie Imprese che reca misure finanziarie per l’aggregazione e il sostegno al settore della moda. Ci attiveremo con le nostre imprese per sensibilizzarle in progetti di crescita sostenibile, attendendo la trasmissione alle Camere per l’avvio dell’iter parlamentare” conclude Ceolini. LEGGI TUTTO